Autore: Redazione
18/04/2024

Gli eventi a un momento di svolta, Superstudio punta anche sull’AI e chiede collaborazione alla politica

Nelle affollate giornate della Design Week, il punto sul settore da parte di Omar Bigi, Production Director di Superstudio Events

Gli eventi a un momento  di svolta, Superstudio punta anche sull’AI e chiede collaborazione alla politica

Omar Bigi

C’erano una volta gli eventi, poi un bel giorno alcune prospettive mutarono e con esse anche l’essenza di quei meeting. Ma niente paura, disse il saggio, torneranno e splenderanno di luce nuova. Ed è successo. Pochi dubbi che la tecnologia e in particolare internet abbiano inciso, (quando non rivoluzionato) sul panorama del settore e sul modo in cui ciascuno di noi ne fruisce, e continueranno a farlo, con l’intelligenza artificiale. Ma una cosa non è cambiata, anzi, si è intensificata nell’era dei social: che si tratti di imparare, fare affari, fare networking, sostenere una causa o semplicemente divertirsi, l’essenza degli eventi risiederà sempre nella loro capacità di connettere ed emozionare gli individui. È sempre così? Lo chiediamo a Omar Bigi, Production Director di Superstudio Events, impegnato in questi giorni nella frequentatissima Design Week (e ospite di DailyOnAir - The Sound Of Adv). 

Come si è evoluto il settore degli eventi nell’ultimo lustro e quali sono state le più recenti novità? 

«Differenzierei il discorso partendo dall’utente finale, poi il cliente e alla fine noi che ci occupiamo di mettere in piedi la produzione. Rispetto all’utente, le persone partecipano molto di più e hanno maturato aspettative esperienziali molto alte; il tutto probabilmente deriva dalla frustrazione maturata durante gli anni della pandemia; sul fronte agenzie e clienti, si sono moltiplicate le occasioni di eventi, si sente la necessità di creare momenti di incontro e condivisone; lato organizzazione, ossia noi, diciamo che si sono accorciate le giornate e i tempi tecnici dai brief alla messa a terra del progetto vero e proprio».

In tutto questo, cosa abbiamo perso e cosa invece abbiamo guadagnato?

«La società si è evoluta, così anche le aspettative, i rapporti, all’interno di un’epoca come quella attuale che vive una costante accelerazione del tempo. Forse è ancora un po’ presto per capire cosa abbiamo perso o guadagnato».

Cosa si attende oggi un utente/spettatore quando presenzia e partecipa a un qualsivoglia meeting?

«Si parte sempre dalla qualità dei contenuti, poi si considera chi è interessato a partecipare, ossia colui che vuole accrescere la propria rete, intende ricevere stimoli al costante rinnovamento della propria attività. Mi ricollego al concetto di accelerazione del tempo per sottolineare quanto occorra stare sul pezzo. Noi come Superstudio ospitiamo molte situazioni di diversa tipologia, il che ci permette di scorgere tendenze, generi, comportamenti delle persone, proprio perché in loro scatta un meccanismo, ossia l’obiettivo di riconoscersi, di confrontarsi».

Quale è l’attuale dimensione del mercato?

«C’è stata senza dubbio una crescita importante del nostro settore e ora abbiamo un’occasione per dare un’ulteriore scossa con le Olimpiadi del 2026. Bisogna lavorare in prospettiva, fare sistema tra i player e le istituzioni. Serve una politica di affiancamento che contribusica a cancellare l’idea che gli eventi vengano ancora oggi considerati come qualcosa di superfluo, quando invece creano connessioni tra persone, idee e meccanismi, non solo a livello professionale. Superstudio Events è in contratto con la municipalità e con l’Ufficio Eventi. Ci vuole da un punto di vista delle scelte politiche una maggior sensibilità nei riguardi di un settore settore in grande espansione. In un mondo in cui la politica per prendere le su decisioni guarda all’economia e quest’ultima si rifà alla tecnica, ecco che si chiude un cerchio, con l’uso della tecnologia che sarà il grande vettore del settore».

A proposito, quanto incidono l’innovazione tecnologica e l’AI?

«In maniera sempre più basilare ecco perché serve un aggiornamento professionale costante. Per fare qualche esempio: durante l’attuale Design Week, abbiamo creato negli studi di Via Tortona 27 un avatar con cui il pubblico può interagire, senza che venga a mancare il supporto del personale umano. Altro esempio, abbiamo sviluppato in una convention di Manpower un sistema attraverso il quale i relatori dialogavano con un avatar customizzato sulle esigenze del cliente, in diretta sul palco, un’esperienza di grande successo».

Come si è mossa Superstudio Events nel corso dell’ultimo anno e cosa l’attende nel 2024?

«Nel 2023 siamo cresciuti veramente tanto, siamo oltre 35 persone, è stato acquistato un nuovo spazio, Superstudio Maxi, per grandi eventi e fiere, sono partiti in questi giorni i lavori dedicati a Superstudio Village. Oltre la Settimana del Mobile ci attendono mesi di grande fervore, soprattutto a maggio e alla fine dell’anno tra ottobre e dicembre. Possiamo contare su 7000 metri quadri di spazio, con sei sale diverse, per più eventi gestiti in contemporanea. E annottiamo la tendenza che vede agenzie e aziende propense a ideare eventi sempre più frequenti».