Arthur Sadoun ha mostrato alla platea francese il prodotto che ha assorbito le risorse del Gruppo durante tutto l’anno, nonché la ragione per la mancata iscrizione dei propri lavori ai Lions. E si è detto contento di aver rivisto lo spirito dei vecchi tempi, che andava svanendo, promettendo: “Torneremo l’anno prossimo”
dai nostri inviati a CANNES, Anna Maria Ciardullo e Francesco Lattanzio
Lo scorso anno, proprio in Costa Azzurra, il Ceo di Publicis Groupe, Arthur Sadoun, aveva annunciato l’inizio di una profonda rifondazione interna nella sua società, che avrebbe “assorbito molto del loro tempo, delle loro risorse e delle loro energie”, così tante da non poter partecipare ai Cannes Lions successivi. Ovvero quelli in corso. L’organizzazione, un po’ per cortesia, un po’ credendoci davvero, ha mandato ugualmente l’invito alla società francese, che proprio un mese fa ha annunciato al mondo il frutto di questo enorme sforzo: un prodotto guidato da AI che trasformerà l’organizzazione della company in una piattaforma e che porta il nome di Marcel. Sadoun non solo ha accettato, ma è salito sul palco insieme alla CSO Carla Serrano e al CCO Nick Law per presentare proprio il nuovo network interno. Ma prima si è concesso qualche “stoccatina” al Festival, a cui ha criticato la presenza di lavori prodotti soltanto per vincere premi, e che mai sono entrati in rotazione su qualche sito, canale televisivo, giornale, radio o poster.
Cos’è Marcel
Marcel è uno strumento tecnologico che serve per collegare gli 80.000 impiegati di Publicis sparsi per il mondo, con l’obiettivo di fornire a ognuno di essi 'opportunità maggiori' - cercando, attraverso la app, la risorsa più appropriata per un determinato task, con livelli di precisione molto alti -, 'connettività' - generando valore creativo dall’unione di menti affini anche appartenenti a diverse regioni del mondo - , 'conoscenza' - mettendo a fattor comune tutte le informazioni delle quattro hub che formano Publicis Groupe - e 'produttività' - naturale destinazione finale dell’intero progetto. Queste possibilità sono offerte dall’AI, «che ha il ruolo di motore di connessioni; elabora i miliardi di dati raccolti dal gruppo e li rende accessibili», ha spiegato Law. Marcel è costato un consistente sforzo economico, ma «è stato un passo necessario; in primo luogo, perché era necessario cambiare noi stessi. La sfida della industry è la difficoltà a giustificare il valore. Non è che i budget si siano ridotti, ma si sono ridotti per il settore creativo. Il problema è che non siamo cambiati abbastanza», ha aggiunto Sadoun.
Il futuro di Publicis a… Cannes
Dopo aver ringraziato gli inserzionisti per aver comunque iscritto ai Lions i lavori di Publicis, Sadoun, che deve «la sua carriera alla creatività», ha indicato il problema in cui Cannes era caduta -. «Il problema di Cannes è che siamo rimasti intrappolati nei nostri stessi dibattiti», ma poi ha speso parole d’amore: «Vengo a Cannes da vent’anni, e ancora ricordo quando stavo seduto tutto il giorno a guardare gli spot da 40 secondi per cercare ispirazione per l’anno successivo. Quell’atmosfera sembrava si stesse dissolvendo, e sono molto contento che si stia ricreando. Phil, quest’anno, e nella nuova modalità di organizzazione, sta riuscendo a riportarla ai livelli di prima… Cannes è molto importante perché il nostro lavoro ha bisogno di essere giudicato e perché è una enorme fonte d’ispirazione. Ma se non volete che vincano i robot, dobbiamo essere forti come industry ed evolverci. Torneremo anche l’anno prossimo», ha promesso.