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Upa e Fcp, un documento per omogeneità viewability

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Tanti i temi affrontati frutto di un lavoro congiunto tra le due realtà. Soddisfazione da più parti, in attesa della creazione di standard condivisi. Il presidente di Fcp-Assointernet Galantis: «Punto di partenza importante, continueremo a monitorare il fenomeno per portare benefici alla industry»

È stato annunciato ieri Viewability: alcuni principi base per favorirne un uso più omogeneo nel mercato, un documento di 12 pagine frutto della collaborazione tra UPA e FCP-Assointernet redatto a partire da un Tavolo di Lavoro costituito dalle due realtà per fare chiarezza su un tema tra i più caldi dell’intero panorama pubblicitario. In particolare, spiega la nota, la viewability delle impression pubblicitarie sta diventando una metrica di importanza crescente per la pianificazione, il controllo e l’acquisto dell’online advertising. Tuttavia, spesso le informazioni a disposizione del mercato generano complessità e scarsa condivisione fra gli operatori.

Viewability: un tema fondamentale per editori e inserzionisti

Il documento è il primo realizzato e condiviso dall’associazione delle aziende che investono in comunicazione e dalle concessionarie di pubblicità online aderenti a Fcp-Assointernet. È frutto di un ampio e complesso percorso di confronto e monitoraggio di alcune delle principali realtà attive nella misurazione della viewability: ComScore, DMA-Nextplora, DoubleClick for Publisher, Moat, Nielsen, Sizmek. Gli istituti consultati hanno fornito piena collaborazione e disponibilità presentando al Tavolo i propri tool di misurazione e successivamente fornendo gli approfondimenti richiesti.

Foto Giorgio Galantis Presidente FCP-Assointernet

Contattato da DailyNet, Giorgio Galantis, presidente di Fcp-Assointernet, ha detto: «Questo documento è un punto di partenza davvero importante per continuare a lavorare assieme e monitorare un fenomeno, anche a livello internazionale, su cui occorre creare cultura e che può portare benefici concreti al mercato. Per quanto ci riguarda, l’obiettivo immediato è proseguire nel comprendere appieno le dinamiche inerenti la viewability e creare una conoscenza più approfondita e omogenea sull’argomento anche con le altre associazioni appartenenti alla industry». Omogeneizzazione che stimolerebbe l’istituzione di standard condivisi, favorendo ulteriormente l’incontro tra domanda e offerta.

Le evidenze principali del documento sulla viewability

• Gli elementi da concordare fra le parti preventivamente al lancio della campagna, compreso il fornitore utilizzato dato che fornitori diversi possono dare risultati differenti, e le definizioni di impression visibili che si intendono adottare; questo è forse il punto maggiormente controverso e in discussione di tutto l’aspetto della viewability: la situazione attuale di mercati più evoluti, Usa e Uk, vede una discrepanza tra le tecnologie dei più importanti player che restituiscono valori diversi per parametri omogenei, come per esempio quello del traffico non umano. • La costruzione del quoziente di viewability impression visibili/impression misurabili, dove le impression misurabili vanno depurate del traffico invalido/non umano e da altri fattori concordati preventivamente fra le parti (ad esempio traffico out of geo e traffico deliverato su domini non previsti nella prenotazione); • Gli accorgimenti necessari nel valutare i report di viewability, i fattori che influenzano le performance delle campagne in riferimento a questa metrica e i perimetri di misurabilità in base a diversi formati e device.

Gli obiettivi e le prossime mosse

• Aggiornare e ampliare la letteratura condivisa sul mercato internazionale e italiano, con un focus particolare sugli aspetti tecnici; • Valutare possibili standard quantitativi per il mercato italiano. • Indivuazione e formalizzazione delle cause di discrepanza fra le misurazioni dei diversi operatori, al fine di rendere il più omogeneo possibile quanto esplicitato nelle linee guida del documento odierno.  Per farlo Fcp e Upa, condurranno dei test con tutti i fornitori che vorranno prenderne parte. In questa prima fase si sono confrontate direttamente, attraverso una collaborazione fattiva e trasparente, le associazioni che rappresentano domanda e offerta. Nel 2016 il Tavolo verrà ampliato alle associazioni rappresentanti le altre componenti del mercato e interessate al tema della viewability. Nel testo del documento si legge anche che “È fondamentale che questo processo culturale e conoscitivo porti a una o più nuove currency riconosciute da tutti o comunque dalla maggior parte degli attori del mercato. Si tratta di un processo che inizieremo all’inizio del 2016, auspicando di produrre un’ipotesi di sistema in tempi molto brevi. La compresenza sul mercato di numerose tecnologie di misurazione della viewability che portano con sé difformità di rilevazioni, porta inoltre le associazioni scriventi ad auspicare e a lavorare in futuro affinché emerga sul mercato una maggiore omogeneità, garantita attraverso un soggetto certificatore delle metodologie dei singoli istituti terzo, autorevole e rappresentativo di tutte le componenti del mercato”. fabrizio angelini Fanbrizio Angelini

Comscore, soddisfazione per il documento

Soddisfazione è stata espressa da Fabrizio Angelini, ceo comScore Italia: «Il documento è il risultato del grande lavoro da parte delle due associazioni. Si tratta di una iniziativa che contribuirà certamente a incrementare la trasparenza del mercato ed è il primo passo verso la definizione di standard e regole più precise, in grado di portare benefici a domanda e offerta. Da parte nostra ci mettiamo a disposizione per svolgere qualunque test». Proprio comScore è stata tra le prime realtà a focalizzare l’attenzione sul tema della viewability in Italia e ha più volte catalizzato l’attenzione sugli standard utilizzati al di fuori del nostro Paese  

Nextplora, un documento molto importante

Andrea Giovenali Andrea Giovenali Anche Andrea Giovenali, ceo di Nextplora commenta positivamente la notizia: «Sono molto contento e favorevole a questa presa di posizione importante e utile. Ci sono due cose che voglio sottolineare. Primo, come indica il documento è importante che la viewability venga garantita da soggetti terzi sia lato domanda sia lato offerta. Non è possibile che editori e aziende si autocertifichino; secondo, sarebbe opportuno che istituti e metriche siano soggetti a ulteriori certificazioni. Per esempio, noi come DMA, siamo stati certificati dall’organo britannico deputato alla misurazione dei media di settore ABC. Un fatto che dimostra come la nostra misurazione segua e rispetti parametri internazionali. L’esistenza di un soggetto esterno agli istituti di misurazione contribuisce a un tema prioritario: lasciare libero e aperto il mercato in cui questi operano. E potrebbe portare alla creazione di standard condivisi anche nel nostro Paese, anche se questi dovrebbero essere fatti rispettare da più realtà e non da una sola».

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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