La società per gli accertamenti di cui è presidente Carlo Mandelli potrebbe rinviare ai primi mesi del prossimo anno il reintegro di questo canale diffusionale
Per il ripristino delle copie multiple digitali all’interno delle rilevazioni ADS sono poche le possibilità che ciò avvenga in questi mesi autunnali, com’era stato preventivato ma, anche, prima che finisca il 2016. Una decisione ufficiale da parte dell’organismo presieduto da Carlo Mandelli non è stata ancora presa ma - in base a quanto ricostruito da DailyMedia - il prossimo CdA, atteso entro fine mese e che dovrebbe approvare i nuovi, appositi, articoli del regolamento, dovrebbe optare per un rinvio al 2017 della riattivazione di questa modalità diffusionale. Con il rischio anche, in teoria, che ciò non avvenga nemmeno a marzo, per i dati relativi a gennaio, sempre del prossimo anno, che sarebbero inerenti solo a quotidiani e settimanali, mentre per i mensili ci sarebbero ancora quelli di dicembre 2016, visto che, per le diffusioni di questo tipo di periodici, vengono fornite sempre le rilevazioni di un mese prima, quindi ancora relative a dicembre di quest’anno. L’impressione è però che, anche se le verifiche compiute in merito da Reply sono terminate, mettendo quindi la Commissione Lavori nelle condizioni di modificare il regolamento e, soprattutto, tornare a effettuare le verifiche sulle multiple digitali in tempi rapidi, il CdA preferisca mettere una “pietra tombale” su questi tormentati 12 mesi spaccati tra il prima e il dopo l’interruzione del calcolo delle multiple digitali, senza reintrodurre un’ultima fase che le ripristinerebbe ma con modalità diverse da prima e, quindi, con numeri non confrontabili con quelli precedenti. Per ripartire del tutto da “zero”, quindi, bisognerebbe aspettare il prossimo aprile, a quel punto con i dati di febbraio per quotidiani e settimanali, e di gennaio per i mensili.
ADS, sul rinvio pesa la vicenda Sole 24 Ore
Non si può non pensare, per altro, che, sull’eventuale scelta di rinvio, “pesino” anche le turbolenze che si stanno abbattendo in questi giorni sul Sole 24 Ore, che coinvolgono anche la questione appunto delle copie multiple digitali. Tra le richieste di verifica e controllo avanzate dal giornalista e azionista del giornale di Confindustria, Nicola Borzi, contenute in un esposto indirizzato ai vertici e al collegio sindacale del Sole 24 Ore, e alla Consob – secondo quanto riportato da alcune testate in questi giorni – c’è infatti anche quella di fare luce su termini, modalità e finalità “dell’accordo in base al quale Di Source Ltd si occuperebbe della gestione, raccolta e attivazione di abbonamenti a edizioni digitali delle testate del Sole 24 Ore altrimenti inattivi e non registrabili nelle rendicontazioni ADS perché appartenenti anche alla categoria delle copie multiple digitali, in cambio di denaro”. Questa Di Source Ltd, avrebbe spiegato nel testo Borzi, secondo fonti interne ed esterne “sarebbe legata al Sole 24 Ore da un giro di fatture per prestazioni di servizi e/o consulenze” . Borzi, nell’esposto del 7 ottobre, evidenzia come la Di Source “sia stata istituita il 9 novembre per conto di fiduciari e/o azionisti sconosciuti dalla Jordan Cosec Ltd”.