Autore: Redazione
16/01/2017

Instagram Stories, dopo la pubblicità quale il futuro per gli editori?

È il tema di un articolo del Wall Street Journal: nel lancio di settimana scorsa, infatti, non è previsto alcun modello di monetizzazione per i publisher

Instagram Stories, dopo la pubblicità quale il futuro per gli editori?

Settimana scorsa Instagram ha annunciato il debutto della pubblicità su Stories. Una novità importante, che apre a nuove opportunità di comunicazione per i brand. Ma qual è il rapporto tra editori e Instagram Stories. Alla domanda ha cercato di rispondere il Wall Street Journal. Se, infatti, Instagram Stories è assimilabile a Snapchat Stories, dal punto di vista dei publisher Instagram Stories è l’anti Discover, la sezione dell’app del fantasmino in cui è presente un gruppo selezionato di editori. La testata sottolinea come Instagram non garantisca agli editori alcuna entrata mentre Snapchat riserva ai propri partner parte dei ricavi sulla base di un modello di revenue share. Inoltre Instagram Stories è utilizzabile da qualsiasi publisher mentre l’accesso a Discover è circoscritto a una ristretta rosa di nomi. Secondo il WSJ, molti publisher sono convinti che prima o poi una fetta della torta arriverà anche per loro. Instagram non ha voluto commentare i propri piani di business per il futuro. Gli annunci su Instagram Stories sono molto simili a quelli di Snapchat. Gli spazi commercializzati sono verticali e sono di due tipologie: video di 15 secondi o foto statiche erogate per cinque secondi. Secondo James Quarles, vice presidente di Instagram, circa un terzo dei contenuti più visti su Stories proviene da aziende, incluse quelle editoriali. “Gli editori sono dei grandi creatori di storie - ha precisato -. Loro hanno degli asset fantastici”. Brian Sugar, founder e amministratore delegato della compagnia editoriale PopSugar, si è detto soddisfatto dei volumi di audience raggiunti attraverso Stories ed è fiducioso dell’arrivo di inedite modalità di monetizzazione. Tuttavia per Bryan Goldberg, a capo del digital outlet Bustle, la produzione di contenuti per Stories non è semplice e deve essere diversificata da quella rivolta al normale feed della piattaforma. Instagram “aiuta i publisher a sviluppare il loro brand. Ma non è ancora  al centro delle nostre strategie di monetizzazione”. L’audience di Bustle su Instagram è schizzata da 200mila persone a circa 1,4 milioni solo nel corso dell’ultimo anno. “Il fatto che loro abbiano aperto le porte alla pubblicità dovrebbe portare a delle novità”. L’assenza di un programma di monetizzazione dedicato agli editori nell’ambito del lancio pubblicitario sorprende e non poco, perché Instagram non mette pressione a Snapchat su questo tema. Al netto della mancanza di elementi concreti, si può solo pensare che Instagram segua l’evoluzione del percorso di Facebook in materia di innovazioni pubblicitarie. E che anche gli editori possano presto essere premiati.