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Video Activation: ecco il nuovo tool di Oath che semplifica distribuzione e scalabilità dei contenuti legati ai video

Autore: Redazione


L’intervista a Dave Simon, vp of video content and syndication di Oath, la società creata da Verizon e che unisce sotto un unico ombrello AOL e Yahoo

di Anna Maria Ciardullo

La nuova soluzione Video Activation di Oath offre molteplici modi per avere successo con il formato video. Si tratta di un tool pensato per aiutare i produttori di contenuti a espandere il proprio potere di distribuzione, favorire la ricerca di contenuti premium per la syndication, affinare le capacità di puntare al giusto pubblico e ottenere buoni risultati di reach. In poche parole, racchiude i servizi e la tecnologia ideali per scalare e monetizzare le opportunità offerte dal video. Intanto, Oath nel terzo trimestre dell’anno ha registrato oltre due miliardi di fatturato, come emerso nella trimestrale rilasciata ieri da Verizon. In quest’intervista, Dave Simon, vp of video content and syndication di Oath, ha tracciato per DailyNet una dettagliata panoramica del comparto video e delle attività di Oath, spiegando come il nuovo tool Video Activation possa aiutare a migliorare l’esperienza degli utenti sia dal punto di vista del contenuto, sia dal punto di vista dell’advertising. Un progetto ambizioso e che punta molto al mercato italiano.

Qual è l’andamento del business video di Oath?

Da quando AOL e Yahoo si sono congiunti per formare Oath le opportunità, soprattutto riguardanti il tema del video, sono aumentate e le sfide poste da queste opportunità sono davvero entusiasmanti. Al momento, la nostra reach è di oltre un miliardo di consumatori distribuiti su tutte le nostre property e riusciamo a raggiungerli in moltissimi modi differenti. Le persone che leggono le news su Huffington Post, chi cerca informazioni finanziarie su Yahoo Finance App o legge le email su Yahoo Mail e così via. Quindi, non è solo una questione di raggiungere un certo numero di persone, ma di farlo in diverse modalità e sulla destinazione più adatta ai loro interessi. E, poiché, queste persone ci hanno invitato nelle loro vite, e il nostro brand ha una voce editoriale molto forte, attraverso il video abbiamo l’opportunità aumentare il livello dello storytelling come molte altre media company semplicemente non possono fare. Per questo, Oath sta investendo molto nella produzione di contenuti originali e, soprattutto, sulla produzione di video specializzati e nella syndication per coinvolgere anche le altre media company.

  Dave Simon

Può descriverci i nuovi contenuti sui quali state lavorando? Qualche esempio?

Stiamo lavorando su moltissime tipologie di contenuti video, in particolare per settori verticali come la tecnologia su Tech Crunch, il coinvolgimento di nuovi user con l’e-gaming, lo Sport su Yahoo Sports o, ad esempio, con la nostra nuova serie Build, un talk show, dove intervistiamo le celebrity ambientato in un bellissimo set che si trova al piano terra in una delle più trafficate vie di New York, dove quindi anche i passanti possono fermarsi a seguirlo. Un altro progetto per una serie originale molto interessante si chiama Listen to America e un team editoriale viaggia su un bus per gli Stati Uniti a fare video interviste alle persone.

Qual è lo scopo del vostro nuovo progetto Video Activation?

Una delle cose che ci preme maggiormente è che i contenuti siano creati per tutte le piattaforme e possano essere distribuiti su tutti gli schermi in qualsiasi momento. Gran parte degli investimenti, infatti, è destinata allo sviluppo della tecnologia e alla costruzione di una nostra infrastruttura che ci permetta di servire i contenuti in modo sempre più efficiente al gigantesco ecosistema dei connected screeen. Compresi quelli che presto trasformeranno anche le nostre case in veri e propri media, ad esempio, il nuovo frigorifero di Samsung è dotato di uno schermo, e faranno nascere inedite opportunità per le media company. Video Activation mira anche a questo, e a fornire la giusta tecnologia per trarre il massimo beneficio da queste opportunità per noi e per le altre media company che vorranno aderire come in una grande tela alla quale tutti gli stroryteller possano connettersi.

Cosa distingue l’approccio di Oath dai competitor?

Altre piattaforme come Google, Facebook, Snapchat e persino Twitter, sono focalizzate sullo spingere gli utenti nel loro environment chiuso e consumare i contenuti in un certo modo e non mi riferisco solo ai modelli di advertising, ai walled garden ma proprio al modello di consumo dei contenuti. Per produrre contenuti destinati a queste piattaforme sono necessari interi team ad hoc per ognuno, è davvero troppo complicato e non affatto conveniente per le media company fare questo tipo di investimenti. Noi preferiamo un approccio non radicale e penso che sia una delle cose principali che distingue Oath dalle altre piattaforme. Per questo, abbiamo scelto di scommettere sulla syndacation e sull’apertura verso le altre media company e verso tutto ciò che esiste e prolifica al di fuori dei walled garden. Vogliamo essere sicuri di aiutare i produttori di contenuti a trovare le proprie audience anche attraverso i nostri migliori contenuti.

Quali sono le novità in tema di advertising? E, nello specifico, in tema di programmatic?

Al momento stiamo testando moltissimi nuovi ad format che sono live ma che consideriamo in fase sperimentale e lo scopo di ognuno di questi è rendere la pubblicità idonea per l’esperienza utente dal punto di vista del contesto, dal punto di vista del contenuto e dal punto di vista della tecnologia, con una particolare attenzione al comparto mobile. Il programmatic è una tecnologia sensazionale che permette di ottenere moltissimi benefici e che creerà senza dubbio nuove opportunità, ma ancora non valorizza efficacemente contesto e contenuto. La sfida del digitale è proprio questa, capire come vendere anche contesto e contenuto e non solo in programmatic, che rimarrà senza dubbio un assetto strategico, ma anche a base diretta, creando le giuste partnership affinché si aiutino le media company a ritrovare quello che un po’ si è perso, contesto e contenuto, appunto.

Come vi approcciate al problema del domain spoofing?

Il domain spoofing è una grossa sfida ma noi dedichiamo davvero moltissimo tempo, energia e risorse per cercare di bloccare le frodi, lavorare solo con partner premium e tutto il resto, ma la verità è che di player fraudolenti ce ne sono ancora troppi per essere controllati, soprattutto all’interno di un ecosistema che cresce e cambia velocemente come il nostro. La chiave per noi è questa: quando si presentano dei problemi bisogna rispondere e agire il più velocemente possibile e investire in tecnologia e partnership strategiche.

Come ha risposto il mercato italiano alla nuova soluzione che proponete?

Abbiamo avuto una risposta entusiastica dai player del mercato italiano e abbiamo già moltissimi clienti che lo utilizzano. Questo, è molto importante per noi che non abbiamo mai avuto una presenza molto forte in questo Paese. Ma, ora stiamo investendo molto su property in market qui perché è davvero un mercato molto interessante e ci stiamo approcciando ad esso come non abbiamo mai fatto prima. Abbiamo finalmente l’opportunità di utilizzare le nostre property per favorire la distribuzione di contenuti anche qui. Inoltre, abbiamo dei partner di distribuzione che hanno una reach molto ampia in Italia ma non hanno le risorse necessarie per produrre contenuti di alta qualità per i propri pubblici. Anche lato contenuti però, ci sono dei partner davvero incredibili con i quali lavorare e siamo davvero entusiasti di poter aiutare a distribuire il loro fantastico lavoro. Inoltre, l’Italia è estremamente guidata dal mobile ed è una grossa opportunità per noi per dare forma al contesto della mobile video consumpion dove l’advertising non è ancora abbastanza preminente o servito nel modo sbagliato. Pensiamo che il nostro tool possa risolvere questo problema per offrire migliori content e advertising experience agli utenti italiani.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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