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Upgrade Mobile Summit

Autore: Redazione


Il giornalismo che si trasforma. L’informazione che arriva dal basso. Lo smartphone che diventa protagonista. Le audience che si spostano, si nascondono, si mimetizzano, diventando preda sfuggente per gli investitori pubblicitari. Di tutto questo, e molto altro, si parlerà venerdì prossimo, 18 novembre, a Milano, presso Palazzo Mezzanotte, in Piazza Affari, sede di Borsa Italiana

Da una parte ci sono internet e i telefoni cellulari, che hanno trasformato il modo in cui consumiamo le notizie. Dall’altra, o forse non più, stanno i giornalisti, sempre più costretti a reinventare le modalità con cui raccolgono e producono, appunto, le notizie. Gli esperti lo chiamano mobile journalism, meglio conosciuto come “MoJo”. Gli smartphone sono diventati i protagonisti: per informare, coinvolgere, distribuire le notizie. Tradurre in parole, immagini e video l’informazione raccolta, rendendola disponibile a tutti, garantendo una maggiore interazione con il pubblico. Secondo molti osservatori, il mobile journalism è però la naturale continuazione del video giornalismo, che aveva iniziato a prendere piede all’inizio dello scorso decennio. Le esperienze, da allora, si sono moltiplicate e oggi appare condiviso il fatto che attraverso lo smartphone è possibile rendere lo storytelling molto intimo, così come infilarsi in ambienti ostili con più facilità, alla ricerca della croanaca più autentica. Sempre di più, lo smartphone, viene utilizzato come uno strumento complementare, in parallelo rispetto ai metodi tradizionali e molti giornalisti sono ormai abituati a condividere video sui social media direttamente dai loro telefoni cellulari. L’autorevolezza non è per sempre Non è più raro vedere all’opera gruppi di dieci o quindici giornalisti tutti armati di smartphone, pronti a raccontare una situazione, in continuità, per ventiquattro ore, un tema comune, ma visto da diverse angolazioni. E mentre i giornalisti procedono con il lavoro, pubblicano istantaneamente i propri contenuti multimediali, magari all’interno di un blog online. Dunque, il mobile journalism si inserisce perfettamente all’interno di una strategia che mette il digitale al primo posto, elemento con cui i broadcaster, al momento, stanno cercando di fare i conti. Perché la “zona franca” non esiste più. L’autorevolezza non è conquista definitiva, la si mette in gioco ogni giorno sui social media, nell’interazione con il pubblico durante ogni giornata di cronaca. Ora, la trasformazione si impone in un quadro dove tutti i nuovi metodi, che rendono possibile questo tipo di interattività, dovrebbero non arrivare a compromettere i valori portanti della professione. E sullo sfondo c’è sempre la pubblicità, che continua a giocare un ruolo decisivo, come sostegno economico dell’informazione che fatica a trovare vie alternative, a partire dalle formule a pagamento. Un palco di prestigio è qui che si inserisce lo spazio dedicato da Upgrade Mobile Summit a tutti questi fenomeni emergenti, che stanno cambiando la stampa, gli editori, i giornalisti, i comportamenti del pubblico e le modalità degli investitori pubblicitari a intervenire sul fronte dell’informazione con i loro necessari intermezzi commerciali. è una partita molto delicata, dentro un circuito di assoluta innovazione che non è stato ancora compreso fino in fondo e adeguatamente assimilato. Serve confronto. Servono testimonianze. Servono racconti. La direzione di marcia è non arretrare rispetto al cambiamento tecnologico e social,e ma usarlo e sfruttarlo per essere più forti. Va rinsaldato il legame tra professionisti magari di estrazione differente, dai grandi broadcaster agli uffici stampa, passando per i portali più influenti alla grande e piccola emittenza, le radio e le testate web, sfruttandone bisogni identici. Forse è necessario fare gruppo, creare squadra, costruire una comunità animata dalla voglia immutata, al di là dei cambiamenti tecnologici e dei profili e dei mezzi mediali, di raccontare con onestà, verità e completezza quello che ci gira intorno. Anthony Gavina, Head of International Programme di BBC Worldwide, Claudio Semenza, Giornalista, Esperto di Innovazione Digitale e Nuovi Linguaggi Video, Gianluca Luciano, Founder e Chief Executive Officer di Caffeina Media, Barbara Del Pio, Vortal Director presso Italiaonline, e Peter Gomez, Co-Founder de Il Fatto Quotidiano e Direttore de Ilfattoquotidiano.it, sono stati chiamati dagli organizzatori dell’evento milanese di venerdì prossimo a confrontarsi proprio sui fenomeni e le tendenze che stanno cambiando, dalle fondamenta, il modo in cui i fatti del mondo vengono raccontati. Non è roba da poco. 

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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