Autore: Redazione
19/12/2017

Auguri con ironia in casa Publicis

Un Arthur Sadoun abbastanza “invecchiato” in un’elegante video augurale per le feste, dedicato a tutto lo staff impegnato nella holding, che ha attraversato un anno delicato e fortmenete impegnativo. Come riconosce un “giovane” Maurice Levy

Auguri con ironia in casa Publicis

Alla fine il messaggio è davvero molto semplice: “Auguro a voi e alle vostre famiglie un felice, sereno 2018, pieno di gioia e di successi personali”. Sono le parole del passaggio forse più significativo del video che Arthur Sadoun, ceo della holding Publicis, ha voluto recapitare a tutto lo staff, al termine di un’annata impegnativa e molto delicata. Il 2017 è stato veramente denso di novità per il gruppo, particolarmente difficile in alcuni momenti, senz’altro sfidante per tutti i professionisti della struttura, non solo per il gruppo dirigente. E Sadoun, attraverso un elegante video sui colori del bianco e minimale sia negli effetti sia nella chiave realizzativa, ha voluto sottolinearlo con la giusta ironia: “Per questa volta un messaggio brevissimo, senza assegnarvi alcun obiettivo e senza l’annuncio di nuovi business o novità strutturali. Ne avete ricevuti abbastanza in questi ultimi mesi”. Sadoun continua: “Il 2017 è stato un anno lungo e pesante. Ma soprattutto è stato un anno di trasformazione per noi, in una industry che sta cambiando totalmente”. E qui, con sincerità, scattano gli auguri. Ma non è finita, perché nel video compare un “giovane” Maurice Levy, che dimostra alcuni anni meno dell’“imbiancato” ceo attuale. Il suo predecessore prende la parola, ha i capelli scuri, non più la chioma bianca che lo caratterizzava nel momento di lasciare la guida defli uffici parigini di Publicis all’inizio dell’anno. Si rivolge a Sadoun, confermando le sue parole, “perché affrontare il cambiamento non è mai facile. Ma ci può fare bene, può farci tornare più giovani”. E qui trova spazio una simpatica gag tra i due, tutta da vedere, giocata, appunto, sul filo dell’ironia, soprattutto nei secondi finali, con una tazza marchiata “I’m the boss” che passa di mano in un divertente gioco delle parti.