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Il Corriere della Sera e il modello metered

Autore: Redazione


Il portale Datamediahub ha recuperato il documento aggiornato che racconta propositi e traiettorie della testata, tra web, carta e tutto quello che si trova in mezzo

Rincorsi dall’attualità, da un presente che ha una voglia matta di farsi futuro e che quindi non attende gli indecisi. Il Corriere della Sera, ovvero la testata più diffusa in Italia, ne è consapevole e da anni sta cercando di adeguare la propria identità secolare ai nuovi dettami della tecnologia. Il famigerato piano digital, più volte richiamato, chiacchierato, gode di accennati e misteriosi cambiamenti di rotta. Il portale Datamediahub è riuscito a impossessarsi dell’ultimo aggiornamento dedicato alla redazione e lo ha proposto subito sulla sua pagina. Si tratta di un documento che si focalizza sull’organizzazione del lavoro e sulle specifiche attività che risulterebbero conseguenti ai mutamenti creati dal’avanzamento digitale. Di seguito, riportiamo qualche passaggio del documento. Le ragioni del cambiamento L’era digitale, nella quale siamo immersi, ha rivoluzionato le modalità di accesso dei lettori alle notizie. Milioni di persone ottengono le loro informazioni ogni giorno senza leggere quotidiani cartacei, ma attraverso la rete, le app e i social network. Il loro numero è in costante aumento ed è destinato a salire sempre più. La sfida che dobbiamo affrontare è quella di portare la qualità del nostro lavoro su tutte le piattaforme e a un numero sempre maggiore di lettori. Questo non significa diminuire l’attenzione sul prodotto cartaceo, che è e resta un punto di riferimento imprescindibile. Ciò che dobbiamo fare è migliorare la capacità di declinare il valore del nostro lavoro su strumenti nuovi, con linguaggi e modalità specifici. Sempre più spesso, infatti, i lettori associano la nostra testata a quel che trovano sulle piattaforme digitali. Non solo il quotidiano in edicola, ma anche il nostro sito, la nostra app mobile, la digital edition, le nostre pagine su Facebook, gli account su Twitter e Instagram sono, in tutto e per tutto, il volto del Corriere della Sera. Per affrontare questa sfida, dopo aver profondamente cambiato la sua digital edition, il Corriere vivrà nelle prossime settimane un momento fondamentale: il passaggio del sito a un modello diverso. Il modello metered I lettori avranno accesso gratuito, su tutte le piattaforme, alla home page e a 20 contenuti al mese, dopodiché verrà chiesto loro di contribuire, con un abbonamento, al lavoro della redazione che porta loro le storie che mostrano di apprezzare così tanto. Si tratta del modello metered, adottato da molte testate internazionali. Questo modello permetterà a chiunque di accedere alle notizie del Corriere che chiederà un contributo a chi vuole un prodotto completo e senza limiti di fruizione. Gli abbonati avranno anche accesso al nostro archivio, ormai integralmente digitalizzato. Al posto di dare la caccia a numeri esorbitanti di pagine viste, il nostro obiettivo sarà avere, anche in rete, un rapporto intenso con i nostri lettori, offrendo loro contenuti per i quali valga la pena anche di pagare. Occorre ripensare, in una declinazione multimediale, le modalità di lavoro di ogni giornalista del Corriere e della redazione intera. Questo percorso, che si avvia ora, proseguirà nei prossimi mesi. Prima ancora, però, occorre che ognuno di noi realizzi di far parte di un’unica redazione - quella del Corriere della Sera - che lavora quotidianamente su ogni piattaforma: cartacea, sul web, sulle app. Su nessuna di esse il nostro lavoro viene regalato: su nessuna di esse possiamo permetterci di deludere il lettore. L’organizzazione del lavoro La nuova organizzazione del lavoro avrà come fine quello di garantire la massima qualità su tutte le piattaforme del Corriere della Sera. Per raggiungere l’obiettivo saranno necessari due elementi: un’organizzazione per turni e una continua interazione tra direzione, ufficio centrale multipiattaforma, redazioni integrate, desk dedicati alla cura delle piattaforme digitali. Il lavoro della redazione del Corriere della Sera coprirà – come avviene già oggi – un arco temporale che va dalle 5:30 del mattino - ora di avvio delle attività della digital edition - all’1:30 del mattino seguente - ora di chiusura della ribattuta cartacea. La nascita di una redazione pienamente integrata comporterà la presenza di una grande parte della redazione tra le 7 e le 23. Ferma restando l’autonomia organizzativa delle redazioni integrate carta-web nuove (Cronache, Esteri, Politica, Spettacoli, Sport) o già esistenti (Cultura, Economia, Milano, Roma), l’esperienza dei giornali stranieri più avanzati lungo il percorso di rinnovamento insegna che i turni dovrebbero essere essenzialmente due, con una sovrapposizione tale da rendere possibile il passaggio delle consegne.

Le strutture L’ufficio centrale sarà il punto di convergenza e di coordinamento di tutto il lavoro delle varie piattaforme. Le redazioni integrate avranno - oltre ai compiti già previsti nell’organizzazione attuale - quello di gestire il proprio canale online, che avrà anche maggiore evidenza grafica sulla home page. Ciascuna delle nuove redazioni integrate sarà rinforzata nell’organico per far fronte alle funzioni. A curare la home page dell’edizione online del Corriere sarà un desk dedicato. Il desk delle altre piattaforme digitali lavorerà - come già avviene - in stretto contatto con l’ufficio centrale e con la redazione. Ogni capo desk dovrà suggerire servizi, approfondimenti e bussole da far partire per le piattaforme digitali la mattina del giorno dopo. Le funzioni della redazione di Corriere.it e di CorriereTv resteranno fondamentali e strategiche, a partire dalla home page, dalle breaking news e dalla gestione dei video. Il flusso di lavoro I giornalisti del Corriere scriveranno e lavoreranno per tutte le piattaforme. Così come per tutte le piattaforme saranno vitali l’attività dei giornalisti grafici e il contributo dell’infografica. L’avvio del lavoro per le redazioni integrate è fissato alle 7. È opportuno che anche l’ufficio di corrispondenza romano, gli inviati e i corrispondenti garantiscano una copertura mattutina degli eventi. Il sistema dei turni vale per tutto il giornale, tenendo conto delle caratteristiche delle singole redazioni. Nel turno di apertura, mentre il desk online si occuperà di trasferire subito nella home page i servizi preparati la sera precedente, i colleghi delle redazioni integrate dovranno occuparsi di gestire le prime notizie del mattino e di mettere online - anzitutto nel proprio canale - una parte dei contenuti del giornale cartaceo. Di fronte all’arrivo di notizie nuove, fatto salvo il caso di esclusive portate dalla redazione, si potrà procedere così: un primo lancio, molto breve ma già ottimizzato dal punto di vista del seo e dello sharing social, potrà essere scritto dal desk online. Al lavoro sul sito si affiancherà quello per la confezione delle pagine cartacee. Da un lato si dovrà snellire il lavoro, per verificare la sequenza dei servizi avviati sul digitale e quelli da prevedere e trasporre sulla carta e per evitare una duplicazione del lavoro da parte dei colleghi. La chiusura della maggior parte delle pagine sarà prevista alle 22,00. Per le 22.30 - o per chiusure ulteriormente spostate in avanti, legate a eventi eccezionali e programmati - andranno stampate solo le pagine soggette a sviluppi serali. Per facilitare lo spostamento da una piattaforma all’altra i contenuti andranno rilasciati in un ambiente di Méthode definito “neutro”, che non è né quello della carta né quello del web. Chi rilascia il pezzo dovrà anche corredarlo delle parole chiave per la search engine optimization, in modo da renderli più facilmente rintracciabili sui motori di ricerca. Rinforzi e bandi Nelle redazioni non ancora integrate, e quindi da rendere integrate, arriveranno 10 colleghi. Il piano della direzione prevede 3 giornalisti in più allo sport, 2 alle cronache nazionali, 2 agli esteri, 2 al politico, 1 agli spettacoli. Il sistema per la scelta dei colleghi sarà quello dei bandi aperti a tutti, per le posizioni di redattore ordinario, tenendo conto delle esigenze del giornale e delle aspirazioni professionali. Per i nuovi prodotti smartphone e social si prevede il rafforzamento della redazione digital edition con 4 colleghi.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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