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Per rispondere all’attacco dei colossi digitali, Spotify punta sulle sue peculiarità

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Apple, Google e Amazon potenziano i servizi di streaming e hanno la forza necessaria per competere con la piattaforma. La struttura guidata da Daniel Ek manca di un business parallelo che assicuri stabilità, ma compensa queste mancanze con un articolato piano di marketing

Spotify ha perso la sua caratteristica disruption ora che i flussi di streaming sui device sono così vasti, e questo aumenta le pressioni sulla sua divisione marketing, adesso ancora più responsabilizzata verso il compito di creare valore ulteriore nella musica e trasmetterlo alle persone.

Spotify minacciato

Non sembra abbastanza il tentativo di stringere un legame tra playlist e brand, né il principio di combattere la pirateria musicale che ne aveva fatto le fortune ai suoi inizi. Apple, Google e Amazon stanno emergendo nel segmento, diventando vere e proprie minacce per Spotify che potrebbe essere inghiottito in un ecosistema di brand all’interno del quale è proprio quest’ultimo a non avere caratteristiche specifiche al di fuori dello streaming. Apple produce gli hardware, Google l’advertising, Amazon è un gigante dell’ecommerce, e Spotify poggia solo sulla musica. Il suo valore relativo è quindi quasi nullo, dato che i contenuti non sono di sua produzione. La piattaforma siede in una postazione precaria, dove un brand più ricco o più strutturato potrebbe attrarre un numero maggiore di abbonati e offrire più stabilità, data appunto dalle attività parallele (nei casi citati primarie).

Le soluzioni

Per rispondere alle criticità del suo impianto strutturale Spotify ha bisogno di migliorare il suo sistema di advertising. I dati sono stati il core del campo vendite della piattaforma, e saranno critici anche per le future strategie di marketing. Il possesso delle informazioni sugli utenti facilita la comprensione di quali inserzioni siano più efficaci per ognuno di essi. Ad esempio: un sondaggio ha riportato che il 28% degli americani considererebbe di trasferirsi in Canada se Donald Trump venisse eletto presidente, e contemporaneamente è stata creata dagli utenti della piattaforma una playlist chiamata “moving”. Qualche giorno dopo, il brand ha usato la top track della scaletta musicale in una video ad in cui una coppia si trasferisce portandosi dietro l’intera casa. “L’audience è il nostro asset chiave; non la sua proiezione, ma il dettaglio dei dati che abbiamo raccolto su ognuno, che definisce ogni utente. Non dobbiamo necessariamente raccontare il brand Spotify, ma vogliamo raccontare la storia di un fan della musica”, spiega il chief marketing officer Seth Farbman. maxresdefault Seth Farbman, cmo Spotify

Moments e strategia

La creazione di diverse comunicazioni legate ai momenti e agli umori delle audience, secondo Farbman, trasformerà la community nella maggiore attrazione per gli utenti, sia free sia a pagamento. Invece di spingere le revenue per-iscritto, la società sembra più preoccupata di convincere sempre più gente ad utilizzare il servizio, e convincere i free user ad abbonarsi. “Abbiamo visto che gli utenti hanno ridotto i tempi in cui scelgono di pagare per Spotify, ci mettono poche settimane. Gli serve solo rendersi conto che questa piattaforma è il prodotto che cercano. Arrivano da noi cercando musica di più alta qualità e offrire questi contenuti è il proposito su cui l’azienda si fonda”, continua Farbman. Un messaggio che sembra funzionare, e infatti se il numero di iscrizioni medie si è abbassato del 4,5% nel 2015, la conversione al premium è cresciuta del 6,5%. Dati importanti per bilanciare i due tipi di utenze e per il bilancio, considerando che il 90% delle revenue arrivano da meno di un terzo (31,4%) del totale utenti, per un valore di 1.96 miliardi di dollari. Mentre dai free user e dalla pubblicità che li raggiunge, Spotify ne ricava solo 222 milioni. _83864487_getty_taylor Taylor Swift

La spinta degli artisti

Il supporto di personalità di spicco nell’ambiente musicale potrebbe essere un boost ulteriore per la società. Bjork e Taylor Swift hanno già espresso il proprio placet per la società, e Troy Carter, uno dei manager più influenti che gestisce cantanti come Lady Gaga, è stato assunto a giugno per “proteggere le voci” dei suoi artisti. Una mossa che potrebbe rivelarsi fondamentale. Un’altra carta che Spotify è pronta a giocarsi è una comunicazione migliore dei mezzi offerti agli artisti stessi per la gestione del proprio business. “Abbiamo gli strumenti per fare in modo che gli artisti identifichino i fan più accaniti o per suggerirgli come potrebbero strutturare i propri tour in maniera alternativa, in modo da raggiungere luoghi dove i fan sono più numerosi”, spiega Farbman. Per facilitare il marketing shift, è cambiato il modo di lavorare con le agenzie: da accordi della durata di un progetto, la società ha scelto Weiden + Kennedy, con la quale ha sottoscritto un contratto globale. Ma Spotify sta anche assumendo una schiera di creativi che lavoreranno internamente e cercheranno di far fruttare i budget allocati ai media tradizionali

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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