Autore: Redazione
16/01/2017

L’informazione ai tempi del mobile, dal WSJ a Snapchat

L’utilizzo dei video è ormai un obbligo per l’informazione, e nel caso di un sito come NowThis diventa l’unico mezzo

L’informazione ai tempi del mobile, dal WSJ a Snapchat

di Veronica Cantono, studentessa al Master in Comunicazione e Media Digitali de Il Sole 24 Ore

Come si stanno adattando all’era mobile i mezzi di informazione della carta stampata? Come riescono a coinvolgere un pubblico abituato a scrollare lo schermo e sempre meno avvezzo a voltare pagina? L’utilizzo dei video è ormai un obbligo per l’informazione, e nel caso di un sito come NowThis diventa l’unico mezzo. Claudio Semenza, giornalista, esperto di nuovi media - intervenuto all’evento Upgrade Mobile Summit di Milano, organizzato da Upgrade Italia a Palazzo Mezzanotte di Milano - ha ragionato proprio su quali strategie stanno usando alcuni brand cartacei forti e consolidati, come i quotidiani statunitensi The Wall Street Journal e The New York Times, per essere competitivi rispetto all’esperienza prorompente di   sito che si presenta su Facebook come “NowThis, all the videos you need to stay on the news”.

I due giornali, allora, provano a guardare al futuro attraverso strategie a lungo termine. The Wall Street Journal ha deciso di puntare su Snapchat, il social che raggiunge il 41% degli americani tra i 18 e i 34 anni. Questa fascia di età non rappresenta il target del giornale che infatti, attraverso Snapchat, sta incontrando una nuova audience di potenziali lettori caratterizzati dalla necessità di risultare coinvolti in un contesto dialettico e non solo informativo. Allo stesso modo, il New York Times ha capito che l’informazione può acquisire valore soprattutto se veicolata attraverso video che aiutano il consumatore dell’informazione stessa a sentirsi partecipe, a vivere in prima persona l’esperienza della notizia.

Così nasce NYTVR: la realtà virtuale (VR) incontra i contenuti del New York Times, permettendo al lettore-spettatore di essere al centro di un’esperienza immersiva a 360 gradi. Attraverso la VR l’informazione si distanzia sempre di più dalla notizia per avvicinarsi allo storytelling, un racconto totale che produce un’esperienza ricca di contenuti. Come dichiara Sam Dolnick, voce interna del New York times, nessuno sa davvero dove porterà la realtà virtuale, ma è necessario indagare le varie possibilità perché il futuro si costruisce, appunto, con la sperimentazione. In fondo, “Kids who’ve had the VR experience have a new set of expectations of what it should mean to interact with a computer. Imagine what they’ll expect by the time they’re 18”. 

Per quanto riguarda la VR in Italia, all’evento milanese è intervenuto Fabio Stabile, di Fondamedia, che ha realizzato un video in realtà virtuale in occasione del popolare evento “Floating Piers” sul Lago d’Iseo, imperniato sulla ormai arcinota passerella di Christo. Attraverso il filmato chiunque può trovarsi immerso nell’esperienza di un progetto irripetibile nella storia. Per concludere, prendendo esempio, dunque, dalle due prestigiose testate americane, in Italia gli editori dovrebbero continuare a dedicarsi alla produzione di contenuti di qualità tenendo presente che i mezzi di comunicazione sono in continuo cambiamento. E questo necessita un costante aggiornamento, spirito d’iniziativa, coraggio di investire a lungo termine in progetti innovativi; oltre a competenza e speranza nel futuro, per rendere l’informazione sempre migliore.