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Discontinuità: cause e conseguenze

Autore: Redazione


Remo Lucchi, presidente di Eumetra espone come lo stato socio-economico attuale sia difficile da prevedere e come l’offerta debba continuamente adattarsi alle nuove tendenze e ai nuovi bisogni

Di Remo Lucchi

La discontinuità è imprevedibilità, è disagio e incertezza del futuro. Trova le sue radici nella società e nella sua evoluzione, rapida e imprevedibile, e sembra che, per quanto recente, sarà permanente. Facciamo il punto su alcune delle cause che hanno portato allo stato di discontinuità, analizzando la situazione socio-economica mondiale dal secondo dopoguerra ad oggi. Prima del periodo post bellico, che ha segnato questo cambiamento, l’evoluzione sociale si sviluppava in “continuità” ed era in buona misura prevedibile: ciò in quanto gli elementi causali dell’evoluzione erano sostanzialmente sempre gli stessi. Ora invece le origini di un avvenimento sociale sono più ampie e hanno un numero di attori molto maggiore, rendendolo così molto meno prevedibile. Il periodo che va dalla metà del secolo scorso, fino alla fine degli anni ’80, ha visto una spirale positiva – innescata dalla ricostruzione post bellica - molto ben gestita.

Questo ha portato la gente a soddisfare non solo i bisogni basici dell’avere, ma anche quelli secondari e ha cominciato a voler, e poter, studiare. L’istruzione, a livello popolare, è il primo tassello nell’insieme della discontinuità: è causa fondamentale della capacità critica negli individui, e della progressiva cessazione dell’esistenza delle masse (che erano invece agenti fondamentali della “continuità”). I 20 anni che seguono, dalla caduta del muro di Berlino, fino all’inizio della crisi (2008), sono caratterizzati dall’avvio alla globalizzazione. Questa ha permesso le esportazioni dall’Est del Mondo (in particolare della Cina) all’Occidente, comportando due problemi che non erano stati previsti: l’incapacità, da parte delle imprese occidentali, di affrontare una tale concorrenza e l’avvio, con progressioni importanti, del fenomeno della delocalizzazione produttiva. Entrambi hanno innescato imprevedibilità decisionale, incertezze imprenditoriali, rischi e instabilità, oltre a importanti conseguenze sulla Gente e sul Mondo Economico-Finanziario.

La gente, ora più istruita, aveva maggiore capacità di leggere gli accadimenti e cominciava a mettere in dubbio tutti i riferimenti importanti di Stato, ideologie e Partiti Politici. Si innesta la crisi della “comunità dei valori”. Il mondo economico in questo periodo si concentrava sugli investimenti a breve termine al fine di ottenere un ritorno quasi immediato; il fondamento era produrre nell’Est e vendere nell’Ovest del Mondo. E anche la finanza si adattò rapidamente: prese avvio “la finanza sulla finanza”, che generava prodotti finanziari dove il concetto di solidità era inesistente.

Ma si può parlare di discontinuità vera e propria solo dal 2008 a oggi, dove, per la prima volta nella storia, ci si è trovati di fronte ad una deflagrazione sociale davvero epocale. Le principali caratteristiche sociali che hanno comportato la discontinuità sono molteplici; dalla scomparsa delle “masse” acritiche e dipendenti da entità ritenute superiori; alla gente che diventa molto più relazionale e sociale, e che è capace di relazionarsi e giudicare le entità sociali con le quali viene in contatto, pubbliche o private che siano; gente che però ha molti meno soldi e non ha più la sicurezza del lavoro. Inoltre le persone, nella discontinuità, reagiscono cercando nuovi riferimenti, desiderano stare bene, nel corpo, nella mente, con gli altri, nell’ambiente in cui vivono e non hanno obiettivi di soldi: vogliono semplicemente continuare a lavorare, perseguendo i valori di etica e sostenibilità. E così mentre la gente sta ridefinendo nuovi obiettivi, seppur con difficoltà realizzative e un forte bisogno di aiuto, l’offerta - di Media/ Beni/ Prodotti/ Servizi - va ancora in continuità con il passato: è ancora centrata su se stessa, non tiene minimamente conto delle nuove esigenze.

Attenzione però; è vero che la gente non sa quello che vuole, ma sa giudicare quello che viene offerto, sa premiare – con fedeltà, e con un ottimo passaparola -, e sa punire - con l’abbandono, e con un pessimo passaparola. In futuro quindi l’offerta dovrà essere dalla parte della gente: dovrà studiarla, dovrà capirne i bisogni. La vera complessità comunque deriverà dal fatto che la discontinuità sarà purtroppo continua, e la complessità consisterà nel continuo sforzo di capire e di saper anticipare. Ci dovrà essere una metodologia strategica e bisognerà essere sempre sorprendenti: sia nella proposta di prodotto che nella gestione della relazione con il cliente. Per quanto riguarda il prodotto, la domanda dovrà essere studiata da tutti i punti di vista per essere in grado di prefigurarne i bisogni. Quindi importante investimento in ricerca, sia sociologica per capire, sia tecnologica per produrre. Mentre per quanto riguarda la relazione con il cliente, bisognerà essere sorprendenti: dare al cliente più di quanto non si aspetti, nelle condizioni, nelle attenzioni, nelle iniziative intraprese, nelle gentilezze. In gergo umano si direbbe che bisogna fare degli atti di amore vero, amore che non si basa su un do ut des.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 29/04/2024


L’ACI mette a bando 3 milioni di euro per il servizio biennale di ideazione, produzione e pianificazione di nuove campagne pubblicitarie

L’Automobile Club d’Italia ha emesso un bando per l’affidamento del servizio di ideazione e realizzazione di campagne di comunicazione per ACI stessa, del valore di 3 milioni di euro al netto di Iva in 24 mesi a partire dal prossimo mese di febbraio. Termine per il ricevimento delle offerte:30 maggio 2024. Tra i requisiti richiesti ci sono quello di un fatturato globale maturato nel triennio precedente almeno pari a 6 milioni Iva esclusa, e di aver eseguito negli ultimi tre anni di almeno 2 campagne di comunicazione esterne realizzate per pubbliche amministrazioni/privati con un progetto creativo e un piano media articolato su base nazionale, di cui almeno una con un piano media di valore pari o superiore a 1,5 milioni, Iva esclusa . Finalità La finalità delle precedenti campagne è stata di raccontare valori, capacità, funzioni di ACI e di diffonderne la “mission”: rappresentare gli interessi, le ambizioni, le evoluzioni degli automobilisti contemporanei, non più intesi solo come “proprietari di veicoli” ma soprattutto quali cittadini che necessitano di mobilità sostenibile, sicura, individuale e interconnessa con quella collettiva. ACI ha inteso, inoltre, evolvere il suo ruolo, in funzione delle trasformazioni della società, estendendo la sua attenzione a tutte le modalità con cui si compone oggi la mobilità individuale, di cui fruiscono tutti i cittadini non solo gli automobilisti, e integrando il concetto di mobilità sostenibile che deve essere certamente a minor impatto ambientale ma, altresì, anche con sempre maggiore la sicurezza stradale e, soprattutto, accessibile a tutti. ACI intende quindi perseguire questo percorso per i prossimi due anni, sviluppando campagne istituzionali/sociali, con adeguate pianificazioni nazionali, rinnovando le campagne specifiche legate ai servizi/prodotti offerti, proseguendo la comunicazione sui temi della Sicurezza Stradale e della corretta guida che ogni anno avranno un focus specifico, supportando con azioni di comunicazione specifiche le proprie articolate attività, ad iniziare da quelle sportive e associative. Obiettivi Al fine di accrescere awareness, autorevolezza e credibilità sia presso il grande pubblico italiano (protagonisti o fruitori della mobilità) come presso gli influenti di settore e gli interlocutori istituzionali, si reputa necessario che la comunicazione abbia come direzione: 1. Raccontare ACI in un’unica narrazione istituzionale, finalizzata ad ottimizzare e incrementare la corretta reputazione del brand, che successivamente si declina, in modo originale ma sempre riconoscibile, nelle diverse attività di comunicazione che saranno richieste; 2. Diffondere la vision di ACI e i valori del brand per sostenere una nuova consapevolezza, presso i target indicati, del vero e attuale posizionamento di ACI e del suo ruolo attivo nel processo di innovazione del Paese. 3. Promuovere e consolidare la consapevolezza della qualità, efficienza e innovazione dei prodotti e servizi che ACI offre, anche nei confronti di un pubblico meno attiguo al mondo ACI, per semplificare e migliorare le esigenze di mobilità.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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