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Altavia presenta Le Barometre de la Valeur shopper: la relazione tra retail e consumatore verso l’omnicanalità

Autore: Redazione


Illustrati a Milano, i risultati della prima edizione italiana dell’indagine sulla qualità della relazione tra insegne e clienti

AltaviaLab, divisione di Altavia Italia dedicata alla ricerca, all’innovazione e alla sperimentazione, ha presentato ieri sera a Milano, presso il Palazzo delle Stelline, i risultati del Baromètre de la Valeur Shopper 2016, prima edizione italiana della più grande indagine sulla qualità della relazione tra le insegne retail e i loro clienti. Nato in Francia cinque anni fa da Shopper Mind, società del Gruppo Altavia, il Baromètre de la Valeur Shopper si propone di analizzare il grado di vicinanza tra le insegne e i loro clienti sondando la forza di questo legame, il livello di fiducia e fedeltà riposto nelle insegne. In altre parole, il Baromètre mette a disposizione un’immagine dettagliata delle aspettative del consumatore e quanto di queste aspettative lui ritrova nelle insegne che abitualmente sceglie per i propri acquisti. L’opinione sui retailer Agli intervistati è stato chiesto di esprimere la loro opinione sui retailer di cui sono clienti abituali, ciò ha condotto ad analizzare 160 catene inquadrate in 8 settori merceologici: GDO alimentare, Abbigliamento, Cosmetica, Hi-tech, Casa & Decò, Bricolage-DIY, Pet food e Varie-multisettore. Inoltre, ognuna di esse è stata valutata in rapporto a 11 attese shopper, identificate in sede di focus group, che coprono le attese tangibili e intangibili, relazionali e transazionali che influiscono sull’esperienza d’acquisto. A discutere dell’indagine e dei risultati che sono emersi, un parterre di profondi conoscitori del mondo retail italiano: Cristina Lazzati, direttore di Mark Up, Paolo Ricotti, Presidente di Plef, Fabrizio Bellavista, ricercatore e studioso di emotional marketing, Paolo Mamo, Presidente e Amministratore Delegato di Altavia Italia e Anna Casani, Strategic Development Manager di Altavia Italia, moderati da Gianmarco Bachi di Radio Popolare. I risultati La ricerca AltaviaLab restituisce il quadro di un retail in movimento, spronato da un contesto economico e sociale in cui l’esperienza di acquisto e di consumo si sta evolvendo rapidamente in direzione dell’omnicanalità. A prima vista, le insegne appaiono impegnate nello sforzo di stabilirsi o confermarsi come riferimento rilevante nella vita del cliente, rimodulando il loro approccio per intercettare gusti, bisogni, interessi e aspirazioni del consumatore e per sfruttare il moltiplicarsi delle occasioni di contatto e interazione a loro disposizione: ma è proprio così? altavia-1 Impermeabilità al cambiamento Il primo dato che emerge dal Baromètre de la Valeur Shopper 2016 è l’esistenza di una sorta di resistenza al cambiamento. Le valutazioni espresse dal campione intervistato evidenziano una titubanza delle insegne nel cogliere le opportunità offerte dalle tecnologie digitali e fare leva sulle attese shopper allo scopo di costruire shopping experience omnicanale distintive e coinvolgenti. “Gli indici di valeur shopper assegnati dai clienti mostrano un appiattimento di fatto delle insegne sui valori di prezzo, tempo e assortimento, condizioni imprescindibili ma non più sufficienti da sole a differenziare le proposte nelle percezioni del consumatore” - ha sottolineato Paolo Mamo. “Nel vissuto dei consumatori, infatti, i retailer tendono ad assomigliarsi eccessivamente e le esperienze d’acquisto finiscono per essere pressoché sovrapponibili. Non è casuale, perciò, che in settori quali Alimentare e Cosmesi le insegne più apprezzate siano quelle che hanno saputo posizionare la loro offerta su valori non riconducibili alla sola terna prezzo, tempo e assortimento.” Il fascino pervasivo dell’ecommerce Proprio l’appiattimento dei retailer sugli aspetti più razionali e tangibili dell’offerta, sta portando a una crescita sempre maggiore dei pure player, che non sono più relegati a mercati di nicchia o settori specializzati come l’hi-tech, aprendosi al grande pubblico. Nel tempo, i player dell’ecommerce “puro”, hanno progressivamente perfezionato e arricchito la loro offerta, affiancando ai vantaggi in termini di prezzo, tempo e assortimento, elementi tali da rendere possibile un’esperienza adatta a soddisfare il maggior numero di aspettative intangibili del cliente, seppur in maniera virtuale. Peraltro, retailer tradizionali che hanno saputo trasferire le logiche vincenti di experience del virtuale nell’esperienza reale, come Rinascente, oggi si trova a poter competere alla pari con e-tailer potenti e agguerriti come Yoox. Valori e progetti in cui potersi identificare Il Baromètre non manca di fornire utili spunti di riflessione anche sull’applicazione dei concetti di sostenibilità e responsabilità sociale nel retail. I clienti, oggi sono molto più attenti e informati sugli aspetti ambientali, etici e sociali e quindi non accettano più semplici azioni di charity fine a se stesse, ma pretendono un impegno coerente e in prima persona del retailer nei confronti dell’ambiente, del territorio e della comunità: oggi il consumatore vuole sentirsi prima di tutto coinvolto emotivamente. Allo stesso tempo, le evidenze confermano, ancora una volta, come la sfera emozionale e immateriale non sempre sia la principale leva competitiva su cui le insegne agiscono per conquistare e fidelizzare i loro clienti. Elemento che renderebbe estremamente differenziante e caratterizzante un eventuale investimento di una catena in questo senso. L’innovazione tecnologica non è più un optional Un ultimo, prezioso insight fornito dal Baromètre de la Valeur Shopper 2016 riguarda l’approccio dell’insegna alle nuove tecnologie. Considerate le caratteristiche di rapidità, pervasività e penetrazione delle applicazioni digitali di rete e mobili, restare al passo con l’innovazione non può più essere considerata un’opzione per il retailer, bensì un valore necessariamente presente nel coltivare ogni occasione di relazione con il cliente. D’altra parte, la ricerca ha confermato che la tecnologia riveste un ruolo significativo nelle attese del consumatore in tutti i settori merceologici esaminati, con particolare importanza a quelli più sensibili al cambiamento e alle nuove tendenze.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 29/04/2024


L’ACI mette a bando 3 milioni di euro per il servizio biennale di ideazione, produzione e pianificazione di nuove campagne pubblicitarie

L’Automobile Club d’Italia ha emesso un bando per l’affidamento del servizio di ideazione e realizzazione di campagne di comunicazione per ACI stessa, del valore di 3 milioni di euro al netto di Iva in 24 mesi a partire dal prossimo mese di febbraio. Termine per il ricevimento delle offerte:30 maggio 2024. Tra i requisiti richiesti ci sono quello di un fatturato globale maturato nel triennio precedente almeno pari a 6 milioni Iva esclusa, e di aver eseguito negli ultimi tre anni di almeno 2 campagne di comunicazione esterne realizzate per pubbliche amministrazioni/privati con un progetto creativo e un piano media articolato su base nazionale, di cui almeno una con un piano media di valore pari o superiore a 1,5 milioni, Iva esclusa . Finalità La finalità delle precedenti campagne è stata di raccontare valori, capacità, funzioni di ACI e di diffonderne la “mission”: rappresentare gli interessi, le ambizioni, le evoluzioni degli automobilisti contemporanei, non più intesi solo come “proprietari di veicoli” ma soprattutto quali cittadini che necessitano di mobilità sostenibile, sicura, individuale e interconnessa con quella collettiva. ACI ha inteso, inoltre, evolvere il suo ruolo, in funzione delle trasformazioni della società, estendendo la sua attenzione a tutte le modalità con cui si compone oggi la mobilità individuale, di cui fruiscono tutti i cittadini non solo gli automobilisti, e integrando il concetto di mobilità sostenibile che deve essere certamente a minor impatto ambientale ma, altresì, anche con sempre maggiore la sicurezza stradale e, soprattutto, accessibile a tutti. ACI intende quindi perseguire questo percorso per i prossimi due anni, sviluppando campagne istituzionali/sociali, con adeguate pianificazioni nazionali, rinnovando le campagne specifiche legate ai servizi/prodotti offerti, proseguendo la comunicazione sui temi della Sicurezza Stradale e della corretta guida che ogni anno avranno un focus specifico, supportando con azioni di comunicazione specifiche le proprie articolate attività, ad iniziare da quelle sportive e associative. Obiettivi Al fine di accrescere awareness, autorevolezza e credibilità sia presso il grande pubblico italiano (protagonisti o fruitori della mobilità) come presso gli influenti di settore e gli interlocutori istituzionali, si reputa necessario che la comunicazione abbia come direzione: 1. Raccontare ACI in un’unica narrazione istituzionale, finalizzata ad ottimizzare e incrementare la corretta reputazione del brand, che successivamente si declina, in modo originale ma sempre riconoscibile, nelle diverse attività di comunicazione che saranno richieste; 2. Diffondere la vision di ACI e i valori del brand per sostenere una nuova consapevolezza, presso i target indicati, del vero e attuale posizionamento di ACI e del suo ruolo attivo nel processo di innovazione del Paese. 3. Promuovere e consolidare la consapevolezza della qualità, efficienza e innovazione dei prodotti e servizi che ACI offre, anche nei confronti di un pubblico meno attiguo al mondo ACI, per semplificare e migliorare le esigenze di mobilità.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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