Autore: Redazione
22/11/2016

Bild taglia gli spazi adv più intrusivi e punta su nuovi formati

La testata di Axel Springer, racconta Digiday, ha eliminato una serie di posizionamenti e sviluppato nuove soluzioni come l’understitial per regalare una esperienza migliore sia a brand che a utenti

Bild taglia gli spazi adv più intrusivi e punta su nuovi formati

Sempre attento alle esigenze degli editori, Digiday ha pubblicato un articolo sulla Bild, il tabloid di proprietà di Axel Springer. Secondo quanto riporta la testata, il giornale tedesco ha tagliato circa il 20% dei suoi posizionamenti pubblicitari più intrusivi dalle pagine degli articoli, tra cui pop-unders, video e in-text overlays. L’obiettivo dell’operazione è quello di ridurre il volume degli annunci, tagliare quelli più intrusivi e introdurre nuove soluzioni customizzate. “Quando tagli circa il 20% degli spazi, questo porta ad alcuni vincoli di fatturato - ha dichiarato Stefan Betzold, managing director di Bild Digital. L’understitial Il manager sostiene che la società editoriale sta monitorando gli ads che non performano a dovere e quelli che non rispettano una certa soglia vengono tagliati. Ciò viene fatto per lasciare spazio a nuovi e migliori strumenti di comunicazione. L’”understitial” è uno di questi: ha dimensioni fisse, è proposto al fianco del contenuto e si carica quando il lettore scrolla la pagina. Sono già diverse le campagne erogate con questa modalità e il publisher si dice soddisfatto. Secondo ricerche interne l’ad recall sarebbe tre volte superiore rispetto ai formati appena messi al bando. Per un posizionamento esclusivo di 24 ore nella home page, che da mobile garantisce circa 5 milioni di impression, Bild fa pagare un prezzo lordo di 70mila euro. Verso una pubblicità migliore Da quando Bild ha avviato il taglio dei formati intrusivi, la società ha smesso di collaborare con una manciata di ad network che non soddisfano i criteri per essere considerati “annunci accettabili” e che violano la privacy degli utenti in materia di dati. Tuttavia per Betzold anche i formati più intrusivi, se accompagnati da una creatività impattante possono segnare ottimi risultati, controbilanciando il proprio posizionamento aggressivo. Prova ne è l’ultima campagna pubblicitaria di Netflix declinata con un video interattivo a 360 gradi con cui gli utenti hanno potuto interagire e visionare delle mini-serie. Ma occorre porre un limite alla frequenza. “Se fosse troppo alta, l’intrusività avrebbe il sopravvento sulla stessa creatività”.