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Senza Mondiali perde anche l’Italia degli investimenti, l’1% dello spending

Autore: V Parazzoli


La forchetta della penalizzazione per la mancata qualificazione della Nazionale va da 70 a 125 milioni. Il parere di UPA, Publicis Media e GroupM

La mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali di Russia 2018 avrà di sicuro un pesante impatto negativo anche sul fronte degli investimenti, in marketing in generale e in comunicazione classica in particolare: lo stesso ma, all’opposto, in sottrazione, rispetto a  quello in positivo che veniva incorporato nei primi forecast sul trend dello spending pubblicitario per il prossimo anno già disponibili. E, così, Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente di UPA, che aveva detto solo pochi giorni fa che la presenza della nostra nazionale di calcio al torneo “valeva” un 1% degli investimenti, spiega ora a DailyMedia che l’esclusione da questo campionato ci costerà una cifra tra i 70 e i 100 milioni di euro di mancato incremento. Sassoli - che, nell’occasione, conferma sempre il suo +1,8% per quest’anno - resta comunque confidente che anche i prossimi 12 mesi si chiudano in positivo ma, inevitabilmente, con un tasso di crescita ridotto rispetto a una stima che, per altro, non ha ancora quantificato, in attesa dei riscontri della survey interna sulle intenzioni di spesa da parte delle aziende nel 2018 che UPA completerà il prossimo mese.

Broadcaster penalizzati

«Faremo specifiche valutazioni sugli ascolti dei gironi dei precedenti mondiali in cui ha giocato l’Italia e di quelli in cui non c’era - anticipa - ma, di sicuro, almeno 20 dei 100 milioni citati e, cioè, quelli investiti dagli sponsor del torneo, non ci saranno. Ma, purtroppo, ci aspettiamo un meccanismo “depressivo” più generale che potrebbe impattare sugli ascolti e sui conseguenti investimenti: non dimentichiamo che, di fatto, il calcio è un fatto collettivo e che su 32 picchi di ascolto negli ultimi due anni, 31 sono stati legati ad altrettante partite. I broadcaster saranno ovviamente quelli più penalizzati, e dovranno ripensare i loro palinsesti estivi: magari sarà anche un’opportunità di rilancio». Gli editori televisivi risparmieranno sui diritti - valutazioni indicano nell’ordine del 50% rispetto agli ultimi pacchetti - ma, al momento, non è dato sapere quali parteciperanno all’asta, con la novità di un interessamento, mai smentito, da parte anche di Mediaset, interessata a eventi free di grandi ascolti, come testimonia anche l’attuale gestione della Champions. Per altro, va capito se sempre Mediaset sia poi interessata anche per i diritti pay. In ogni caso, comunque, potrebbe quindi esserci una certa gara al rilancio con la Rai che, comunque, per motivi di “salute pubblica”, difficilmente si può immaginare non sia della partita. La Rai (la cui concessionaria avrebbe potuto puntare a un’ottantina di milioni se l’Italia fosse scesa in campo almeno nelle 3 partite iniziali) aveva beneficiato di una raccolta aggiuntiva, 3 anni fa, di 67 milioni che nel 2018 potrebbe scendere a 40. Per Sky era stata di una trentina di milioni, cifra che - se mai la piattaforma pay decidesse di stare in gioco - appunto, più o meno, si dimezzerebbe. A fronte di un obiettivo, sempre con l’Italia presente, che si poteva stimare di oltre 40.

Continuità di pianificazione
Norina Buscone

Un po’ meno pessimisti di Sassoli sulle conseguenze della nostra eliminazione dal torneo sono GroupM e Publicis Media, appositamente interpellati sempre dal nostro giornale. Il primo ha fornito proprio qualche giorno fa un forecast sul 2018 di crescita degli investimenti del 2,7% che, ora, sarà rivisto. «Una prima stima ci porta a ritenere che l’impatto negativo dell’uscita dell’Italia ai Mondiali si aggiri intorno allo 0,5- 0,6% degli investimenti adv, stima fatta a caldo che verrà rivista una volta affinata la valutazione - spiega Norina Buscone, vp Research GroupM Italy -. In ogni caso, nel bene e nel male, abbiamo valutato che l’incidenza sullo spending totale che, ricordiamo, nel 2017 si dovrebbe attestare intorno a 7,7 miliardi di euro, pari al +0,4% sul 2016, non dovrebbe andare oltre i decimali indicati. Certo, eventi come questi portano anche altri investimenti aggiuntivi e incrementali che non ci saranno ma, sostanzialmente, gli spender che intendono comunicare lo faranno comunque seguendo una normale programmazione, magari senza una concentrazione delle pianificazioni tra metà giugno e metà luglio del 2018. Inoltre, non dimentichiamo che, comunque, ci sono anche partite di grande appeal pur senza gli azzurri in campo. Anche la stampa sportiva sarà penalizzata ma, semmai, potrebbe essere più danneggiata l’area degli eventi e delle sponsorizzazioni pensati ad hoc per il torneo».

La raccolta incrementale  perde 80 milioni
Marco Robbiati

Sostanzialmente analoga l’analisi di Publicis Media, che valuta in circa 0,9 punti percentuali la perdita di investimenti causata dalla nostra mancata qualificazione al torneo. «Le nostre stime più aggiornate - spiega Marco Robbiati, responsabile ricerche del Gruppo - indicano per il 2017 una chiusura al +0,7%, per un totale di 8,4 miliardi di euro, con un +2,1% per il 2018, intorno a 8,7 miliardi. Previsioni che, ora, ridimensioneremo al +1,2%. Le nostre stime di raccolta aggiuntiva dei Mondiali erano di 125 milioni di euro che, ora, scendono a 45. Mancheranno gli investimenti specifici di alcuni sponsor e aziende che tradizionalmente legano le loro opportunità di business a eventi di questo tipo, per esempio catene di elettrodomestici e produttori di apparecchi televisivi. Ma, anche per noi, in sostanza, non si prefigura una situazione apocalittica».


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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