Autore: Redazione
20/05/2016

GroupM valuta l’evoluzione della industry

Da 10 anni a questa parte sono molti i trend che si sono sviluppati. Dominic Proctor, president, global, GroupM, ne ha studiato il percorso e provato a suggerire una direzione futura dei temi caldi dell’advertising attuale

GroupM valuta l’evoluzione della industry

Il pollice all’insù è diventato uno dei simboli che più caratterizzano internet, ma è proprio da Roma che prende le mosse. Ai tempi dell’impero romano, infatti, un “like” di un imperatore poteva salvare la vita di un gladiatore sconfitto. Il “dislike” invece era segno di una fine nefasta, tanto che nemmeno Facebook ha accettato di inserirlo tra le sue opzioni. Al di là di quello che segua al verso di un pollice, però, il gesto esprime un’opinione. «E tutto gira attorno alle opinioni. Siamo circondati da dati e fatti, ma sono proprio le prime a dargli un senso», spiega Dominic Proctor, president, global, GroupM. «Il nostro lavoro è gestire la trasformazione della rete, e il cambiamento, generando caos e disruption, crea sempre a nuove opportunità». Ma c’è un problema: «I buyer stanno assediando la cittadella dei creativi» e lo stesso marketing è circondato da una folla che esprime opinioni. E allora è lo stesso Proctor a esprimere le sue riguardo agli ultimi 10 anni della industry, facendo un bilancio di cosa è successo e quali risultati ha ottenuto: «Tra i maggiori trending topic c’era il digital, e dati alla mano non può che essere considerato un successo. I contenuti invece sono in un certo qual modo inadatti, perché la creatività non è riuscita ad adeguarsi all’evoluzione del mezzo. Per quanto riguarda i dati, il giudizio è sospeso: nessuno è in grado di prevedere quanti soldi sia giusto investire in sviluppo e adeguamento delle tecnologie per i dati, e i ricavi possibili sono sempre sottostimati. Stesso discorso per i talenti che entrano nella industry. Le aziende sono diventate molto brave a inserire risorse capaci e preparate, ma si affacciano a una sfida: i nuovi lavoratori digitali sono molto duttili, e non è facile mantenerli nella industry. Le partnership e il rapporto con i competitor si sono invece evoluti. I player lavorano con una mentalità molto aperta. Succede di frequente che un partner di un’azienda diventi prima un suo competitor e poi un cliente». 2016, in cerca di trasparenza e fiducia, ma la digital integrity passa per i marketplace Il 2016 proporrà nuove sfide, ma Proctor sembra accettarle con molto ottimismo. La fiducia e la trasparenza sono uno dei problemi cardine da affrontare durante l’anno, «ma sono convinto che si riusciranno a superare». Il futuro della digital integrity, invece, «passa dai marketplace, saranno una chiave per raggiungerla». «La tecnologia che sta dietro all’evoluzione della tv è molto forte, e l’addressable tv riesce a legare una categoria di contenuti a un utente. Gli sviluppi di questo segmento saranno impressionanti anche a livello adv». La storia dei dati negli ultmi 10 anni racconta di una crescita esponenziale, «tanto che ora possiamo utilizzare i dati per confermare altri dati e la tecnologia per spiegarli e renderli fruibili da tutti». Il mobile è il mezzo del momento, ma per crescere deve affrontare una nuova sfida: «La tracciabilità attraverso tutte le app, che sono sempre di più. A questa si aggiunge una sfumatura creativa, ossia l’abilità di creare adv che abbiano un forte impatto su un environment largo e vario». Proctor chiude l’intervento con un augurandosi una «collaborazione più stretta tra scienziati e artisti, perché è necessario il contributo di tutti per far sì che un progetto abbia successo».