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Nielsen: ecommerce e consumatore connesso nuove sfide per le aziende

Autore: S Antonini


Il digital è cruciale per la crescita di una economia in stallo; se ne è parlato a Linkontro 2016

Christian Centonze, Nielsen Christian Centonze, Nielsen Dalla ricerca sui consumi presentata da Christian Centonze al convegno Nielsen Linkontro 2016 emerge una tendenza all’utilizzo di internet per ridurre il gap tra offerta commerciale e informazione relativa. L’Italia, Paese dei grandi contrasti, è l’ottava economia mondiale, ma si trova al 210° posto per crescita del PIL, in un contesto - quello europeo - molto in ritardo economicamente rispetto a nazioni come Cina o Usa. L’invecchiamento demografico ha drasticamente ridotto il potere di acquisto delle nuove generazioni per cui il 57% dei responsabili acquisto ha più di 54 anni. L’Italia è spaccata in due sul fronte tecnologico: il 57% (25,1 milioni) è connesso, il 43% no. Ed è il consumatore connesso al centro dell’interesse delle aziende, almeno di quelle che vogliono approfittare dell’impulso generato dal digitale. L’utente internet si rivolge alla rete per informarsi sui prodotti, sia preventivamente sia direttamente nel negozio, prima di procedere a un acquisto; oppure, per cercare le migliori offerte e promozioni. La shopping experience risulta fortemente modificata e alle aziende, che vogliano partecipare positivamente al cambiamento, conviene tener conto di alcuni aspetti, il primo dei quali è la relazione con il cliente. Diventa centrale il tema delle recensioni online e prepararsi a unificare le figure che si occupano di marketing con quelle che si occupano di tecnologia in un’unica figura del CMTO, che si preoccupi di gestire la relazione con il cliente. «I big data - ricorda Centonze - sono il petrolio del terzo millennio e sono all’origine del rapporto di intimità con il consumatore» e della sua loyalty. Bisogna operare in una logica di multicanalità, perché l’e-commerce «non è un posto esclusivo d’acquisto, il 93% delle vendite si fanno ancora offline» ricorda Paola Scarpa, business director di Google Italy in una conversazione con Giovanni Loser, general manager di Illy, dedicata al nuovo consumatore iperconnesso e sempre più attento all’informazione sul prodotto, sottolineando la crescita dell’utilizzo del mobile come una sorta di personal shopper. Lungi dallo spaventare, questa evoluzione deve essere colta in fretta, dice Mario Gasbarrino, amministratore delegato di Unes. «Oggi i supermercati sono tutti banali, bisogna agire sull’offerta, e sui modelli industriali che sono paleolitici. E’ opportuno mettere al centro le persone, renderle felici» anche attraverso un attento sviluppo dell’ecommerce che, se non si sta attenti, «può essere letale». Valerio Di Natale, area president Sud Europa della divisione meals di Mondelez, prevede che attraverso il commercio elettronico il gruppo generi un miliardo di dollari di fatturato. «Bisogna ragionare in termini di multicanalità - spiega - e in questo senso si devono leggere i nostri accordi con Alibaba per il mercato cinese e con Amazon (presente al convegno Nielsen con il managing director Mariangela Marseglia che ha presentato il servizio Prime, ndr)». Alla connettività non ci si sottrae: «Il consumatore è disposto a cambiare idea in rete, i social sono una grande leva per l’awareness ed è per questo che siamo pronti a investire sul digitale il 25% del nostro budget nei prossimi tre anni». Di Natale pone l’accento anche sui temi di metriche, viewability, integrazione tra tv e digital che sono al centro dell’attenzione di UPA: «Il digital è come una foresta incantata, bella ma fondamentalmente una giungla». Gregoire Kaufman, direttore marketing e commerciale di Carrefour, sottolinea che i big data sono uno strumento cruciale di cui tutti parlano ma che ancora ben pochi sanno utilizzare. Unilever punta sui social, che rappresentano il 30% degli investimenti almeno per quanto riguarda le campagne sui gelati attualmente in corso. «Dobbiamo sempre essere connessi con il consumatore giovane e non - dice il presidente Angelo Trocchia -, in un rapporto continuo e allargato, perché ai social non c’è alternativa. Deve anche aumentare la nostra capacità di ascolto per cogliere le esigenze del consumatore e passare da una comunicazione unidirezionale a una personalizzata. Questo è il futuro». Infatti, come ha ricordato l’a.d. di Nielsen Giovanni Fantasia il nuovo consumatore è sempre più critico, attento, connesso e informato, pronto a cercare online l’offerta più adatta alle sue esigenze. Unilever: connettività e social, il digitale è un fatto culturale incontrovertibile Angelo Trocchia, presidente di Unilever Angelo Trocchia, presidente di Unilever Il tema della connettività e della personalizzazione nella comunicazione contemporanea sono al centro dell’attenzione di Unilever da due anni, e dopo aver debuttato con forte impatto sulle campagne per i gelati Cornetto Algida e Magnum sta per investire il settore personal care. Nella seconda parte dell’anno, infatti, partiranno delle campagne integrate in cui l’elemento digitale sarà ancora più spinto che in quelle per i gelati, dove è già presente con una quota del 30%, inserito comunque in un mix che tiene conto anche della equity di ogni marchio. «Le aziende non possono stare chiuse negli uffici ma devono incontrare il loro pubblico» attraverso le nuove piattaforme social perché il digital è «un fatto culturale, da cui non si sfugge» spiega Angelo Trocchia, presidente di Unilever, tra i panelisti de Linkontro Nielsen. Un “pensiero digitale” che in azienda si esprime nell’integrazione nel brand manager di tre funzioni: la care line, il media tradizionale, il digital/social. «La digitalizzazione impone un ripensamento delle strategie» con una particolare attenzione per i big data, che in Unilever a livello globale è partita da tempo, in Italia invece è all’inizio, e punta a rendere più personalizzato l’approccio alla comunicazione. Nel caso delle campagne per i gelati, Unilever è a caccia dei Millennials, costantemente connessi attraverso i social, puntando sui valori più consoni al brand. Così, se per Cornetto il tema centrale è quello dello sharing, Magnum si focalizza sulla personale esperienza del cioccolato, e sulla integrazione tv e social media attraverso l’utilizzo di Shazam in relazione allo spot televisivo. A ulteriore rafforzamento di questa strategia non manca il momento “social” reale, presso i Magnum Store dove vengono organizzati eventi e fungono da centri di aggregazione tra giovani.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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