ABBONATI

Legge contro gli sprechi alimentari approvata, ristoratori impreparati?

Autore: Redazione


L’attualità della tematica è sotto gli occhi di tutti: l’attenzione ai valori ambientali e di eco-sostenibilità si diffonde viralmente a suon di slogan

La dimensione e l’inderogabilità del problema non si discutono: il pianeta spreca tra 1/3 e la metà del cibo mondiale, mentre 800 milioni di persone soffrono la fame, arrivando a morirne.

Chef, ristoratori e distributori alimentari non possono fare gli indifferenti: per ragioni di etica, di ottimizzazione costi e di brand devono anch’essi reagire. In Italia è arrivato uno strumento per combattere il fenomeno: la legge n. 166/16 del 19 agosto 2016, GU n. 202 del 30 agosto 2016.

Orange peel in plastic basket

Lotta al food waste tra società civile e ristoranti

Sui social media dominano hashtag legati ai temi degli sprechi alimentari: basta andare su Twitter e seguire a esempio il flusso dei Tweet #NoWaste o #FoodWaste. Gli utenti sono sensibili ma in Italia si utilizzano ancora pochissimo le cosiddette doggy bag, i sacchettini o vaschette nelle quali riporre le porzioni avanzate al ristorante. Perché? Un po’ il timore dell’ospite a portare via il cibo non consumato, per non essere guardato male dagli operatori, un po’ lo snobismo di chef e ristoratori che ritengono poco elegante questa pratica.

Ricordo ancora quando, due anni fa, proponemmo a un ristorante di San Marino di cavalcare la lotta agli sprechi con un’iniziativa di grande impatto: Save Bag, con packaging brandizzato e una forte campagna fondata sui valori. Ci guardarono inorriditi e, ovviamente, non se ne fece nulla.

Ma cosa centrano i ristoranti?

La maggiore consapevolezza è nata grazie a realtà coraggiose che da anni, e contro corrente, lottano per sensibilizzare i cittadini e gli operatori sul problema. Citiamo tra tutte Banco Alimentare, con la sua storica Colletta. Ora molti utenti, che si confrontano e condividono informazioni soprattutto in rete, hanno un approccio differente alla selezione, acquisto, preparazione e consumo dei propri pasti. Anche nella scelta di attività ristorative e imprese di produzione e trasformazione del cibo dalle quali si aspettano un approccio più rispettoso e sostenibile. Stefano Colmo, segretario generale fondazione Terra Madre puntualizza: “I numeri del fenomeno sono impressionanti: da un 1/3 a metà del cibo del pianeta viene sprecato; più di 800 milioni di persone muoiono di fame e abbiamo 1,5 miliardi di obesi. Presi dalla frenesia della vita quotidiana, spesso non ci rendiamo conto che, giorno dopo giorno, buttiamo letteralmente nella spazzatura 120 chilogrammi di cibo edibile a testa e, con esso, circa l’1% del PIL”.

spreco_alimentare

Legge sugli sprechi alimentari italiana

Alcuni osservatori sostengono che sarà complesso impattare su rigidi modelli di logistica e distribuzione delle merci, soprattutto nella GD e sugli attori che ancora non risultano sensibilizzati o ignorano la rilevanza economica e morale della situazione (piccoli operatori e ristoratori), con la nuova Legge n. 166/16. Tutto vero ma, per lo meno, ora una norma di riferimento esiste. Il segreto è quello di raccontare, spiegare la legge e i suoi benefici a tutti gli operatori, ancora un po’ diffidenti e restii al cambiamento. La nuova legge crea condizioni per favorire il recupero, le donazioni solidali e la distribuzione di prodotti come ci racconta Marco Lucchini Direttore Generale Fondazione banco Alimentare: “Con questa legge i ristoratori avranno più facilità a proporre la SAVE BAG perché si sta generando un clima positivo verso questo semplice strumento, nato per evitare di buttare ciò che il cliente ha avanzato nel proprio piatto. La stesura del testo è stata un continuo confronto con tutte le parti coinvolte.”

Anche i grandi brand stanno comprendendo e seguendo l’onda emotiva e di promozione di questi temi, come la Cuki Save Bag, in questi giorni adottata da Eataly, il cui patron, Oscar Farinetti, dichiara: “La Save Bag di Cuki è un’idea geniale: un oggetto che farà pensare, porterà le persone a combattere contro lo spreco alimentare non solo con il gesto di portarsi a casa quello che si avanza nel piatto al ristorante. Da oggi è in tutti gli Eataly d’Italia e del mondo: invito tutti i miei colleghi della ristorazione ad adottare la Save Bag”. Con la nuova legge e grandi aziende che comprendono il fenomeno, la vita per gli utenti -rispettosi dell’ambiente e attenti all’impatto sociale del food - sarà certamente più facile. 


img
incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

LEGGI
img
spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

LEGGI

Resta connesso con il nostro network

Vuoi conoscere meglio i nostri prodotti? Indica la tua email per riceverli in promozione gratuita per 1 mese. I dati raccolti non verranno commercializzati in alcun modo, ma conservati nel database a uso esclusivo interno all'azienda.

Inserisci la tua mail

Cliccando “INVIA” acconsenti al trattamento dei dati come indicato nell’informativa sulla privacy