ABBONATI

Criteo indica che una transazione su tre può essere attribuita erroneamente senza una misurazione cross-device

Autore: Redazione


I tassi di conversione sono sottostimati del 40%, con differenze simili in ogni fase del customer journey. Lo conferma l’ultimo studio della società

Criteo ha pubblicato lo State of Cross-Device Commerce Report, relativo alla seconda metà del 2016. L’analisi mette in evidenza le abitudini di acquisto dei consumatori e indica le previsioni relative al commercio cross-device a livello globale, fornendo anche informazioni sul nostro paese. Il nuovo report rispecchia la necessità dei retailer di approfondire la comprensione del comportamento dei consumatori cross-device e allineare le strategie di marketing per massimizzare il ROI. Misurazione cross-device per investimenti più intelligenti e ritorni più elevati È ormai un dato di fatto che i consumatori continuano a utilizzare più dispositivi lungo il percorso di acquisto, per questo diventa fondamentale per i marketer dotarsi di una misurazione accurata e scalabile, per evitare sprechi legati agli annunci. Gli strumenti di analisi tradizionali studiano le attività dispositivo per dispositivo, fornendo una visione limitata e in silos del percorso multi-dispositivo dei clienti. Il passaggio a una vista user-centric che sfrutta strumenti di misurazione cross-device avanzati consente di identificare con precisione i consumatori e fotografare un quadro completo della loro esperienza di shopping. Questo approccio si allinea con i comportamenti di acquisto e l’intenzione di attribuire in modo più accurato le transazioni. I benefici di una corretta misurazione, identificazione e attribuzione cross-device sono chiari. Senza una misurazione cross-device quasi una transazione su tre può essere attribuita erroneamente. I tassi di conversione derivanti da una misurazione cross-device sono fino al 40% più elevati rispetto a una visione per singolo dispositivo. I percorsi di acquisto sono fino al 41% più lunghi se tracciati utilizzando una misurazione cross-device rispetto a quanto i modelli con una visione parziale indicano. In Italia Con una misurazione user-centric e cross-device, i retailer possono monitorare con maggiore precisione la conversione e ottimizzare le spese di marketing; in Italia i tassi di conversione sono 1,6 volte più alti rispetto a quello che emerge attraverso un approccio device-centric. In Italia il 46% di tutte le transazioni, dalla prima visita al sito web fino all’acquisto, ha coinvolto due o più dispositivi. Il mobile continuerà a essere una forza dominante Il customer journey rimane dinamico attraverso più dispositivi, ma il mobile sta mostrando un tasso di transazione più elevato e una dimensione media maggiore del valore degli ordini. I dati chiave relativi alla crescita del mobile per il quarto trimestre del 2016 includono: Il 36% di tutti gli acquisti online negli Stati Uniti sono stati completati su mobile, con un aumento anno su anno del 20%. Il valore degli ordini su smartphone e tablet è in crescita. La spesa da smartphone è aumentata del 7% anno su anno, mentre i tablet stanno raggiungendo la parità con i desktop per valore di transazioni. Al 55% rispetto al 45%, le app mobile hanno catturato più transazioni dei browser mobile, una tendenza notata la prima volta nel report di Criteo relativo alla prima metà del 2016. Con il 41%, il settore Fashion & Luxury ha mantenuto la quota maggiore di transazioni mobili. Il settore degli articoli sportivi ha guadagnato il secondo posto in classifica, grazie alla crescita da mobile anno su anno più elevata, un impressionante +30%. In Italia Con una crescita del 26% su base annua, i mass merchant hanno ormai la più grande quota di transazioni mobile in Italia. Health & Beauty si attesta al secondo posto, con un aumento del 28% su base annua. Entrambi i settori scavalcano Fashion & Luxury. Anche la categoria relativa agli articoli sportivi ha mostrato una forte crescita: 31% su base annua. Smartphone, dispositivo chiave per gli acquisti cross-device L’adagio “si naviga su smartphone, si acquista sul desktop” è ufficialmente morto. I consumatori ora utilizzano gli smartphone sia per la ricerca sia per l’acquisto, il che rende ancora più importante per i retailer fornire un’esperienza sincronizzata fra desktop e mobile: Quasi 1/3 di tutti le transazioni cross-device negli Stati Uniti iniziano con uno smartphone. Per i top retailer negli Stati Uniti, nella seconda parte del 2016 le transazioni da smartphone hanno rappresentato il 25% del totale delle vendite online, con un incremento del 41% anno su anno. Gli acquirenti cross-device sono equamente rappresentati nei tre principali dispositivi di acquisto: smartphone (28%), tablet (36%) e desktop (31%). In Italia Nel nostro paese il 20% di tutte le transazioni cross-device completate su desktop sono iniziate su uno smartphone e il 36% di quelle completate su uno smartphone hanno avuto inizio su un desktop. E, indipendentemente dal dispositivo di acquisto, circa una transazione cross-device su quattro inizia con uno smartphone. Le quote di transazioni eCommerce cross-device per dispositivo sono così rappresentate: smartphone (45%), tablet (50%) e desktop (46%). In Italia, quasi un terzo degli acquisti online è completato sullo smartphone, con un incremento anno su anno (YoY) dell’11%. Gli acquisti da smartphone rappresentano un quinto di tutte le vendite al dettaglio online in Italia, con un incremento su base annua del 24%, mentre quelli da tablet continuano a diminuire. Le transazioni effettuate su iPhone stanno rapidamente recuperando su Android con una forte crescita del 50% su base annua – 2,5 volte superiore a quella di Android. I marketer non possono più permettersi una vista in silos dei comportamenti di acquisto dei loro clienti. I retailer più consapevoli offrono una user experience coerente su tutti i dispositivi per catturare gli acquisti ovunque si svolgono - e, con una visione cross-device del percorso di acquisto degli utenti, spendono i budget di marketing in maniera più ponderata.

img
incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

LEGGI
img
spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

LEGGI

Resta connesso con il nostro network

Vuoi conoscere meglio i nostri prodotti? Indica la tua email per riceverli in promozione gratuita per 1 mese. I dati raccolti non verranno commercializzati in alcun modo, ma conservati nel database a uso esclusivo interno all'azienda.

Inserisci la tua mail

Cliccando “INVIA” acconsenti al trattamento dei dati come indicato nell’informativa sulla privacy