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Ecods, pronta per diventare il più grande mobile adv network d’Europa

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Il ceo della società, Dragan Bozic, racconta i vantaggi nell’adottare una soluzione di proximity marketing mobile-app based come Proxee, sviluppata e coperta da brevetto mondiale da Signal360 che verrà distribuita in Europa, in esclusiva, fino al 2022

Schermata 2016-06-15 alle 11.47.21 Dragan Bozic, ceo di Ecods Ultimamente si sente sempre più spesso parlare di proximity marketing e sono in molti che oggi, alla luce del ritorno in auge di soluzioni come i beacon grazie a miglioramenti tecnologici come il “Bluetooth Low Energy”, stanno puntando su questo tipo di strategia commerciale per catturare l’attenzione dei propri - potenziali - clienti. Basandosi su protocolli digitali sviluppati in primis da Apple e Google, il proximity marketing permette ai sistemi operativi di ricevere in automatico delle notifiche in prossimità di punti vendita per convincere le persone a entrare in negozio e ottenere vantaggi. Ed è proprio sul saper cogliere il “momentum critico”, ossia l’attimo esatto in cui il consumatore è interessato e disposto ad acquistare un determinato prodotto, che si gioca la vera sfida dei marketer, in Italia e non solo. Soffermandosi in particolare nel nostro Paese emerge chiaramente come le esperienze d’acquisto siano ancora strettamente legate ai retail fisici, nonostante lo smartphone si sia imposto come la naturale estensione del sé di tutti noi. E allora, come si conciliano questi aspetti? Qual è la migliore soluzione per integrare mondo reale e virtuale? Ecods, digital hub che si occupa dello sviluppo di progetti e prodotti legati al mondo delle service platforms così come del finanziamento di startup che sostiene nella commercializzazione del loro prodotto. Il servizio di punta è Proxee, una soluzione di proximity marketing mobile-app based sviluppata e coperta da brevetto mondiale da Signal360 e che distribuirà in Europa in esclusiva fino al 2022. «Non si tratta di capire il “se” questa soluzione è destinata a imporsi definitivamente sul mercato, bensì il “quando” tutto ciò avverrà», spiega il ceo Dragan Bozic, che in Ecods si occupa dello scouting di nuove tecnologie e della gestione di nuovi fondi d’investimento. «L’investimento nel proximity marketing, secondo i nostri calcoli, esploderà entro l’anno e darà i suoi frutti nei prossimi 3-5 anni. È importante capire come le app proprietarie, e di conseguenza le soluzioni di proximity, non siano un appendice bensì una vera e propria leva strategica di marketing. E per i retailer non vedo alternative possibili per garantirsi drive to store, raccolta dati e capacità di marketing one-to-one che diano gli stessi risultati in un periodo di tempo altrettanto ragionevole». Lo stesso Bozic si è confrontato con DailyNet sulle potenzialità di Proxee e sul futuro del mercato italiano, spiegando nel dettaglio offerte e vantaggi che la company mette sul tavolo dei clienti dopo due anni e mezzo di importanti investimenti.

Chi è Ecods? E che cosa propone al mercato?

Il modello principale di Ecods si basa sulla commercializzazione delle migliori startup scovate tra New York, la Silicon Valley e Israele. Questa è la mission di Ecods. L’incontro con Signal360, il cui brevetto si basa sull’utilizzo di ibeacon in grado di ingaggiare il 50% in più di smartphone rispetto a quelli tradizionali, permette di erogare servizi bluetooth low energy e di diffondere anche un’audiofrequenza non udibile (file ultrasuoni) che vanno ad agire sul microfono. Grazie a questa collaborazione ha preso forma la soluzione tecnologica Proxee, un campaign management evoluto all’interno del quale abbiamo costruito tutti i più comuni formati di msite, siti e mobile coupon, per far sì che la piattaforma possa lavorare anche in modalità self provisioning e che, messa a disposizione di un grande retailer, consenta ai clienti di avere uno strumento di facile utilizzo. Siamo perciò di fronte a una solution stand-alone ed end-toend in grado di offrire alle aziende la migliore soluzione di proximity marketing. Non è corretto affermare che noi vendiamo solo beacon, ma forniamo innanzitutto consulenza strategica nell’ambito del digital marketing e know how su customer journey, contenuti, roi, e solo alla fine vendiamo la nostra tecnologia. Ai clienti non interessa conoscere il funzionamento dei cosiddetti abilitatori tecnologici, perché vogliono avere un quadro chiaro dell’andamento del mercato e sulle prospettive di performance dei tool, spostando l’attenzione su tre concetti chiave: kpi, roi e drive to store.

Che cosa differenzia Proxee dalle offerte già presenti sul mercato?

È considerata la soluzione di proximity marketing migliore e più affidabile, rispetto a quanto oggi si può trovare sul mercato, e questo perché possiamo contare su un vantaggio competitivo in termini di tecnologia, costruito faticosamente nell’arco degli ultimi 30 mesi. Sono principalmente due i vantaggi competitivi. In primis, il fatto di poter ingaggiare l’utente con una prima notifica push anche ad app spenta a partire da 800 metri fuori dal negozio per poi gestire i successivi contatti anche in store. Proxee infatti raggiunge tutti gli smartphone in circolazione, eccetto Windows Phone. Il secondo vantaggio è rappresentato dalla partnership con Google, per cui Proxee è già abilitata al protocollo Eddystone. LOGO_PROXEE_black

Quali sono i vostri modelli di business? 

Partendo dal presupposto che per sviluppare strategie di proximity servono un’app proprietaria nella quale poter inserire un SDK, un CMS proprietario come Proxee, ibeacon per ingaggiare gli smartphone e ultrasuoni da integrare in file video-audio già esistenti, i modelli di business che stiamo perseguendo sono essenzialmente due: fare il technology provider verso i grandi retailer e stringere accordi con le app di terze parti.
  1. Accordi con retailer. Nel primo caso ai retailer, già dotati di un’app proprietaria, inseriamo il nostro SDK, dotiamo i loro punti vendita di beacon, gestiamo tramite il nostro CMS su input del cliente l’invio delle notifiche push così come le analytics dei dati generati. Proxee, ad applicazione spenta e solo dopo aver attivato la geolocalizzazione, è in grado di raggiungere l’utente in un range da 200 a 800 metri di prossimità dal touchpoint inviando una notifica che funziona da drive to store. Una volta all’interno del negozio ci saranno uno o più beacon che non solo tracciano la conversione ma danno anche una seconda push notification di welcome, che si porta dietro l’intelligenza del CRM dell’azienda con messaggi mirati e personalizzati. L’obiettivo, dunque, è quello di incrementare il traffico sul punto vendita grazie a una customer journey suddivisa in due momenti, prima contatto all’esterno e poi in-store, che fa leva sulla qualità del contenuto dei messaggi inviati: sempre nuovi e personalizzati. Abbiamo già inizializzato brand importanti come OVS e Metro Cash and Carry, sviluppato con Accenture il padiglione Coop Expo con il concept del supermercato del futuro e ci sono diversi progetti pronti a partire in breve tempo. Un’operazione di successo è stata “Il maggiordomo digitale” per l’Associazione Montenapoleone, lanciata a dicembre sempre con la collaborazione di Accenture, che grazie alle nostre innovative tecnologie sta trasformando lo shopping del lusso milanese in un’esperienza hitech. Sono stati 15 su 140 i brand luxury che hanno aderito all’iniziativa e il numero è destinato a crescere. È la testimonianza che il proximity non è sinonimo di couponing né di spamming, in quanto la nostra piattaforma tecnologica è in grado di gestire, in base alle esigenze dell’azienda, quantità e qualità delle notifiche tenendo in considerazione i dati del profilo personale. È la tecnologia, dunque, il nostro vantaggio competitivo rispetto ai competitor.
  2. Accordi con publisher. Per quanto riguarda il secondo business model abbiamo stretto accordi con editori che hanno investito nello sviluppo di app. Tale modello si basa su un’estensione su più mobile app che sfruttano la nostra tecnologia e sulla creazione di network di beacon in location di grandi flussi di pubblico, per far si che da qui alla fine dell’anno ci siano la stragrande maggioranza di app in contatto con le reti beacon, dando così vita al più grande mobile advertising networking d’Europa. È questa la nostra intenzione. I dati offerti dalle mobile app, in combinazione con quelli del beacon, offrono una conoscenza del profilo personale di un potenziale consumatore più dettagliata del passato, mettendo a disposizione delle aziende che vogliono fare campagne mirate una banca dati enorme e altamente intarget. Il primo accordo che abbiamo stretto è stato a luglio 2015 con Pagine Gialle, sulla cui app abbiamo campagne già attive, proponendo iniziative interessanti sia per Europe Assistance sia nei negozi Decathlon, nonostante il progetto sia ancora in fase beta. Altra partnership importante è con Condé Nast: siamo già integrati nell’app Fashion in Vogue e grazie al servizio Nearby l’editore può offrire nuove opportunità a clienti e investitori pubblicitari, sull’esperienza di quanto già si sta facendo Oltreoceano. Solo nel 2015, infatti, le attività di proximity marketing nel sistema dei grandi retailer USA in termini di fatturato è passato da 4 a 44 miliardi, pur rappresentando solo il 7% delle attività retail. Si può quindi affermare che il proximity marketing funziona e il mercato è pronto ad accogliere questa opportunità. A dimostrarlo ci sono anche le nostre indagini interne: confrontando stessi cluster di negozi e stesse attività di marketing in negozi abilitati e non, negli store con tecnologia abilitata le revenue salgono sistematicamente di due cifre in percentuale. A conti fatti, sul fronte publisher le mobile app che si servono della nostra tecnologia son oltre 5 milioni in Italia, tutti potenziali consumatori ingaggiabili in prossimità degli store. Ora siamo al 70% del percorso. Schermata 2016-06-15 alle 11.50.03

    I vantaggi di avere un media proprietario

    Oltre a essere tecnologicamente un passo avanti rispetto alla concorrenza, il fatto di avere un media proprietario rappresenta un vantaggio per le aziende dotate di una buona mobile app; in alternativa proponiamo, a coloro che non la possiedono, di appoggiarsi a quei player con cui abbiamo stretto delle partnership. In questo modo, la diffusione e la penetrazione di un’applicazione diventano un touchpoint diretto e privilegiato per dialogare con il consumatore, riducendo di conseguenza le esigenze delle company di investire in pubblicità. Se finora questa prospettiva esisteva ma si sviluppava in modalità più passiva, oggi invece è proattiva viste le capacità di engagement sul lungo raggio. Non solo, tutto ciò si porta dietro numerosi e precisi insight, tutti spendibili per migliorare le performance e fare diverse attività di saving.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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