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AssoCom: Nenna presenta il suo team. Rientrano TBWA\Italia e FCB Milan, entrano PHD e We Are Social

Autore: V Parazzoli


L’attuale vp dell’organismo ha formalizzato la sua candidatura a presidente e svelato i nominativi dei consiglieri che vorrebbe lo eleggessero, tra i quali anche Marco Fanfani, ceo della sigla creativa di Omnicom

Nell’ultimo giorno utile per farlo, e cioè martedì scorso, Emanuele Nenna, ceo di The Big Now, ha formalizzato la propria candidatura alla presidenza di AssoCom, di cui è già vp nel Consiglio guidato da Marco Testa e che si conclude dopodomani con l’elezione, da parte dell’assemblea, dei nuovi consiglieri. Questi ultimi, a loro volta, nomineranno colui che guiderà l’associazione per il prossimo triennio. Nenna è stato l’unico a proporsi per la presidenza e ha anche svelato quale sarebbe la sua squadra ideale, vale a dire i consiglieri con cui vorrebbe lavorare se saranno eletti dall’assemblea. Intanto, ci sono già anche altre importanti novità. «Sotto la presidenza di Marco Testa - spiega in una nota Nenna - l’associazione ha raddrizzato i conti, ha riguadagnato credibilità, ha proposto contenuti e progetti importanti per il mercato. Per una volta, il nuovo presidente non si troverà nell’affanno di ricostruire sulle ceneri del passato, dovendolo rinnegare. Però, se ho deciso di candidarmi, supportato dal consenso di tanti colleghi, non è per seguire l’inerzia positiva. Al contrario: mi candido perché credo che, partendo da un trampolino solido, sia doveroso fare un grande salto in avanti, dando una forte accelerata al processo che deve riportare AssoCom a una posizione di primissimo livello. Perché questo possa succedere, non basta l’energia di un singolo, servono molti ingredienti. Prima di tutto, serve che la base degli associati rappresenti una fotografia attuale, e prestigiosa, del mondo della comunicazione.

Armando Roncaglia Armando Roncaglia

Progetto da ampliare

Quello più evoluto. Per questo, prima ancora di andare al voto, ho chiesto ad alcune agenzie che non erano in associazione, e che secondo me non potevano non esserci, di unirsi al gruppo. Alcune hanno accettato di partecipare da subito al progetto, convinte a tornare a mettersi al servizio dell’intero mercato. Altre hanno bisogno di vedere qualche primo passo mosso dalla nuova AssoCom prima di aderire, e sono certo che già nel 2017 avremo qualche grande nome in più nell’elenco degli associati. Servono i grandi nomi dell’advertising e, alle tante agenzie internazionali già associate (tra cui Armando Testa, Leo Burnett, Publicis, Serviceplan e Cheil), posso preannunciare che si sono aggiunte TBWA\Italia e FCB Milan (per entrambe si tratta di un rientro, ndr). E sono molto fiducioso di poter comunicare a brevissimo almeno un altro paio di nomi di big. Poi, c’è il mondo delle agenzie indipendenti, da cui spesso nasce innovazione in termini di offerta e modelli organizzativi. Anche in questo ambito AssoCom è già molto rappresentativa dell’eccellenza Italiana, un nome su tutti quello di Gruppo Roncaglia. Il media è molto ben presidiato, e sono certo che a breve anche quelli rimasti fuori saranno interessati a rientrare. Ho già avuto diverse conversazioni positive in questo senso. E credo che se faremo le cose per bene, anche con WPP potremo tornare a ragionare: sarebbe davvero importante per il mercato, personalmente mi spenderò per capire in che modo poter ricucire una frattura che mi auguro che ora, con tanti cambiamenti in vista, sia meno insanabile. In attesa di riparlare con il country manager per l’Italia della holding, Massimo Costa, però, possiamo misurare la crescita del nostro comparto media, in numero e in freschezza, accogliendo l’ingresso di PHD, brand di primo livello mondiale molto attivo sulla scena della comunicazione contemporanea (la centrale fa parte di OMG, già presente in AssoCom, ndr). Le pr, che già dal 2016 hanno rappresentato il più importante apporto di energia e novità in associazione, giocano un ruolo sempre più importante all’interno del mercato della comunicazione, e sono felice che rappresentino, con ben trenta associate, una delle più rilevanti componenti della nuova AssoCom.

L’eccellenza del settore

All’interno del PR Hub è sicuramente rappresentata, numericamente e qualitativamente, l’eccellenza del settore, con importanti sigle internazionali e brillanti realtà indipendenti. Il digital deve crescere, perché l’associazione deve avere una voce autorevole sul tema. Il mio curriculum personale credo sia un’ottima rassicurazione in questo senso, e anche qui posso annunciare un primo importante ingresso: We Are Social ha sposato infatti il nostro progetto e si farà capofila di quella che sono certo diventerà a breve un’anima rilevante. Ci sono agenzie digital molto importanti già pronte a entrare dall’inizio del 2017. Poi ci sono gli eventi, una delle facce più vivaci - e spettacolari - della comunicazione. Una volta, AssoCom era la casa anche delle agenzie specializzate in quest’area, poi il mercato è cambiato e l’associazione non è stata capace di tenere il passo.

Con ottimismo

Ma si può e si deve ripartire anche su questo fronte. Cominciamo quasi da zero, ma le prime chiacchierate fatte in queste settimane con grandi agenzie del settore mi fanno pensare con ottimismo alla possibilità di qualche importante annuncio anche qui già all’inizio del nuovo anno. Rappresentare la comunicazione di oggi, includendo in associazione le varie anime, è fondamentale per lavorare su temi comuni a tutti: il primo è la valorizzazione della professionalità delle nostre aziende, che devono trovare la strada per essere riconosciute (e retribuite) per quello che valgono. Sono tante le strade per arrivare all’obiettivo, e certamente passano attraverso una maggiore (e migliore) comunicazione, una più profonda educazione del mercato. E, credo, anche per qualche più decisa presa di posizione. Anche verso gli associati stessi: se vogliamo che il mercato e i clienti ci riconoscano come associazione credibile, quando ad esempio parliamo di corretta gestione delle gare, di corretta retribuzione, di corretta relazione cliente-agenzia, dobbiamo per primi dimostrare di meritarci il loro rispetto. Non dobbiamo tollerare che un associato si comporti male, dobbiamo essere più attenti e vigili, e assumerci le nostre responsabilità quando sbagliamo.

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Semplificare il codice

E, soprattutto, cercare di non sbagliare. Chi entra in AssoCom sottoscrive un manifesto di valori e un codice deontologico: è fondamentale che questo codice venga semplificato, attualizzato, ben comunicato. E mai disatteso». «In un mercato così complicato, in cui sono i clienti i primi a perdere l’orientamento, sarebbe bello se AssoCom potesse diventare una consulente per le aziende, aiutando loro a impostare una consultazione corretta e individuare le agenzie più in linea con le esigenze del progetto (quanto spesso si vedono gare in cui competono realtà troppo eterogenee perché il cliente possa fare una vera comparazione?) - prosegue Nenna -. Certo, ora AssoCom non è pronta per questo ma, magari anche con collaborazioni ancora da costruire, potrebbe esserlo, appena succederà (e spero sarà molto presto) che il suo nome venga associato a un’istituzione credibile, autorevole e aggiornata. Un altro tema centrale è quello della formazione: se a immaginare piani formativi sono le agenzie che poi assumono i giovani, è probabile che il gap tra accademia e lavoro venga velocemente colmato. Corsi gestiti da AssoCom o dall’EACA, collaborazioni con scuole e università, con altre associazioni e con i clienti stessi…

Formazione in primis

Anche in questo caso, il percorso e le modalità sono tutte da studiare, insieme agli associati, ma certamente l’obiettivo è chiaro. Formazione, in senso più largo, è anche l’educazione alla creatività, alla curiosità, all’innovazione: in questo senso la partnership con ADCI, e l’importante percorso di IF!, rimangono in primo piano. Poi ci sono i grandi temi di attualità, che spaziano dalla misurazione dei dati alla trasparenza del media (e AssoCom, socio rilevante in tutte le “audi”, ha l’opportunità e la responsabilità di dire la sua in modo forte e chiaro), dall’agenda digitale alla privacy. E non solo. Le tante voci dell’associazione, che si darà un’organizzazione più efficiente, sapranno rispondere e intervenire dove sarà utile farlo. Saremo più preparati e meno timidi: questo è parte dell’obiettivo. Così come parte dell’obiettivo di un’associazione, di qualsiasi tipo, è quello di unire i suoi membri. Essere in AssoCom deve significare sempre di più avere occasioni di incontro e confronto con colleghi di agenzie simili o completamente diverse, perché nel confronto si cresce, si migliora e si scovano spesso opportunità di business. AssoCom deve tornare a essere il posto in cui esserci significa avere indietro valore. Si può fare, c’è la domanda, ci sono persone e anche le energie: quindi, succederà, credo, quasi da subito. Spero che io, se sarò presidente, insieme a tutte le persone che hanno dato la loro disponibilità a far parte del Consiglio, daremo un contributo in questa direzione.

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Collaborazione e impegno

Ma se AssoCom ce la farà sarà grazie alla collaborazione e all’impegno di tutti gli associati. Insieme a tutti questi obiettivi, o proprio come loro risultato, c’è la rinforzata credibilità dell’associazione, che possa con sempre maggior forza essere l’interlocutore privilegiato dell’UPA, dei media, del Governo e delle istituzioni, anche internazionali. Sono convinto che serva una presenza forte su Roma, ad esempio (e abbiamo associati importanti nella Capitale), e una delega per la gestione delle relazioni europee». «Servono un’immagine e un piano di comunicazione all’altezza di quello che rappresentiamo - prosegue Nenna - perché la storia del ciabattino con le scarpe rotte appartiene a un’altra generazione. Serve un Centro Studi attivo, rinforzato, capace di fornire indicazioni al mercato, generare informazione e stimolare conversazioni. Servono progetti concreti che incarnino uno spirito propositivo e innovativo. Alcuni sono già stati impostati nel corso del 2016, e prenderanno vita a breve, altri dovranno essere immaginati, progettati e sviluppati. C’è tantissimo da fare. Ma nel mio giro di incontri preliminari ho trovato solo voci di agenzie, e persone, pronte a rimboccarsi le maniche per provarci.

Le conferme

Anche chi, con grande onestà, mi ha detto che per ora preferisce stare alla finestra e guardare, mi ha garantito attenzione e supporto. Ci sono le premesse per fare cose buone. E ci sono le prime persone pronte a esporsi in prima linea: nel Consiglio Direttivo che vorrei ci sono personaggi di primissimo piano del media, come Marco Girelli, che mi ha confermato la sua disponibilità a mantenere la carica di vicepresidente, e Paolo Stucchi, delegato di Dentsu Aegis. Insieme a loro sarebbe bello avere al tavolo alcuni nomi importanti dei grandi network: il ceo di TBWA\Italia, Marco Fanfani, di cui sono onorato di raccogliere la prestigiosa e a lungo caldeggiata candidatura, e Davide Boscacci, dce di Leo Burnett che, oltre a rappresentare una delle maggiori agenzie del nostro mercato, porterebbe in Consiglio il prezioso punto di vista del creativo, rafforzando ulteriormente la comunione di intenti con l’ADCI.  PR Hub vuole e deve rappresentare una voce molto significativa in associazione e, per questo, ritengo fondamentale che le agenzie del comparto siano fortemente rappresentate in Consiglio, con la candidatura fondamentale di Andrea Cornelli, Ceo di Ketchum, insieme a quella della collega Gianna Paciello, di Aida Partners.

Mauro Miglioranzi Mauro Miglioranzi

Il ruolo delle indipendenti

A completare la squadra mi farebbe estremamente piacere fossero due colleghi di agenzie indipendenti di nuova generazione, e penso in particolare a Mauro Miglioranzi, di Cooee, che già quest’anno ha portato avanti in prima persona come consigliere iniziative molto belle dell’associazione come “ACE - AssoComEvents”, e Stefano Capraro, di Ideal Comunicazione, che non ha mai lesinato sul supporto all’associazione, anche dall’esterno. Oltre a questi nomi, ho già raccolto la disponibilità, che chiederò al consiglio di trasformare in un ruolo ufficiale, di Guido Surci (Havas Media) a proseguire il suo lavoro come presidente del Centro Studi, a cui sarebbe bello affiancare un intero team; di Marco Gualdi (che è attualmente consigliere), come responsabile della commissione premi e proboviro dell’associazione, e di Eugenio Bona e Marzia Curone per mantenere il ruolo di consiglieri d’amministrazione di AssAP servizi (Bona, attualmente, ne è anche presidente). E naturalmente di Stefano del Frate, come direttore generale, che avrà l’ingrato e sfidante compito di rispondere a un consiglio estremamente ambizioso e motivato. Chiederò a tutti gli associati che appoggiano la mia candidatura di votare, insieme a me, tutte le persone che ho nominato, con cui ho condiviso visione e programma, e che ritengo quindi elementi indispensabili per raggiungere i nostri obiettivi. Se tutto va come spero, ci troveremo, con tutte queste persone, il 10 gennaio - riposati dopo le vacanze natalizie - pronti per partire di slancio. Senza perdere tempo, perché tre anni non sono così tanti. E poi il tempo vola, quando ci si diverte». In ogni caso, altre candidature sono arrivate, e sono quelle di Giorgio Cattaneo, di My Pr; Lorenzo Macchi, di Cantiere di Comunicazione; e Massimo Romano, di Spencer & Lewis (tutti appartenenti al PR Hub), e di Sandra Grifoni, di InMediaTo, che cerca una conferma nel ruolo di consigliere.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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