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Come creare una campagna di Influencer Marketing passo per passo

Autore: Redazione


Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata all’Influencer Marketing. In questo episodio Karim De Martino ci porta attraverso le varie fasi della realizzazione di una perfetta campagna con Influencer

Di Karim De Martino
Karim@instabrand.com 

Secondo molti, il 2017 è ufficialmente l’anno della consacrazione dell’Influencer Marketing: eMarketer ha pubblicato uno studio secondo cui 2/3 delle aziende sta utilizzando questo canale. I player di settore iniziano a moltiplicarsi, così come le offerte sui diversi livelli di servizio: manager, agenzie, piattaforme, editori. Ognuno trova un posto nella filiera che mette in contatto i brand con gli influencer, ma quali sono realmente i passaggi da seguire affinché una campagna abbia successo? E come intervengono creatività e tecnologia in questo processo?

Fase1-Stabilire i propri obiettivi

Visibilità, Engagement, Conversioni, Sentiment… gli obiettivi di una attività con influencer possono essere i più diversi e prima di tutto bisogna chiedersi quali sono quelli della nostra campagna. La Visibilità si raggiunge facilmente con una alta reach e views. L’Engagement misura il numero di like, share e commenti. Le Conversioni sono solitamente iscrizioni a form, acquisti online, download di app. Infine il Sentiment esprime la percezione che gli utenti hanno della marca. Spesso e volentieri una campagna include più di un obiettivo, motivo per cui a OpenInfluence come prima cosa chiediamo ai clienti di compilare un form nel quale ordinare queste voci e condividere le loro aspettative.

Fase 2 - Definire l'audience

Pensando all’influencer come ad una testata è evidente che ognuno ha una diversa audience, questa è più importante dell’influencer stesso al fine del successo di una campagna. Il cliente deve avere chiaro in mente a che tipo di pubblico si vuole rivolgere, questo impatterà sulle successive fasi come la strategia creativa e la scelta dell’influencer. D’altra parte definire l’audience è inutile se chi ci propone la campagna non ha visibilità sui “big data”, come spesso accade ad agenzie di management, digital PR e a volte agli stessi influencer. Sembra paradossale, ma l’accesso ai dati è ancora molto limitato, per questo OpenInfluence ha sviluppato una sua tecnologia proprietaria che fotografa la composizione della audience di oltre 200.000 profili, permettendo di includere nella pianificazione solo quelli il cui pubblico è realmente a target.

Fase 3 - La strategia creativa

Nella sua esperienza con oltre 2.000 campagne in quattro anni, OpenInfluence ha misurato che là dove c’è una strategia creativa alla base di una campagna, l’engagement rate è mediamente superiore del 25% al valore medio, questo significa che anche per un Influencer partecipare ad un progetto “creativo” migliora la qualità del proprio profilo. La strategia creativa deve tenere conto dell’audience di riferimento e dei canali che si vogliono utilizzare. Ecco perché il semplice product placement è meno efficace, soprattutto quando diventa “seriale”. OpenInfluence ha un team creativo interno che si occupa di costruire progetti ad hoc, mentre l’errore in cui è facile cadere è quello di pensare che basti mandare un prodotto all’influencer e aspettare un post. Quante volte vi è capitato di vedere una beauty blogger che elogia una crema viso e dopo pochi post fare lo stesso con un prodotto competitor, mostrandolo il packaging allo stesso identico modo?

Fase 4 - Selezionare gli influencer

Di questo punto abbiamo parlato lungamente nello scorso numero della rubrica, sottolineando quanto sia importante tenere in considerazione tre fattori: reach, engagement e credibilità. Anche qui Open-Influence viene in aiuto dei brand con un potente tool di analisi che fornisce questi dati in un’unica dashboard interattiva. Analisi dei big data (hashtag, mention, location), IA & machine learning, riconoscimento delle immagini: il più sofisticato software per trovare influencer disponibile sul mercato!

Fase 5 - Messa in opera e distribuzione

A questo punto gli influencer che abbiamo selezionato per la campagna, allineandoci con obiettivi e strategia, devono metterla in pratica. È come avere un orchestra dove ogni elemento utilizza il suo strumento per comporre la melodia e qui è fondamentale un direttore d’orchestra. Nel nostro caso, abbiamo sviluppato un tool che si chiama “Intermix” e permette di condividere con i clienti e pianificare su un calendario i contenuti prodotti dagli influencer. Il tutto sotto la supervisione di un Campaign Manager perché, diciamocelo, avere a che fare con Influencer non è come pianificare una campagna banner, qualcuno di voi se ne sarà accorto sulla propria pelle. La distribuzione poi può essere amplificata dalla sponsorizzazione dei contenuti prodotti dagli influencer sotto forma di post adv. Negli Stati Uniti questa pratica è ormai una consuetudine e permette di andare a raggiungere la propria audience al 100%, superando le limitazioni della “reach organica”.

Fase 6 - Misurare i risultati

Vi è successo di fare una campagna di PR e ricevere come report solo un PDF con gli screenshot? Vi è andata meglio e avete ricevuto un file XLS? Questo è quello che accade quando il vostro partner non dispone di una tecnologia proprietaria per l’analisi delle campagna. Sapere se abbiamo raggiunto i risultati e quali degli influencer hanno contribuito maggiormente è fondamentale per valutare ogni attività futura, ecco perché a Open Influence diamo accesso in tempo reale alla piattaforma di reportistica attraverso cui il cliente può seguire l’andamento della campagna, accedendo a reach, visualizzazioni (dove misurabili) ed engagement sulle diverse piattaforme, incluse le storie live di Instagram e Snapchat. Inoltre, quando sul piatto ci sono grossi budget, è fondamentale avere una overview “in corsa” della campagna, per aggiustare il tiro e ottimizzare l’investimento se necessario.   In conclusione, sul mercato ci sono player che vi possono studiare una strategia, altri che vi possono suggerire gli influencer e altri ancora che vi possono mettere a disposizione piattaforme tecnologiche per gestire le campagne (anche self-service, ma non è il nostro caso) e misurare i risultati, ma una campagna di Influencer Marketing necessità di tutti questi elementi e OpenInfluence ha voluto posizionarsi come soluzione “chiavi in mano”, una scelta vincente che ci rende il partner ideale per campagne scalabili e di successo.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 29/04/2024


L’ACI mette a bando 3 milioni di euro per il servizio biennale di ideazione, produzione e pianificazione di nuove campagne pubblicitarie

L’Automobile Club d’Italia ha emesso un bando per l’affidamento del servizio di ideazione e realizzazione di campagne di comunicazione per ACI stessa, del valore di 3 milioni di euro al netto di Iva in 24 mesi a partire dal prossimo mese di febbraio. Termine per il ricevimento delle offerte:30 maggio 2024. Tra i requisiti richiesti ci sono quello di un fatturato globale maturato nel triennio precedente almeno pari a 6 milioni Iva esclusa, e di aver eseguito negli ultimi tre anni di almeno 2 campagne di comunicazione esterne realizzate per pubbliche amministrazioni/privati con un progetto creativo e un piano media articolato su base nazionale, di cui almeno una con un piano media di valore pari o superiore a 1,5 milioni, Iva esclusa . Finalità La finalità delle precedenti campagne è stata di raccontare valori, capacità, funzioni di ACI e di diffonderne la “mission”: rappresentare gli interessi, le ambizioni, le evoluzioni degli automobilisti contemporanei, non più intesi solo come “proprietari di veicoli” ma soprattutto quali cittadini che necessitano di mobilità sostenibile, sicura, individuale e interconnessa con quella collettiva. ACI ha inteso, inoltre, evolvere il suo ruolo, in funzione delle trasformazioni della società, estendendo la sua attenzione a tutte le modalità con cui si compone oggi la mobilità individuale, di cui fruiscono tutti i cittadini non solo gli automobilisti, e integrando il concetto di mobilità sostenibile che deve essere certamente a minor impatto ambientale ma, altresì, anche con sempre maggiore la sicurezza stradale e, soprattutto, accessibile a tutti. ACI intende quindi perseguire questo percorso per i prossimi due anni, sviluppando campagne istituzionali/sociali, con adeguate pianificazioni nazionali, rinnovando le campagne specifiche legate ai servizi/prodotti offerti, proseguendo la comunicazione sui temi della Sicurezza Stradale e della corretta guida che ogni anno avranno un focus specifico, supportando con azioni di comunicazione specifiche le proprie articolate attività, ad iniziare da quelle sportive e associative. Obiettivi Al fine di accrescere awareness, autorevolezza e credibilità sia presso il grande pubblico italiano (protagonisti o fruitori della mobilità) come presso gli influenti di settore e gli interlocutori istituzionali, si reputa necessario che la comunicazione abbia come direzione: 1. Raccontare ACI in un’unica narrazione istituzionale, finalizzata ad ottimizzare e incrementare la corretta reputazione del brand, che successivamente si declina, in modo originale ma sempre riconoscibile, nelle diverse attività di comunicazione che saranno richieste; 2. Diffondere la vision di ACI e i valori del brand per sostenere una nuova consapevolezza, presso i target indicati, del vero e attuale posizionamento di ACI e del suo ruolo attivo nel processo di innovazione del Paese. 3. Promuovere e consolidare la consapevolezza della qualità, efficienza e innovazione dei prodotti e servizi che ACI offre, anche nei confronti di un pubblico meno attiguo al mondo ACI, per semplificare e migliorare le esigenze di mobilità.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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