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LIVE Panel Video Audience di GroupM Italia: la qualità dei contenuti è centrale in un’esperienza di fruizione sempre più fluida

Autore: Redazione


Il network di cui è ceo e chairman Massimo Beduschi ha dimostrato ancora una volta l’importanza del video nelle abitudini di consumo multimediale dei nostri connazionali

A seguito dei cambiamenti avvenuti nell’ecosistema video e nello sviluppo della tv tradizionale, argomenti trattati di recente nel suo report The State of Video, GroupM Italia si ripropone al mercato con una ricerca proprietaria locale, LIVE Panel Video Audience, che approfondisce il tema e indaga come cambia la fruizione televisiva nell’era del non lineare.

Nata da un re-contact study dalla piattaforma di ricerca internazionale LIVE Panel, l’approfondimento italiano sul mondo video (sviluppato su un campione di 5.000 individui rappresentativi della popolazione online 15+) analizza i nuovi comportamenti di fruizione televisiva e le relazioni tra le diverse piattaforme di offerta di contenuti video: dalla tv tradizionale al mondo pay, dal video online free (VOD – Video On Demand) al video on deman a pagamento (SVOD – Subscription Video On Demand). Grazie al panel completamente cookizzato, sono stati creati anche diversi segmenti di audience attivabili in [m]Core, la DMP proprietaria di GroupM, e azionabili a livello media.

Talk of the town

C’è chi parla di tv fluida, chi di tv ubiqua, di tv intorno o di tv senza più frontiere. Una cosa è certa: gli italiani continuano ad amare i contenuti televisivi, veri e propri talk of the town del momento. Ma l’esperienza di consumo di contenuti audiovisivi non è più la stessa. Sempre meno legata a un’abitudine schematizzata e sempre più espressione di una visione personalizzata su più schermi. My Time e multiscreen ri-definiscono l’offerta del nuovo Video-scape. Premium content e user experience i driver principali di visione.

Dalla ricerca emerge che quasi l’85% degli intervistati mostra un comportamento di fruizione personalizzato («tendo a guardare programmi che ho registrato o che posso recuperare online rispetto a quello che è in onda in tv in quel momento») dove la visione su diversi schermi conta sempre di più («mi capita spesso di guardare i contenuti televisivi fuori casa attraverso il mio smartphone, tablet o pc»), perché fattore abilitante fruizioni ancor più modulabili. Si delinea un nuovo paradigma di fruizione televisiva, spinto da esperienze di consumo espansive (il multiscreen) ed immersive (le nuove piattaforme). Crescono nuovi bisogni televisivi soddisfatti da un’offerta tecnologicamente avanzata e di alta qualità.

Ricchezza e qualità di contenuti

Per la quasi totalità del campione (90,5%) la ricchezza e la qualità dell’offerta rappresentano il driver principale di visione, che si traduce per l’83,7% della popolazione nell’avere a propria disposizione una vasta tipologia di contenuti e per il 76,4% nella possibilità di accedere a stagioni complete di programmi o serie tv. Segue il bisogno di flessibilità e libertà di utilizzo in ogni momento, in ogni luogo e su ogni dispositivo (85,8%), accanto ad avere un motore di ricerca di contenuti in funzione dei propri interessi (78,9%) e, sempre in misura significativa, un servizio che sia semplice e ready to use (77,8%). Le nuove pratiche di visione si diffondono progressivamente dalla popolazione più giovane a quella più adulta e allargano le opportunità di fruizione in un peak time costante. E se da una parte i Millennial fanno uso principalmente di piattaforme di video on demand gratuite per la fruizione di contenuti video (81,9%), le generazioni più adulte fanno un uso assiduo di contenuti premium disponibili su piattaforme a pagamento come Netflix, NOW TV, Infinity, Amazon Prime Video etc. rispettivamente per il 37% per la la GenX e il 28% per i Baby Boomer.

Player digitali e tradizionali

La ricca e ampia offerta proveniente dai nuovi player digitali comincia a insidiare l’offerta tradizionale: le persone dichiarano di dedicare più tempo di visione e spostare il proprio interesse verso le nuove piattaforme perché capaci, più degli altri, di soddisfare i bisogni di accessibilità e ampiezza di contenuti premium e innovativi. Il nuovo spettatore si costruisce un palinsesto personale basato sui propri interessi e su esperienze di consumo sempre più illimitate (1 spettatore su 2 che fruisce di contenuti video su piattaforme on demand dichiara infatti di fare binge watching), al contempo grazie all’abilitazione tecnologica può soddisfare ancor di più il proprio desiderio di vivere eventi live e condividerli con gli altri, driver chiave nell’esperienza di consumo televisivo. Per il 32% dei fruitori di SVOD, la tv nelle sue diverse forme continua a essere il luogo ideale per fruire di eventi live come le Olimpiadi o i Mondiali di Calcio, ma anche programmi di puro intrattenimento, come X-Factor o Amici. E se i programmi piacciono, il 42% di loro tende a condividerli con gli altri on e off line.

La tecnologia ha abilitato nuove esperienze di consumo, ma non ha modificato gli interessi. Per oltre il 44% degli SVOD user la tv rientra ancora tra le valide alternative per trascorrere una bella serata (rispetto al 37% della popolazione), e viene ancora considerata come un elemento importante della propria vita: il 39% (rispetto al 30% della pop.) dichiara che «se la tv non ci fosse più mi mancherebbe». Rispetto allo spettatore tradizionale, però, tende a fare meno zapping (50% vs. 56%), è disposto a pagare per accedere a contenuti televisivi che piacciono (32% vs. 15%) e a guardare programmi che registra o che può recuperare online rispetto a quello che è in onda in tv in quel preciso momento (32% vs.19%).

User generated content

Se da una parte il mondo del video on demand a pagamento (lo SVOD) compete direttamente con l’offerta dei canali televisivi e sottrae ascolto all’offerta tradizionale, dall’altra la ricerca fa emergere come le altre piattaforme di video gratuite (a esclusione del mondo re-video dei broadcaster televisivi) siano ancora il territorio elettivo dell’UGC - user generated content. Soltanto il 24% del campione le utilizza per vedere programmi televisivi, mentre per la maggior parte rappresentano uno spazio d’intrattenimento dove guardare video musicali (42,3%), video divertenti creati da persone comuni (34,6%), video-tutorial (34,4%), video di ricette (29,1%) e video creati dagli Youtuber (18,7%). Il mondo degli youtuber esplode sulle generazioni più giovani (64,7% sulla Gen Z e 34,4% sui Millennial) che utilizzano come vero e proprio canale tv e principale fonte di intrattenimento.

Conclusioni

LIVE Panel Video Audience ha dimostrato ancora una volta l’importanza del video nelle abitudini di consumo mediale degli italiani e il ruolo crescente dei contenuti, fattore chiave di visione del nuovo Video-scape. Con la rivoluzione digitale tutto cambia e si trasforma: l’esperienza di fruizione di video si svincola da palinsesti fissi e limiti temporali, per prendere forme sempre più fluide e ubique. Nell’era di Netflix, NOW TV, Amazon Prime Video e prossimamente Watch TV (il futuro canale di Facebook) la centralità di contenuti premium accresce il suo valore e soddisfa interessi e gusti differenti per pubblici diversi. Si diffondono nuovi segmenti di audience, vere e proprie personas televisive da contattare con attività mirate e precise per comunicazioni ancora più addressable.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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