Autore: Redazione
13/12/2017

Per Unicom, la fusione con AssoCom sarà strategica per la rappresentatività della industry

Il presidente di Unicom, Alessandro Ubertis, sottolinea anche i benefici per la cultura e il “made in Italy” della comunicazione

Per Unicom, la fusione con AssoCom sarà strategica per la rappresentatività della industry

«È cosa buona e saggia». Così commenta a DailyMedia Alessandro Ubertis, presidente di Unicom, la proposta, resa pubblica ieri (e anticipata da DailyMedia) da Emanuele Nenna, che guida a sua volta AssoCom, di avviare il processo di fusione tra le due associazioni. «Naturalmente ci stiamo confrontando da un po’ di tempo - continua Ubertis - tant’è che noi abbiamo costituito un apposito tavolo di lavoro composto da Daniele Arduini, Maria Grazia Persico, Erica Lo Buglio e Gianluca Bovoli, con il coinvolgimento dell’avvocato Fiammetta Malagoli: ma saranno le rispettive assemblee a deliberare in merito. Con Nenna abbiamo piena sintonia sulla necessità di dar vita a un’unica associazione di rappresentanza della nostra industry, che sarebbe un unicum nella capacità di certificare la qualità delle imprese che ne vorranno far parte e che già adesso sarebbero circa 200, al momento equamente suddivise tra noi e quelle di AssoCom».

Garanzia di qualità

Il primo punto per il quale Ubertis auspica quindi la massima accelerazione del progetto, già condiviso con il Consiglio Direttivo di Unicom, è quindi quello di mettere a disposizione delle agenzie un ente che ne garantisca e certifichi i parametri qualitativi con cui operano. «Ma è anche “cosa saggia” – continua – perché, insieme, potremmo fare ancora più cultura, informazione e formazione per le associate rispetto a quanto già facciamo ora, e “storicizzare” i valori dei nostri “buoni padri” per produrre una comunicazione sempre migliore. Questa sarà anche una buona base per garantire il miglior futuro alla professione, al di là delle caratteristiche e dimensioni delle singole agenzie. Stiamo pensando, insomma, a un’associazione che rappresenti diritti e doveri delle agenzie e che faccia da piattaforma per una “buona comunicazione”». Ubertis, infine, sottolinea come, dall’auspicata integrazione tra un’AssoCom più “Milanocentrica” e un’Unicom più diffusa sul territorio, dove ci sono tante “piccole capitali” del Paese, possano emergere la qualità e il valore del “made in Italy” della comunicazione.