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Gruppo 24 Ore, si svolge oggi l’assemblea per l’aumento di capitale: si aggiungeranno 39 milioni di euro dal 49% di “Formazione ed Eventi”

Autore: V Parazzoli


La società di cui è presidente Giorgio Fossa, e dalla quale è uscita ieri Anna Matteo, direttore Digital Business & Technology, ha precisato l’entità dei ricavi attesi dall’operazione avviata con Palamon; e ha reso noto che, per le diffusioni del 2016, se non ci sarà una certificazione di ADS, si affiderà a un revisore esterno

Sarà un’assemblea a dir poco infuocata quella di questa mattina di Gruppo 24 Ore, che dovrà varare anche il già programmato aumento di capitale, con Confindustria che concorrerà fino a 30 milioni di euro e con la copertura del consorzio di garanzia capitanato da Banca IMI (Gruppo Intesa Sanpaolo) per altri 20. Un’altra cifra arriverà dalla cessione di una quota di minoranza dell’area “Formazione ed Eventi” a Palamon Capital Partners. CdR e sindacati sono sul piede di guerra dopo il fallimento delle trattative sulla riorganizzazione, con conseguente sciopero che ha portato alla mancata uscita del Sole 24 Ore sabato scorso. Il 21 giugno, invece, il Gruppo di cui è presidente Giorgio Fossa ha “incassato” l’appoggio delle banche, che hanno sottoscritto gli accordi di proroga dello standstill con cui hanno assunto l’impegno di non esigere il rimborso delle rispettive esposizioni e mantenerne l’operatività al fine di finanziare l’attività caratteristica del Gruppo medesimo.

Il 26 giugno, inoltre, su richiesta di Consob, sono state comunicate alcune rettifiche e integrazioni a dati precedentemente comunicati, con la precisazione, tra l’altro, che, al 31 marzo 2017, il Gruppo ha conseguito ricavi pari a 68,6 milioni di euro, sostanzialmente in linea rispetto alle previsioni relative allo stesso periodo e riportate nel “budget 2017”, pur evidenziando un diverso mix e un rallentamento nel primo trimestre della raccolta pubblicitaria. Infatti, con specifico riferimento a quest’ultima, il dato al 31 marzo 2017 ha evidenziato una flessione del 14,9% rispetto allo stesso periodo del 2016, in peggioramento rispetto all’andamento del mercato di riferimento. “Tale negativo andamento - recita la nota - è ascrivibile anche ad alcuni fattori contingenti, in parte di natura non ricorrente, tra i quali: la mancanza, nel primo trimestre 2017, di operazioni finanziarie straordinarie (IPO, fusioni, aumenti di capitale), della relativa comunicazione da parte delle aziende e la comunicazione corporate a supporto, con conseguente contrazione degli investimenti pubblicitari su tutti i mezzi e, in particolare, su quelli di carattere economico-finanziario come Il Sole 24 Ore; 5 giornate di sciopero per il quotidiano in marzo con conseguente contrazione della raccolta (Il Sole 24 Ore rappresenta il 45% di quella complessiva effettuata da System); e la cessazione di alcune concessioni terze”.

Ancora con riferimento alla raccolta, il Gruppo prevede “un recupero di performance nel secondo semestre 2017, in considerazione del venir meno di alcuni dei fattori contingenti che hanno determinato la riduzione osservata nella prima parte dell’anno. In particolare, con l’insediamento della nuova Direzione Generale Commerciale, e la concomitante adozione di azioni di contrasto alla flessione della raccolta, è atteso un allineamento della performance dell’area System a valori almeno in linea con il trend di mercato; tale allineamento è atteso a partire da settembre 2017. Con riferimento al ritardo accumulato nella prima parte dell’anno, esso è stato controbilanciato da azioni di contenimento dei costi che hanno consentito di assorbire l’impatto negativo del calo della raccolta sul risultato economico”.

L’operazione legata a “Formazione ed Eventi”

Per quanto attiene il completamento nell’offerta presentata da Palamon, la società di cui è a.d. Franco Moscetti ha precisato, poi, che l’offerta è vincolante ma, “come usuale in contesti competitivi di questa natura, soggetta al raggiungimento di un pieno accordo sul contenuto dei contratti che disciplineranno la compravendita della partecipazione e i successivi rapporti tra i soci della società oggetto dell’operazione, nonché sui termini principali di alcuni contratti intra-gruppo che saranno sottoscritti tra le due società dopo il perfezionamento del conferimento del ramo “Formazione ed Eventi”. L’offerta di Palamon è altresì condizionata al completamento di una due diligence confermatoria, principalmente focalizzata su alcuni aspetti dei risultati economici dell’attività. Soltanto qualora dalla suddetta due diligence dovessero emergere fatti inaspettati, circostanze o eventi tali da incidere negativamente e in misura significativa sui beni, sulle passività o sui risultati operativi dell’area “Formazione ed Eventi”, Palamon sarà legittimata a non procedere alla sottoscrizione dei contratti definitivi.

Nella propria offerta - riferisce sempre il comunicato - Palamon ha comunque confermato che allo stato attuale non sono stati identificati elementi di criticità su tali aspetti. Il gruppo ha inoltre precisato che l’offerta vincolante di Palamon è relativa all’acquisto di una quota sino al 49% dell’Area “Formazione ed Eventi” sulla base di una valorizzazione dell’enterprise value complessivo della suddetta area pari a 80 milioni. Il CdA ha accettato tale offerta, da cui è atteso un corrispettivo per il 49% del capitale della società conferitaria pari a circa 39 milioni di euro (con una plusvalenza stimabile di pari importo). Il trasferimento a Palamon Capital Partners della partecipazione avrà luogo prima del completamento dell’aumento di capitale.

Le diffusioni

Con riguardo al dato diffusionale del quotidiano e agli eventuali impatti, anche di natura commerciale, delle recenti vicende connesse con la comunicazione di tali dati, Gruppo 24 ORE ha invece precisato quanto segue: “(i) premesso che il contesto di mercato pubblicitario in forte calo assorbe le diverse dinamiche e le rende difficilmente quantificabili singolarmente, e che la vendita degli spazi pubblicitari si basa su contrattazioni specifiche praticamente per singolo cliente/campagna, allo stato non risulta una diretta correlazione tra le recenti vicende sui dati diffusionali e impatti di natura commerciale. D’altra parte, si rileva un danno reputazionale al Gruppo derivante dalla stessa vicenda delle copie diffusionali. (ii) relativamente agli effetti che potrebbero derivare nell’ipotesi in cui ADS adotti provvedimenti avversi, il Gruppo, premesso che allo stato ADS non ha espresso una risoluzione in tal senso, nel caso di esclusione del quotidiano Il Sole 24 Ore dalla certificazione delle diffusioni, il Gruppo stesso si vedrebbe costretto suo malgrado ad avvalersi di primaria società di certificazione indipendente, per continuare a comunicare al mercato le proprie diffusioni”.

Relativamente alla quantificazione dell’impatto sul dato diffusionale in precedenza comunicato per il 2015 dei criteri di certificazione per l’accertamento delle copie vendute alla luce dei chiarimenti da ultimo forniti da ADS, è stato precisato quanto segue: “nella relazione finanziaria 2015 è stato riportato un dato diffusionale medio (carta più digitale) di 375.000 copie. Successivamente l’esperto indipendente Protiviti ha effettuato l’analisi della diffusione nei mesi di certificazione ADS aprile, settembre e novembre 2015 sulla base dei criteri sotto riportati. A seguito di tali verifiche le diffusioni dei mesi analizzati risultano diminuite di circa il 34% e portano il dato diffusionale a circa 248.000 copie. Questo dato è stato riportato nel comunicato all’assemblea del 22 dicembre 2016. I criteri adottati da Protiviti per la determinazione della diffusione del 2015 escludevano dai dati diffusionali le seguenti tipologie di vendita: - copie cartacee riconducibili ad attività promozionali (cosiddette di co-marketing) svolte tramite intermediari, per i casi in cui non è stato possibile ottenere evidenza, interna al Gruppo, dell’effettiva consegna delle copie all’utente finale; - copie digitali relative ad attività promozionali di co-marketing a marginalità negativa; - copie digitali vendute in modalità bundle con le banche-dati, senza l’esplicita indicazione in fattura del valore relativo all’abbonamento al quotidiano digitale; - copie digitali multiple, vendute a grandi clienti, per le quali non si ha evidenza dell’attivazione dell’abbonamento da parte dell’utente finale.

Successivamente alla comunicazione effettuata all’assemblea del 22 dicembre 2016, ADS ha fornito diversi ulteriori chiarimenti riguardo i criteri di certificazione e i requisiti per l’accertamento delle copie digitali per il 2015. Sulla base delle indicazioni fornite da ADS, sono state escluse anche le seguenti tipologie di vendita: - copie digitali multiple, vendute a grandi clienti, a prescindere dall’evidenza dell’attivazione dell’abbonamento da parte dell’utente finale; - copie digitali abbinate alla carta, vendute a grandi clienti, per le quali non si ha evidenza dell’attivazione dell’abbonamento da parte dell’utente finale. La diffusione media annua complessiva 2015, “carta+digitale”, rideterminata sulla base dei criteri sopra descritti, è stata pari a 214 mila copie, di cui 138.000 carta e 76.000 digitale.

Roberto Napoletano e Anna Matteo

Con riferimento alle analisi condotte da PwC in merito alle segnalazioni del Collegio Sindacale, è stato poi fornito il seguente aggiornamento: con riferimento ai costi sostenuti a favore dell’ex direttore editoriale, Roberto Napoletano, è stato conferito a PwC l’incarico di effettuare delle procedure di verifica aventi a oggetto sia i costi da lui sostenuti e rimborsati allo stesso dal Gruppo, sia i costi sostenuti da quest’ultimo per conto del medesimo nel 2015 e 2016. Le analisi relative all’accertamento di eventuali elementi di responsabilità dell’ex direttore editoriale e/o di ulteriori soggetti interni all’organizzazione del Gruppo sono tuttora in corso e quest’ultimo, all’esito delle verifiche in parte ancora in corso, si riserva di tutelare i propri interessi nelle adeguate sedi. Infine, si segnala l’uscita dall’azienda del direttore Digital Business & Technology, Anna Matteo.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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