Autore: Redazione
14/03/2017

Rinnovata alla Rai la concessione per il servizio pubblico, tra le condizioni stop al dumping pubblicitario

L’accordo al via dal primo maggio per dieci anni; separazione in bilancio tra ricavi da advertising e da canone, versato in toto o in parte solo se rispettati i paletti su efficienza, piano editoriale e affollamenti

Rinnovata alla Rai la concessione per il servizio pubblico, tra le condizioni stop al dumping pubblicitario

Dopo oltre 20 anni di attesa è stata rinnovata alla Rai la concessione di servizio pubblico tv per una durata di dieci anni a partire dal prossimo 1° maggio. Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema del provvedimento proposto dal Ministero dello Sviluppo Economico guidato da Carlo Calenda, che punta a una maggiore efficienza e a una riduzione degli sprechi nella gestione delle risorse. In primo luogo il canone, il cui versamento da parte dello Stato – in toto o in parte – non sarà automatico, ma subordinato al buon esito di controlli annuali da parte dell’AgCom e del Ministero, per verificare il rispetto agli obiettivi indicati nel contratto di servizio, vale a dire efficienza e realizzazione del piano editoriale. Dal Governo arriva inoltre un monito a non praticare politiche commerciali che danneggino il mercato pubblicitario. Stop quindi agli eccessivi ribassi sui listini e anche attenzione agli affollamenti, curando che i break siano equamente distribuiti sui diversi canali. Anche sul rispetto dei tetti pubblicitari interverrà l’azione di controllo dell’Authority e del MISE. Sempre sul tema della riduzione degli sprechi, il nuovo contratto chiede la rimodulazione del numero di canali non generalisti per perseguire efficienza nei costi e valorizzazione delle risorse interne. Tornando sul piano di riorganizzazione delle news, ancora da varare, si ipotizza la riduzione delle testate giornalistiche e dispone il divieto di manipolazione occulta delle informazioni. Si fa inoltre obbligo alla Rai di diffondere trasmissioni informative in lingua inglese. Il testo “fortemente innovativo” come dichiarato dal Ministero stabilisce che la concessione ha durata decennale, mentre il contratto di servizio sarà stipulato ogni cinque anni e potrà definire durata e ambito dei diritti di sfruttamento radiofonico e televisivo negoziabili dalla società concessionaria. La concessione comprende la diffusione dei programmi tramite digitale terrestre e tutte le altre piattaforme distributive, e impone alla Rai di garantire la ricezione gratuita al 100% della popolazione. Sempre ai fini di garantire la massima trasparenza, si stabilisce che il canone possa finanziare solamente attività di servizio pubblico mentre il bilancio dovrà essere stilato separando ricavi provenienti dal finanziamento pubblico e entrate commerciali. La correttezza del bilancio sarà verificata e certificata da una società di revisione.