Autore: Redazione
05/10/2017

Approvato il decreto Franceschini: nuove opportunità per il cinema made in Italy

Approvato il decreto Franceschini: nuove opportunità per il  cinema made in Italy

La riforma del cinema, iniziata lo scorso anno con la legge 220 e con vari decreti ministeriali già operativi, arriva oggi a una svolta significativa e al suo compimento. Infatti, dopo una lunga gestazione, il 2 ottobre sono stati approvati dal Consiglio dei ministri, in esame preliminare, tre decreti legislativi inerenti alla “Disciplina del cinema e dell’audiovisivo” e che riformano in modo organico il settore della produzione audiovisiva, introducendo nuove norme sul lavoro e sulla definizione delle professioni nel settore cinematografico e audiovisivo, sulla tutela del pubblico non adulto e sulla promozione delle opere italiane ed europee. «Un provvedimento concreto che serve ad aiutare, tutelare e valorizzare il cinema, la fiction e la creatività italiane» come afferma il Ministro dei Beni Culturali Franceschini, ma soprattutto un aiuto in cui il cinema italiano sperava da tempo e che può trasformarsi in una straordinaria opportunità anche per le attività di product placement e tax credit. Si tratta, in breve, del provvedimento relativo alle quote di programmazione e di investimenti delle Tv da destinare a film e fiction di produzione europea; del provvedimento che riscrive le regole della censura delle pellicole e in ultimo del provvedimento inerente i profili professionali di che lavora sul set. Questi nuovi aiuti al cinema hanno l’obiettivo di favorire ulteriormente la crescita delle agevolazioni da parte del sistema: si è passati dai 160 milioni di euro di credito d’imposta del 2015 ai 162 milioni del 2016, per arrivare nel 2017 a 221 milioni disponibili. L’attuazione del decreto, di fatto, significa più film o fiction italiane in prima serata e incremento della quota obbligatoria dei ricavi pubblicitari da investire in produzioni italiane o comunitarie. Dal punto di vista tecnico si tratta di un decreto legislativo, approvato dal Consiglio dei Ministri, che aggiorna l’articolo 44 del Testo unico della Radiotelevisione e disciplina il tempo di trasmissione (al netto di notiziari, eventi sportivi, pubblicità) delle reti che operano in Italia. In sostanza, crescerà la quota dei film italiani in onda, favorendo notevolmente la crescita in termini di visibilità e di investimento per le produzioni nazionali. Non sono mancate prese di posizione forti da parte delle emittenti in merito alle nuove quote, infatti, le televisioni nazionali italiane dovranno aumentare la quota di film e fiction italiane messe in onda in prima serata e gli investimenti obbligatori, pena forti sanzioni. A partire dal 2019 crescerà la quota che i gruppi televisivi dovranno riservare a programmazione di film, fiction e programmi di produzione europea. Entro il 2020, almeno il 60% del palinsesto dovranno essere di produzione europea e, tra queste, almeno la metà (per la Rai) e almeno un terzo (per le altre emittenti) dovranno essere made in Italy. Gli obblighi di programmazione e investimento verranno imposti anche agli operatori on demand come Netflix e Amazon, garantendo a tutti equità di trattamento. Più cinema italiano in prime time quindi, inoltre cresceranno anche gli investimenti, dato che il decreto prevede che vengano stabilite delle quote minime di investimento da parte delle aziende televisive su lavori italiani. A verificare che non vi siano inadempienze sarà l’Agcom, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, verificando il rispetto degli obblighi e a comminare le sanzioni – sensibilmente aumentate dal decreto fino a un massimo di 5 milioni di euro o il 2 % del fatturato - ma è prevista una gradualità, scandita in più anni, per l’entrata a regime delle nuove quote minime per la promozione di opere italiane. Per quanto riguarda la censura invece, si passerà a un sistema di autoregolamentazione e verrà introdotto il “bollino” sulle visioni per i minori di sei anni. L’ultimo decreto interviene sulla regolamentazione delle professioni del set. Tra i primi commenti, quelli positivi, c’è il sentito “grazie!” scritto sulla sua pagina Facebook da Francesca Cima, presidente dei produttori Anica e produttrice di Indigo Film: «Il governo crede davvero che l’audiovisivo italiano possa rappresentare una risorsa importante per l’economia, per l’identità e la crescita culturale, industriale e professionale di questo paese. Anche noi». Speriamo che produttori e autori italiani sappiano cogliere questa preziosa e proficua opportunità per offrire agli spettatori film italiani di qualità fatti in Italia e che i provvedimenti servano a realizzare una significativa tutela e valorizzazione del cinema e della creatività italiana.