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FCP-Assointernet: l’online perde il 2,3% nel 2016 e chiude a 457mln

Autore: Redazione


Concorrenza della televisione e fee programmatic hanno sottratto denaro alle concessionarie. In incremento il mobile, ma a monetizzare questo canale sono soprattutto gli Over The Top

Dopo il calo dello 0,7% nel 2015, il perimetro delle concessionarie FCP-Assointernet lascia per strada un altro 2,3% nel 2016 chiudendo a 457,7 milioni di euro. Un calo rispetto ai 468,6 milioni dell’anno prima, che conferma quello che sapevamo già: al netto di Facebook e Google, non misurati da FCP-Assointernet, l’offerta perde quote di mercato. Anche online. La tendenza al consolidamento, dunque, prosegue in un contesto in cui gli investimenti complessivi incrementano, ma a una sola cifra grazie agli OTT.

Concentrazione e mobile

Insomma Facebook e Google, come nel resto del mondo, stanno facendo il vuoto dietro a sé. Soprattutto su mobile dove le concessionarie FCP mostrano segnali di sofferenza: è vero, da una parte è il segmento a maggiore crescita, a +98,6% per una raccolta sul mezzo di 44,11 milioni; ma dall’altra questo valore sembra ancora modesto se si considerano i dati del Politecnico che parlano di un giro d’affari mobile pari a 700 milioni (anche se la metodologia di ricerca non è la medesima, il gap dà l’idea di quanto gli OTT siano dominanti). E c’è ancora un dislivello tra il valore degli investimenti mobile e lo spostamento dell’audience sul mezzo.

La concorrenza con la televisione e la necessità di fare sistema

Alla base del risultato a due velocità di internet vi è sicuramente la concorrenza della tv: il piccolo schermo rimane centrale nel nostro Paese e i grandi eventi sportivi come Olimpiadi ed Europei, nonostante il grande seguito online, hanno spinto la raccolta della televisione più che quella dei mezzi digitali, anche grazie a sconti nei prezzi degli spot.

Insomma in Italia la tv ha ancora il 50% del mercato e ciò rappresenta inevitabilmente un freno alla spesa sui canali online, dove molti inserzionisti ormai si fidano soprattutto dei dati altamente qualitativi di Facebook e Google. Una soluzione, paventata più volte dagli attori della industry, è quella di creare una sorta di alleanza tra editori, in grado di scalare l’audience e di valorizzarne le informazioni. Ma per adesso esperimenti del genere, vedi Gold 5, non hanno dato i risultati sperati e la forchetta tra OTT ed editoria tradizionale si sta progressivamente allargando.

fcp-assointernet

Il programmatic

Come dichiarato da Giorgio Galantis, presidente di FCP-Assointernet, nel commento che ha accompagnato la nota sulle performance delle concessionarie, pesano anche i fee tecnologici del programmatic: “Nei report dell’Osservatorio FCP-Assointernet i due mesi più importanti per volume di fatturato, novembre e dicembre, chiudono rispettivamente a +1% e -1,2% verso il 2015, determinando una chiusura complessiva del 2016 a 458 milioni di euro e limitando la flessione al -2,3% rispetto all’anno precedente.

A tale flessione hanno contribuito due differenti aspetti. Da un lato e in quota parte i costi tecnologici connessi alla crescita della componente programmatic direttamente ‘detratti alla fonte’ dai fatturati delle concessionarie, dall’altro l’impatto di eventi come Europei e Olimpiadi che hanno determinato una diversa allocazione dei budget pubblicitari. Rileviamo infine come nel 2016 il fatturato ‘mobile’ sia raddoppiato rispetto all’anno precedente anche come quota di mercato raggiungendo un’incidenza sul totale investimenti del 10% circa, dal 4,7% al 9,6%”. 

Editori e piattaforme terze

Sarà anche importante vedere la relazione tra editori e piattaforme terze, con tutti i punti di domanda legati alla monetizzazione delle stesse e la perdita del controllo nella gestione del processo di monetizzazione dei contenuti. Secondo Digital Content Next, negli Stati Uniti un editore premium genera mediamente il 14% dei propri ricavi da piattaforme terze.

I numeri FCP del 2016

Tornando ai numeri rivelati da FCP-Assointernet nella giornata di oggi, nel 2016 le concessionarie FCP-Assointernet hanno raccolto 458 milioni, di cui 44 milioni, mostrando ancora una volta una centralità del segmento Web, a circa il 90% della spesa totale per un giro d’affari di 407 milioni, in discesa del 7,5% sull’anno prima. Residuale la quota dei Tablet, in crescita a oltre 4 milioni, e Smart Tv/Console, poco più di 1,1 milioni, ma in contrazione del 33,1%.

I numeri FCP di dicembre 2016

Dicembre, invece, si è chiuso a -1,2%. Giù Web (-5,1%) e Smart Tv/Console (-28,2%). Trend positivi, invece, per Mobile (+44,9%) e Tablet (+35,6%). In totale, nel mese è stato perso l’1,2% rispetto a dicembre dell’anno prima per un totale di 51,7 milioni. 


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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