Autore: Redazione
16/11/2016

Snap deposita i documenti per l'IPO a Wall Street

Dopo mesi di indiscrezioni, la società che controlla Snapchat sbarcherà in Borsa con una valutazione al ribasso attorno ai 25 miliardi di dollari

Snap deposita i documenti per l'IPO a Wall Street

Alla fine sarà quella di Snap, la società legata alla popolare Snapchat, la più grande IPO negli Stati Uniti da due anni a questa parte dopo il debutto a Wall Street di Alibaba. L’azienda guidata dal ceo Evan Spiegel avrebbe infatti inviato la documentazione necessaria per avviare il processo di quotazione alla SEC,  assistita da Goldman Sachs e Morgan Stanley. A sostenerlo sono diversi giornali americani tra cui il Wall Street Journal, secondo cui la valutazione dell’app potrebbe arrivare al massimo a 25 miliardi di dollari, ben più in giù rispetto a quanto preventivato in precedenza da Bloomberg. Rispetto, invece, al quando, non ci sono variazioni: lo sbarco è previsto per marzo dell’anno prossimo. Stando ai più recenti dati relativi al quarto trimestre del 2015, sono 673.000 le persone che utilizzano Snapchat in Italia, pari al 2,3% della popolazione internet, un valore ancora contenuto ma che, se in linea con le curve di altri Paesi, potrebbe essere in forte ascesa. L'IPO di Snap è confidenziale, visto che la società può gestire il debutto in Borsa con la SEC in forma privata per via di un fatturato inferiore al miliardo di dollari.

Una crescita molto rapida per Snapchat

Negli ultimi anni Snapchat, chat che permette di inviare foto e video che scompaiono, ha conosciuto una rapida crescita sia in termini di audience che di ricavi. Secondo diversi report quest’anno l’app del fantasmino genererà ricavi per 350 milioni di dollari mentre l’anno prossimo le entrate balzeranno a 1 miliardo, con un trend a tre cifre superiore al +200%. Gli utenti giornalieri sono arrivati a quota 150 milioni, con una buona penetrazione in Europa e soprattutto tra le fasce giovanili, essendo il social network preferito dai teenager americani. I meriti che vanno riconosciuti a Spiegel sono principalmente due: da un lato è stato capace di prevedere e interpretare il futuro, catturando l’affezione di un target giovane molto prezioso per gli inserzionisti, e continuando a innovare l’app stessa rendendola sempre più appetibile e unica, anche grazie a una presenza da protagonista nell’ambito del real time; dall’altro il giovane leader di Snap ha saputo allargare la visione societaria, dicendo no alle avance di Facebook prima e Google poi, per far appunto evolvere la sua creatura in uno strumento a larga diffusione ed entrando nel segmento hardware con il lancio sul mercato degli occhiali Spectacles.

Un futuro da costruire

Se le note positive sono molte, la valutazione di 25 miliardi di dollari potrebbe apparire fuori luogo per una applicazione utilizzata da 150 milioni di persone al giorno la cui unica possibilità di guadagno è la pubblicità. Certo, in questo senso, sono stati effettuati continui miglioramenti: tante le feature pubblicitarie inserite sia sul piano creativo sia su quello legato alla trasparenza e alla misurazione delle performance delle campagne sulla piattaforma. E soprattutto il debutto nell’hardware, battezzato con la creazione di Snap e  con una campagna marketing davvero unica a sostegno della commercializzazione degli Spectacles, ha sancito una nuova era per la società. Ma questo business è sostenibile sul lungo periodo?

Una nuova modalità di vendita della pubblicità su Discover

Di recente poi Snapchat ha cominciato a modificare i termini degli accordi con gli editori per quel che concerne la monetizzazione di Discover. Snapchat vorrebbe passare dall’attuale revenue sharing a un modello basato su licenze con fee fissi per tenere tutta la raccolta della sezione che ospita brand come Vox, Daily Mail e National Geographic per sé. Fino a oggi Snapchat ha consentito agli editori di vendere pubblicità per conto proprio o di appoggiarsi al team sales della società californiana, una pratica utilizzata da Facebook per Instant Articles.

Un anno magro di IPO in america

La conquista della Borsa da parte di Snapchat darebbe un po’ di respiro al mercato finanziario americano. Quest’anno è stato molto magro per le IPO a Wall Street, soprattutto per l’ad tech, con gran parte delle società quotate che hanno visto scendere drasticamente la propria capitalizzazione di mercato. In questo contesto va ricordata la freschissima IPO di The Trade Desk, che invece è stata un successo con la valutazione della società californiana schizzata a 1 miliardo di dollari. Sullo sfondo la crisi delle aziende storiche, Yahoo e Twitter su tutte. Tornando a Snapchat, una valutazione attorno ai 25 miliardi darebbe ragione alla scelta del suo fondatore e ceo Evan Spiegel di rifiutare l’offerta da 3 miliardi di dollari da parte di Mark Zuckerberg. Quella che da molti fu considerata una pazzia, oggi appare una scelta azzeccata.