Autore: Redazione
30/05/2016

Arredatutto.com, per il design Made in Italy nuovo budget

I due giovani founder raccontano a DailyNet come abbiano portato al successo il portale nato nel 2007 e quali siano le sfide da affrontare nell’immediato futuro sul fronte pubblicitario

Arredatutto.com, per il design Made in Italy nuovo budget

Le storie più belle sono sempre quelle che iniziano per caso. Quest’affermazione, per quanto sia spesso veritiera, è troppe volte abusata e perciò rischia di perdere valore, la sua autenticità, ma non in questo caso: Arredatutto.com, la principale piattaforma italiana di ecommerce per l’arredo e il design di interni ed esterni. La decisione di dar vita a questo progetto, che oggi vanta 25.000 articoli in catalogo e 200 marchi, è scaturita in una notte d’estate di nove anni fa, per caso appunto. O forse sarebbe meglio parlare di destino, di una storia di successo già scritta chissà dove. «Basti solo pensare che abbiamo ricevuto il primo ordine ancora prima di aprire la partita iva», hanno affermato i due giovani founder Demetrio Triglia e Alessandro Andreazza, che hanno raccontato a DailyNet la storia del portale e le sfide future. Com’è nato Arredatutto.com? E come si posiziona oggi sul mercato? «Il nostro portale è nato nel luglio 2007 con l’ambizioso obiettivo di portare l’eccellenza del Made in Italy in un ambito come il design in tutto il mondo. Inizialmente ci siamo occupati dell’intero processo d’acquisto, dal prendere contatto con fornitori e clienti agli aspetti logistici e di distribuzione, poi con il tempo e l’esperienza accumulata abbiamo rivisto il nostro business model rendendolo più efficace e funzionale alle esigenze degli utenti. Già l’anno successivo, infatti, abbiamo adottato un sistema più strutturato, per poi trasformarlo definitivamente nel 2012, quando abbiamo abbandonato furgoni e servizi di logistica per acquistare il dominio .com che ci ha permesso di costruire una vera e propria piattaforma di ecommerce. In questi anni Arredatutto.com, grazie a numerosi restyling e miglioramenti del website, a un aumento del budget destinato a comunicazione e advertising, è riuscito a identificarsi come un brand autorevole, garanzia di qualità e dal profilo internazionale. A testimoniarlo ci sono i numeri: oltre 4 milioni di visite sul portale all’anno, un fatturato complessivo di oltre 5,4 milioni di euro nel 2015 (+24% sul 2014) e una crescita media anno su anno del 25%. E questo non sarebbe stato possibile se non avessimo inserito nel nostro catalogo marchi di alta qualità, con una buona diffusione sul territorio e una visione ampia del mercato. L’obiettivo è rimasto quello di far conoscere a tutti il design italiano e perciò cerchiamo sempre di dare spazio a brand sinonimo del Made in Italy, senza comunque tralasciare le eccellenze straniere. Vogliamo essere riconosciuti come una garanzia di qualità, sotto tutti i punti di vista». Sul fronte comunicativo e pubblicitario come vi state muovendo? «Nel corso di questi quasi dieci anni di attività abbiamo gradualmente aumentato non solo l’attenzione ma anche il budget riservato a entrambi i settori. Dal punto di vista comunicativo ci avvaliamo sia della collaborazione di BPRESS e di un consulente esterno, Roberto Catania, sia di risorse interne. La nostra interfaccia più immediata e diretta con i clienti rimane comunque il nostro sito, la cui gestione è affidata a un team interno e questo ci permette di fare modifiche e continue migliorie più rapidamente e soprattutto più di frequente. Il fatto di internalizzare sempre di più tutte le attività relative non solo alla comunicazione ma anche allo sviluppo e all’assistenza clienti fa parte di una strategia aziendale che si è dimostrata nel tempo più funzionale alle nostre esigenze e alla realizzazione di un sistema migliore. Per quanto riguarda invece il contesto pubblicitario, possiamo definire Google il nostro main partner, facendo ampio uso di tutti i suoi servizi, da AdWords alla seo. Ci affidiamo invece a Zanox per le attività di affiliazione, couponing, distribuzione di cataloghi dei nostri prodotti su larga scala ed email marketing. Nel complesso il budget in comunicazione e pubblicità di quest’anno si aggirerà intorno ai 600 mila euro. Sul fronte social network, infine, siamo presenti su Twitter e soprattutto su Facebook, con la nostra pagina ufficiale, anch’essa gestita internamente, che attualmente conta una fan base di oltre 80mila unità. Nei piani futuri, ma non troppo, abbiamo in programma il rafforzamento dell’intera area dei social media, tanto che entro l’anno stiamo organizzando lo sbarco su Instagram. Il social per eccellenza delle immagini può rappresentare un luogo strategico per la comunicazione del design che proponiamo, anche se in realtà precedentemente abbiamo fatto sentire la nostra presenza su questa piattaforma postando alcuni contenuti sponsorizzati». Che novità sta portando il 2016? «Siamo stati molto attivi sul fronte della creazione di eventi sul nostro sito: dopo l’organizzazione della We Commerce, è stata la volta dei saldi di primavera a fine marzo. Dal 2 al 5 giugno infine è in programma il Made in Italy day. Un’altra novità importante è rappresentata dallo sbarco negli Usa con una sede “fisica”, la prima al di fuori dei confini nazionali.  Basti pensare che Arredatutto.com senza alcun tipo di investimento pubblicitario, ma solamente attraverso l’ottimizzazione del sito, ha generato 400 mila euro di vendite. E il fatto che i nuovi uffici siano proprio Oltreoceano è significativo della voglia di internalizzazione e di andare a conquistare eshopper dall’alto potenziale d’acquisto». Un commento sul mercato ecommerce italiano «Siamo senza dubbio un passo indietro rispetto a quanto si può osservare nel resto d’Europa e del mondo, e questo è il risultato di un processo che vede tutti coinvolti: da un lato i produttori stessi che non credono ancora abbastanza nelle potenzialità di questo mezzo e dall’altro gli utenti che a loro volta non trovando adeguate le piattaforme sono poco inclini ad acquistare online. Si innesca così una reazione a catena che rischia di mettere in crisi un intero sistema, ma che per fortuna oggi sembra si stia riprendendo. Ciò che ci manca, quindi, è una cultura dell’ecommerce a tutti i livelli. Un lato positivo in tutto questo c’è e si può intravedere nelle molteplici opportunità di crescita che un mercato come quello italiano può ancora offrire, sia lato utente sia per la struttura dell’industry stessa. Il mobile è un trend che può aiutare a far decollare l’ecommerce in Italia, che a oggi vale solo il 3% del fatturato europeo, tanto che noi stiamo investendo molto in questa direzione».