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ContactLab presenta il rapporto sul settore del lusso in Cina: «È e sarà, la forza trainante»

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La società, che ha chiuso il 2016 con un bilancio di 15,2 milioni di euro, ha analizzato la crescita del comparto in uno Stato che rappresenta il 30% del giro d’affari mondiale del “luxury”, in patria e all’estero

Girando per Milano, specialmente nelle stagioni dal clima più piacevole, capita di incontrare vere e proprie file di stranieri carichi di sacchetti che portano simboli e nomi di grande spicco nel mondo del lusso. Nella metropoli lombarda, come in alcune altre città italiane, ci sono flussi di abbienti turisti dello shopping: ma i marchi del settore riescono a vendere anche sul digitale nel loro territorio? ContactLab, in collaborazione con Exane BNP Paribas, ha realizzato un rapporto esaminando il mercato cinese, che nel 2016 rappresenta da solo il 16% del giro d’affari del lusso mondiale all’interno dei suoi confini, con una crescita del 10% rispetto all’anno precedente, e il 30% se si considera sia chi compra in patria sia chi acquista all’estero. In realtà “Chinese Luxury Demand Momentum: A few original data points” - questo è il nome del report - suggerisce che il traffico di turisti in via Montenapoleone calerà, perché il movimento di capitali dello shopping di lusso si sta consolidando sempre più nel mercato domestico (nonostante l’alta tassazione imposta dal mercato cinese). E il trend avanza a grandi falcate di trimestre in trimestre. Nel 2016, se confrontato con i periodi corrispettivi del 2015, la crescita è stata ininterrotta, dal 5% del Q2 al 25% del Q4. Non combacia con questa tendenza l’incremento dei ricavi legato ai brand del lusso generati dai turisti cinesi, che ha iniziato a decollare dal +5% del terzo trimestre del 2016, per un Q4 da +15%. Il mercato cinese nel 2017 Questi dati danno buone sensazioni per il 2017, in cui ci si aspetta un incremento a due cifre nel mercato domestico, grazie anche alla spinta data dal Capodanno Cinese e all’incredibile crescita dello shopping locale dell’ultimo trimestre (25%). La penetrazione dell’ecommerce nel Paese, dove si registra il 7-8% di vendite online sulle vendite totali, è in linea con il resto del mondo. Sviluppo dei siti È stato profuso un grande sforzo per l’adattamento in lingua cinese dei siti e per il ritocco dei contenuti in base alla cultura del luogo, utile per renderli più efficaci. Ma tradurre un sito non basta. «È importante la capacità di dare una customer experience locale. I retailer si stanno dimostrando più preparati dei monobrand, e si nota anche una sorta di contrapposizione tra la proposta di un’esperienza del lusso e l’attenzione agli strumenti tecnici. Amazon per esempio offre degli strumenti tecnici molto potenti, come il caring e il trust, ma presenta i prodotti di lusso esattamente come gli altri», spiega Massimo Fubini, CEO di Contactlab. L’attenzione ai dettagli è un altro fattore cruciale. Sono molto pochi i brand che hanno attivato asset particolarmente strategici sul mercato cinese come le customer reviews, la funzione “pay by someone else”, l’esplicitazione del luogo di produzione del prodotto (il “made in Italy”, ad esempio). Ma anche la consegna in 1-2 giorni lavorativi, un’ampia scelta di sistemi di pagamento e l’assistenza in live-chat (pratiche che quasi totalità dei monomarca europei non fornisce, e che invece gli operatori e-commerce cinesi garantiscono ben conoscendone l’importanza per il consumatore locale).   Massimo Fubini L’effetto della comunicazione La comunicazione digitale svolge un ruolo cruciale sui clienti cinesi. Un A/B test condotto da ContactLab ha dimostrato che l’incremento di fatturato medio annuale su singolo cliente cresce tra il 20 e il 60% sulle persone raggiunte da email marketing (rispetto a persone non esposte a pubblicità). Anche utilizzare testimonial famosi è un buon mezzo per migliorare le vendite: questa pratica è svolta da 18 su 32 brand internazionali presi a campione dall’analisi. La clientela del settore lusso è composta da consumatori ispirazionali, e creare un’esperienza diventa una leva molto efficace. «Oggi la sfida più importante è l’integrazione dei dati tra mondo cinese e mondo occidentale – spiega Massimo Fubini, CEO di Contactlab - . La quota di cinesi che acquistano all’estero è molto elevata, è quindi sempre più necessario poter conoscere i propri clienti e crearne un profilo unico e accessibile dalla casa madre al di là delle barriere tecnologiche o culturali. Queste informazioni vanno centralizzate poiché attraverso la conoscenza dei dati è possibile fare la differenza nella relazione». «La Cina è, e sarà ancora, per i prossimi anni la forza trainante del settore lusso - analizza il senior advisor di Contactlab, Marco Pozzi - . E’ un paese fortemente digitalizzato, con una forte penetrazione del canale ecommerce. Per queste due ragioni sorprende rilevare che alcuni tra i principali brand del lusso non abbiano ancora sviluppato un canale ecommerce diretto, tra questi Hermes, Louis Vuitton, Gucci, Prada, Tiffany. Gli e-tailers locali hanno velocemente coperto questo vuoto, e oggi tutti i marchi hanno online stores più o meno ufficiali (e spesso a loro insaputa) su Tmall, JD.com, Secoo.com, 5Lux.com. Perfino Celine, notoriamente restia al mondo digitale e al canale ecommerce, può vantare un “Flagship online store” su Secoo! Tra le note positive invece Ferragamo e Chanel che hanno appena lanciato il loro ecommerce lo scorso dicembre». Fatturato e andamento di ContactLab In occasione della conferenza stampa organizzata per presentare la ricerca, ContactLab ha comunicato anche qualche dato di bilancio. Il 2016 si è chiuso con un fatturato di 15,2 milioni di euro. «Abbiamo raggiunto il target al 100%», commenta Gian Luca Ottino, Chief Financial Officer di ContactLab. Nel corso dell’anno è entrato nell’azionariato P101, consentendo un aumento di capitale che ha supportato la costruzione della nuova offerta. La piattaforma Engagement Marketing risolve le principali esigenze di raccolta, interpretazione e utilizzo del dato: dal tracciamento delle attività (digitali e non) per la definizione delle preferenze dell’utente, all’analisi dei dati per l’identificazione dei micro segmenti e la costruzione di contenuti dinamici e personalizzati per l’esecuzione di campagne multi-canale per instaurare una vera relazione one-to-one. Ci sono poi strumenti come ContactHub, lanciato pochi giorni fa, lancerà presto ContactOne, capace di tracciare l’attribution e ricondurre al sales che ha dato il supporto fondamentale per concludere l’acquisto, e ContactData, che utilizza machine learning e AI per l’interpretazione dei dati e la costruzione di macrocategorie di utenza (anche questa sarà lanciata nel 2017), e ha già reso disponibili ContactPlan, utile per creare e gestire campagne multi-canale sui target individuati, e ContactSend, per la creazione di contenuti responsive accessibili e personalizzabili dinamicamente.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 29/04/2024


L’ACI mette a bando 3 milioni di euro per il servizio biennale di ideazione, produzione e pianificazione di nuove campagne pubblicitarie

L’Automobile Club d’Italia ha emesso un bando per l’affidamento del servizio di ideazione e realizzazione di campagne di comunicazione per ACI stessa, del valore di 3 milioni di euro al netto di Iva in 24 mesi a partire dal prossimo mese di febbraio. Termine per il ricevimento delle offerte:30 maggio 2024. Tra i requisiti richiesti ci sono quello di un fatturato globale maturato nel triennio precedente almeno pari a 6 milioni Iva esclusa, e di aver eseguito negli ultimi tre anni di almeno 2 campagne di comunicazione esterne realizzate per pubbliche amministrazioni/privati con un progetto creativo e un piano media articolato su base nazionale, di cui almeno una con un piano media di valore pari o superiore a 1,5 milioni, Iva esclusa . Finalità La finalità delle precedenti campagne è stata di raccontare valori, capacità, funzioni di ACI e di diffonderne la “mission”: rappresentare gli interessi, le ambizioni, le evoluzioni degli automobilisti contemporanei, non più intesi solo come “proprietari di veicoli” ma soprattutto quali cittadini che necessitano di mobilità sostenibile, sicura, individuale e interconnessa con quella collettiva. ACI ha inteso, inoltre, evolvere il suo ruolo, in funzione delle trasformazioni della società, estendendo la sua attenzione a tutte le modalità con cui si compone oggi la mobilità individuale, di cui fruiscono tutti i cittadini non solo gli automobilisti, e integrando il concetto di mobilità sostenibile che deve essere certamente a minor impatto ambientale ma, altresì, anche con sempre maggiore la sicurezza stradale e, soprattutto, accessibile a tutti. ACI intende quindi perseguire questo percorso per i prossimi due anni, sviluppando campagne istituzionali/sociali, con adeguate pianificazioni nazionali, rinnovando le campagne specifiche legate ai servizi/prodotti offerti, proseguendo la comunicazione sui temi della Sicurezza Stradale e della corretta guida che ogni anno avranno un focus specifico, supportando con azioni di comunicazione specifiche le proprie articolate attività, ad iniziare da quelle sportive e associative. Obiettivi Al fine di accrescere awareness, autorevolezza e credibilità sia presso il grande pubblico italiano (protagonisti o fruitori della mobilità) come presso gli influenti di settore e gli interlocutori istituzionali, si reputa necessario che la comunicazione abbia come direzione: 1. Raccontare ACI in un’unica narrazione istituzionale, finalizzata ad ottimizzare e incrementare la corretta reputazione del brand, che successivamente si declina, in modo originale ma sempre riconoscibile, nelle diverse attività di comunicazione che saranno richieste; 2. Diffondere la vision di ACI e i valori del brand per sostenere una nuova consapevolezza, presso i target indicati, del vero e attuale posizionamento di ACI e del suo ruolo attivo nel processo di innovazione del Paese. 3. Promuovere e consolidare la consapevolezza della qualità, efficienza e innovazione dei prodotti e servizi che ACI offre, anche nei confronti di un pubblico meno attiguo al mondo ACI, per semplificare e migliorare le esigenze di mobilità.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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