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Buzzfeed accusa, Facebook blocca le pagine del network Web365 in Italia

Autore: Redazione


L’editore fa il nome di una rete di siti colpevole di diffusione di notizie a carattere nazionalistico e anti immigrati, e il social network ne oscura i contenuti

Può capitare di rimanere basiti, e magari di innervosirsi di fronte al proliferare delle cosiddette fake news (e anche dinnanzi all’incredibile successo popolare che simili notizie ottengono. Che siano fasulli anche i commenti? Pare di no…). Poi arriva un sito americano, di quelli influenti, Buzzfeed, che decide di dedicare un servizio-inchiesta a un network di siti italiani di news, accusato di diffondere articoli “contro gli immigrati” e carichi di “retorica nazionalistica”, e soprattutto capace di raggiungere un pubblico su Facebook di circa 25 milioni di persone. Che fa Facebook? Dopo aver visionato l’articolo, in meno di un paio d’ore cancella buona parte delle fanpage dei siti citati.

Una rete di 175 domini

Il network sarebbe riconducibile alla Web365 Srl, società con sede a Frascati, Roma, di proprietà di Giancarlo Colono. La rete di siti di Web365, secondo quello che scrive il sito americano, si compone di 175 domini di siti di notizie che si occupano di cronaca, salute, calcio (il più noto è forse Calciomercato.it), scommesse e animali domestici. Il portale dal quale è partita l’inchiesta è Direttanews.it, testata giornalistica registrata presso il tribunale di Velletri e, si legge nella gerenza, diretta da Cinzia Zando, la quale risulta iscritta all’ordine dei pubblicisti del Lazio.

Più like del Corsera

Buzzfeed non fa sconti e accusa la testata di fare “pseudo-giornalismo”, il sito di vivere di “clickbaiting virale”, tramite “titoli fuorvianti”, “tragici eventi di cronaca” e “retorica islamofoba”. DirettaNews aveva una pagina con circa 3 milioni di like, racconta Buzzfeed, prima che Facebook la chiudesse in queste ore, “più di alcune delle testate più grandi italiane come il Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport”, ma rispetto al Corriere poteva vantare anche più condivisioni dei pezzi pubblicati (circa 5 milioni negli ultimi 12 mesi).

I numeri dei siti oscurati

A dispetto di questa considerevole viralità in rete, Direttanews.it ha un traffico medio mensile nell’ultimo anno di circa 1,5 milioni di utenti (che non sono pochi, ma meno rispetto alle persone raggiunte sui social), mentre il Corriere nello stesso periodo ne conta circa 85 milioni (dati Similarweb). Mentre il secondo tassello della galassia di questi siti raccontati da Buzzfeed e riconducibili all’attività imprenditoriale di Colono, iNews24.it, conta circa 600mila utenti in media negli ultimi 12 mesi, con 1,5 milioni di like alla pagina Facebook, anche questa chiusa dal social network nelle ultime ore, nonostante, come scrive Buzzfeed, abbia prima certificato le pagine come autentiche.

Non si parla di fake news

L’inchiesta di Buzzfeed non parla mai in modo diretto di fake news. Non sembra un network di bufale come quello descritto da AGI lo scorso dicembre e che diffondeva notizie inventate di sana pianta su alcuni alti rappresentanti delle istituzioni italiane. Di Stefano (Casapound) batte tutti in tv o Erdogan che parla dell’inesistenza di un Islam moderato (ne aveva parlato il network russo RTV), o il ferimento di una vigilessa di Salerno in una rissa tra immigrati (notizia apparsa anche su Repubblica), le tensioni a Sassari tra migranti e popolazione locale. Da quello che si può verificare consultando le agenzie e i giornali, sono tutte notizie di fatti realmente accaduti, ma con titoli fatti apposta per suscitare indignazione nel lettore. Ma ci sono anche delle notizie false riprese da altre testate, come il caso del migrante ubriaco che ha aggredito l’infermiera di Rapallo, ma poi si è scoperto che non era un migrante ma un uomo della zona (ma la notizia è ancora online). Non a caso Laura Boldrini, oggetto di uno questi articoli, descrive quella di Buzzfeed come un’inchiesta “Che rivela come milioni di cittadini italiani siano ogni giorno vittima di informazione spazzatura”.

La Luce di Maria

Buzzfeed ha inoltre raccontato di un legame del signor Colono con un’associazione cattolica, La Luce di Maria, “la cui missione è diffondere la verità nel mondo”, su politica, religione e società. Un’associazione che non sembra essere collegata però alle sue attività di imprenditore, quanto piuttosto al suo credo religioso. Il sito Lalucedimaria.it ha contenuti palesemente religiosi, in alcuni casi antiscientifici, ma non è una testata giornalistica, né sembra volersi spacciare per tale. Parla di aborto, racconta delle preghiere di Papa Francesco e riporta testimonianze di conversione, non senza nette prese di posizione contro la “cultura gender”. Alcuni dei siti di Colono avrebbero condiviso sulle proprie fanpage gli articoli de Lalucedimaria.it, come dimostrano alcuni screenshot. A seguito dell’articolo Facebook ha messo offline anche la pagina del sito ulta cattolico.

La prima volta

Si tratta probabilmente della prima azione di Facebook di pulizia delle fanpage, dopo gli allarmi lanciati nelle scorse settimane di possibili ingerenze di fake news nella prossima campagna elettorale. Ma di sicuro la seconda in 10 mesi, dopo il network mix di siti di bufale, fake news e cattiva informazione di Matteo Ricci Mingani.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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