Autore: Redazione
07/09/2017

Gruppo Bauli: «Gli spot di Buondì Motta regalano al brand una precisa strategia di posizionamento»

Mentre si attende per domenica l’on air del terzo soggetto della discussa campagna di Saatchi & Saatchi, che metterà a rischio un incauto postino, l’azienda spiega la genesi dei filmati girati da Filmmaster Production e pianificati da PHD

Gruppo Bauli: «Gli spot di Buondì Motta regalano al brand una precisa strategia di posizionamento»

L’ondata di reazioni più o meno favorevoli alla nuova campagna di Saatchi & Saatchi per i Buondì Motta non accenna a placarsi e se si dovesse dare un seguito alla puntata di ieri della rubrica “Il Caffè” in prima sul Corriere della Sera che prende spunto da questi spot, chissà cosa succederà domenica, quando PHD avvierà - in netto anticipo rispetto a una pianificazione programmata addirittura per il prossimo gennaio 2018 - l’on air del terzo soggetto del format. Dopo i primi due dedicati alla mamma e al papà della petulante bambina dei commercial girati da Ben Callner con Filmmaster Productions, dal 10, infatti, sarà il postino ad andare a rischio asteroide, e sicuramente l’associazione dei portalettere, che di certo da qualche parte esiste, avrà modo di lamentarsene. Intanto, DailyMedia ha chiesto un approfondimento ad Alberto Raselli, head of communication del Gruppo Bauli, cui fa capo appunto Motta.

L’azienda ovviamente si augurava che la campagna diventasse un caso, ma ve lo aspettavate in questa misura?

«Sapevamo di avere in mano una creatività davvero “impattante”, ma la visibilità raggiunta va sicuramente oltre le nostre aspettative iniziali. Le condivisioni e i commenti raccolti hanno messo in risalto diversi punti di vista sulla nostra comunicazione che riteniamo tutti ugualmente degni di attenzione. In generale, siamo felici che molti spettatori abbiano colto il tono ironico e dirompente degli spot».

Non c’è il rischio di dare un posizionamento “anti” al marchio che, però, può non avere durabilità nel tempo?

«Da sempre la comunicazione del brand Motta si distingue per la scelta di toni e linguaggi che mescolano leggerezza, humour e ironia. I nuovi spot Buondì cavalcano questo registro, regalando alla marca un posizionamento distintivo nel contesto dei prodotti da colazione che è nostra intenzione continuare a perseguire».

Il valore di Buondì non può essere solo che è “sbarazzino” e “sarcastico”: non diventa anch’essa una “retorica” pubblicitaria?

«Abbiamo scelto di proporre il nostro Buondì con una formula che ci rappresenta e ci contraddistingue. Com’è nel nostro stile, in quest’ultima campagna pubblicitaria usiamo il paradosso e l’iperbole comica a un unico scopo: comunicare in modo fresco, sorprendente e divertente la nostra merendina, perfetta per una colazione che sa essere golosa e leggera allo stesso tempo».

Saatchi & Saatchi, attraverso il suo dc Alessandro Orlandi, ci dice – nell’intervista che ci ha concesso  - che le marche, a suo giudizio, non sono più né dell’azienda né dell’agenzia, ma dei consumatori. Condividete questa affermazione?

«Assolutamente sì. Il ruolo delle persone (non più consumatori, utenti, telespettatori o acquirenti) è sicuramente cambiato in questi ultimi anni, si è evoluto. Abbiamo tutti accesso a molte più informazioni, possiamo intervenire e commentare in diretta, esponendoci tutti appunto in prima persona. E, questo, vale ancora di più nei confronti di marche storiche e molto note, come Motta».

Come pensate di gestire il prosieguo della comunicazione a fronte di tutte queste prese di posizione?

«Procederemo così come abbiamo previsto. A breve pubblicheremo altri contenuti sui nostri profili social e manderemo in onda il terzo e ultimo episodio, che siamo certi sarà in grado di stupire ancora una volta».