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Sassoli: «Ad blocking e programmatic, serve trasparenza. Entro Pasqua pronto il Libro Bianco»

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Si è svolta la prima riunione con Fieg, AssoCom, Iab Italia, Fedoweb, Unicom, Fcp e Netcomm, e da questa sono stati stabiliti gli argomenti che saranno discussi nel prossimo incontro, che si terrà a gennaio. «Il documento sarà pronto indicativamente per la primavera», anticipa in questa intervista a DailyMedia il presidente degli utenti

Durante l’assemblea annuale di UPA, nello scorso maggio, era stata annunciata la costituzione di un tavolo di discussione che avrebbe portato alla stesura di un Libro Bianco relativo all’ad blocking e al digitale. I lavori hanno fatto significativi progressi, e proprio pochi giorni fa i presidenti di Fieg (Maurizio Costa), AssoCom (Marco Testa), Iab Italia (Carlo Noseda), Fedoweb (Giancarlo Vergori), Unicom (Alessandro Ubertis), Fcp (Massimo Martellini), la stessa UPA (Lorenzo Sassoli de Bianchi), e Netcomm (Roberto Liscia), hanno concluso il primo incontro, durante il quale sono stati affrontati gli argomenti definitivi che verranno dibattuti nelle prossime sedute. «A gennaio faremo una nuova riunione dei presidenti durante la quale metteremo insieme tutto il materiale e vedremo quali sono i punti di convergenza e quelli di divergenza per arrivare indicativamente entro Pasqua al libro bianco definitivo che, comunque, non sarà esaustivo, perché il contesto cambia costantemente e perché sicuramente ci saranno dei temi su cui le discussioni si protrarranno più a lungo. Sottolineando che il mercato digitale vale il 28% dell’intero investimento in comunicazione», spiega Lorenzo Sassoli de Bianchi a DailyMedia. La vicenda delle metriche sbagliate di Facebook, che dopo due anni ha ammesso un’incongruenza sostanziale tra i dati relativi al tempo medio di visione dei contenuti video consegnati a editori e inserzionisti e quelli effettivi, è stato un ulteriore stimolo per il tavolo di lavoro, sostenitore della necessità di una maggiore trasparenza di tutte le vicende della rete. Durante l’incontro, il presidente ha svelato i punti su cui si svilupperà il Libro Bianco.  

Dati e misurazioni di terze parti

  Il primo punto su cui Sassoli concentra l’attenzione è «la certificazione dei dati di internet da parte di terze parti indipendenti. Oggi, i feedback ricevuti provengono molto spesso dalle parti coinvolte. L’audience televisiva, per esempio, è misurata da Auditel, un organismo autonomo, mentre le informazioni sui social network provengono direttamente dalle piattaforme stesse. Una pratica in sostanziale antitesi con il principio su cui sono state fondate le audi», spiega sempre il presidente di UPA. Facebook, Twitter, Instagram e così via rispondono all’obiezione facendo notare il possesso di dati molto puntuali, e più puntuali rispetto agli altri media, sottolineando quindi che non è necessario un organismo esterno per svolgere la pratica misurativa. «In realtà l’episodio di Facebook dimostra invece l’effettiva necessità di una contro-prova, di un occhio esterno che ne verifichi l’attendibilità», continua.  

Viewability

  «In America la viewability è definita secondo parametri che noi non riteniamo equi: lo scontrino per un banner parte dopo che questo appare nella schermata dell’utente per 1 secondo, con almeno il 50% dei pixiel, quello per un video, invece, dopo due secondi con almeno il 50% dei pixel in schermata. Noi non abbiamo ancora proposte da fare, ma sia il tempo che la quantità di pixiel che definiscono una impression saranno oggetto di confronto nelle prossime riunioni», svela sempre Sassoli. programmatic_advertising

Trasparenza della filiera programmatic

  Il programmatic, a oggi, «è una nebulosa opaca, e noi abbiamo intenzione di attivarci affinchè i processi di questa tecnologia vengano messi in chiaro». La questione non riguarda le provvigioni che trattengono i vari attori della filiera programmatica, quanto invece la possibilità, lato inserzionisti, di poter calcolare l’effettiva cifra arrivata ai publisher. «Trasparenza della filiera vuol dire rendere noti, contrattualmente, tutti i fornitori e gli attori che prendano parte al processo del programmatic. Il nostro obiettivo è arrivare a un contratto-tipo, in cui si definiscono da una parte l’investimento e, dall’altra, tutti coloro che partecipano alla sua gestione», specifica Sassoli.  

Disponibilità dei dati

  Anche le dmp hanno bisogno di essere regolamentate. «Di chi sono i dati? Chi li processa? Come li usa? Queste domande alzano evidenti interrogativi riguardo la responsabilità del trattamento. Un argomento delicato, che è importante definire meglio», continua il presidente di UPA.  

Traffico non umano

  Bisogna che le aziende sappiano che c’è una quota di traffico non umano che ogni azienda sconterà nella propria pianificazione. «Proprio perché potrebbe incidere sui budget, è importante misurarlo. Negli USA, il traffico generato dai robot è piuttosto diffuso, in Italia non lo sappiamo e, quindi, è necessario favorire sistemi tecnologici aperti che misurino la qualità dei contatti», dice.  

Brand safety

  L’accostamento tra la pubblicità di una marca e un particolare tipo di contenuto è delicato «e il Libro Bianco proverà a stabilire linee guida per evitare collocazioni spiacevoli all’interno dei siti web». ad-blocking

Ad Blocking

  «Questo è un tema che si riflette sugli advertiser, che dovranno fare una seria riflessione sull’affollamento della pubblicità, sul suo posizionamento, sui formati, sui contenuti e sulla durata dei video. Ma anche gli editori devono pensare ad adeguare le inventory a una user experience rispettosa verso gli utenti. L’ad blocking è un problema di entrambi: le ads bloccate non vengono pagate e questo costituisce un danno economico per gli editori, ma la parziale erogazione è un danno anche per gli advertiser, che non riescono a raggiungere il target e di conseguenza il business ne risente», afferma Sassoli.  

Quantificazione degli investimenti

  Sui media tradizionali gli investimenti delle aziende sono completamente trasparenti. È possibile controllare quali risorse hanno investito le aziende e su quale canale, e questa è una pratica di fondamentale importanza strategica. La “quota di voce” corrisponde, sul medio–lungo periodo, alla quota di mercato, e sapere chi ha la quota di voce più alta dà vita a ragionamenti di grande rilevanza nel marketing di un’azienda. Su internet, invece, non è possibile. «Stiamo parlando di oltre un quarto del mercato e, quindi, è necessario che il media si adegui alla trasparenza. Questo sforzo è richiesto a tutti quelli che non dichiarano gli investimenti - dice Sassoli -. Per risolvere questa situazione abbiamo previsto un tavolo dove parteciperanno società tra cui Nielsen e l’Osservatorio del Politecnico di Milano per discutere qual è la strada migliore, e poi applicarla, per rivedere una misurazione quantitativa totale, e poi per settori», conclude.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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