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Fashion & Luxury in chiave cinese: i primi due anni italiani di Hylink

Autore: D Sechi

Yuan Zou, Head of Fashion & Luxury Italy


Un biennio in evoluzione per la struttura che si prefigge di aiutare i brand italiani nei settori del lusso, della moda, del lifestyle, del food&beverage e del design ad avere successo sul mercato cinese. Tra progetti ad hoc, il binomio reale-virtuale, i freni burocratici e l’elemento pazienza

L’oriente e le sue suggestioni, un fascino che non conosce confini, soprattutto a livello di immaginazione, di aspirazione. Ma poi, di fronte, ecco palesarsi un muro, La Grande Muraglia, un freno, un monito, un avvertimento, un “chi va là” di non semplice lettura. Urge un libretto di istruzioni piuttosto corposo per poter interloquire di business in terra cinese. Ragioni culturali, differenze di approccio, burocrazie rigide. Due anni fa ecco palesarsi all’orizzonte la soluzione: lo sbarco italiano di Hylink, agenzia multiservizi dedicata ai marchi europei di Fashion & Luxury, ma anche lifestyle, food&beverage e design che desiderano entrare e operare sul mercato cinese. Un debutto avvenuto in regime pandemico, un percorso a ostacoli lungo oltre venti mesi. Nel mentre la situazione emergenziale è mutata, ma qualche altra forza contraria ha cominciato a muoversi. Moda e lusso però non si fermano e arriva, quindi il tempo dei primi bilanci. A raccontarli Yuan Zou, Head of Fashion & Luxury Italy dell’agenzia.

Possiamo fare un bilancio del primo biennio di Hylink Italy?

«L’ufficio italiano è stato aperto ad ottobre 2020, nel mezzo della pandemia, ma a tutti gli effetti le attività sono iniziate nel 2021. Possiamo dire che da allora siamo soddisfatti dei risultati raggiunti. In termini di brand awareness abbiamo ottenuto una buona copertura sul mercato e siamo stati spesso citati su diversi media, ma stiamo continuando a lavorare per posizionare la nostra agenzia come desideriamo. Anche il team sta crescendo. Abbiamo triplicato il numero di risorse nel giro di soli due anni, creando un gruppo di lavoro ben coeso e affiatato. Abbiamo avuto la possibilità di lavorare con grandi clienti come Design Holding, Safilo, Missoni e ora CP Company. Infatti, il nostro focus principale rimane ancora sul settore del lusso, ma rispetto ai primi tempi abbiamo ampliato le aree di attività: oltre alla strategia di comunicazione digitale abbiamo lavorato anche nel campo degli eventi fisici e nei concept creativi. Il nostro fatturato è in crescita e abbiamo obiettivi molto ambiziosi da raggiungere».

C’è una case history che possa rappresentare il lavoro dell'agenzia dal 2020 a oggi?

«Nel 2021, Hylink ha supportato Missoni nella campagna di lancio del nuovo flagship store di Shanghai. Ci siamo occupati della strategia creativa e dell’attivazione dei media locali, oltre a gestire la realizzazione di una serie di attività volte a dare visibilità al negozio e all'evento di apertura. Nello specifico, siamo stati responsabili del coinvolgimento di celebrità, della promozione dei media e dei KOL, della creazione di giochi interattivi H5 su WeChat, e della gestione della community sui profili social del brand, come Weibo e WeChat. Il concetto creativo della campagna di lancio - rivolta principalmente alle giovani generazioni cinesi - si è basato sull'adattamento del payoff globale di Missoni "Life in Colors" attraverso tecniche di storytelling e contenuti rilevanti a livello locale, più adatti al pubblico e alla cultura del luogo, con l'obiettivo di trasmettere positività, entusiasmo e ottimismo attraverso l'uso dei colori, una colonna portante del DNA di Missoni. Questo progetto è stato molto importante per noi perché ci ha permesso di concentrarci su più attività e di attivare le nostre competenze trasversali, lavorando su diversi asset strategici in maniera integrata».

Cosa è cambiato nello scenario pubblicitario cinese negli ultimi due anni?

«Il mercato cinese è per definizione estremamente dinamico. Infatti, l’unico aspetto che non cambia mai è che muta costantemente. Negli ultimi due anni si è assistito a una costante evoluzione dell’ecosistema in termini di piattaforme, campagne, gusti dei consumatori e abitudini di consumo. Se parliamo di social media, WeChat, Weibo e Xiaohongshu - noto anche con il nome di Little Red Book - sono rimaste le piattaforme dominanti in Cina, tuttavia sono emersi contemporaneamente nuovi player. Douyin e Bilibili, per esempio, sono cresciute come piattaforme social e per la condivisione di short-video, ma anche per la loro capacità di offrire agli utenti la possibilità di fare acquisti in-app, senza dover passare per siti terzi. Questo aspetto, chiamato social commerce, sta crescendo rapidamente in Cina. Sebbene il fenomeno del live-streaming sia cresciuto notevolmente negli ultimi due anni, nel 2022 ha subìto un rallentamento dovuto ad alcune norme emanate dal governo per regolamentare il settore. Anche il mercato degli influencer ha affrontato alcuni scossoni. Il governo cinese ha stabilito delle regole per limitare la cosiddetta celebrity economy, al fine di diminuire l'ossessione dei fan per gli “idol”. Nonostante ciò, il celebrity marketing rimane ancora uno dei canali più efficaci per i marchi che vogliono raggiungere il pubblico cinese. Contemporaneamente, la tecnologia ha dato vita a una nuova generazione di idoli digitalizzati e virtuali, ancora poco sviluppati in termini di UX e interazione con il pubblico, ma parte di un mercato in rapida crescita e che va tenuto d'occhio».

Tra reale e virtuale: quali sono le "ricette" consigliate alle aziende italiane sia online sia offline, e quali sono i punti di focus e i servizi offerti?

«Quando si parla di strategia, non esiste una soluzione unica per tutte le realtà. Questa, infatti, dipende da diversi fattori: dalle dimensioni dell'azienda, dal settore, dal panorama dei competitor, dagli obiettivi del brand e dalla loro capacità di investimento. Considerando tutte queste variabili, Hylink può consigliare la soluzione più appropriata per raggiungere il target di riferimento, per competere con successo e conquistare il mercato attraverso strategie efficaci, media creativi e strumenti innovativi. Un aspetto che non deve essere sottovalutato quando si decide di entrare nel mercato cinese - e che tengo sempre a precisare - è che la Cina non è un piano a breve termine. I brand devono essere pronti a questo e devono armarsi di pazienza, oltre che essere mentalmente preparati, creando una strategia mirata che guardi al lungo termine. In linea generale, le aziende dovrebbero concentrarsi sul maggior numero possibile di touchpoint quando entrano in Cina. Al giorno d'oggi, infatti, l'online è ormai considerato un imperativo, ma anche l’offline non va trascurato. La presenza fisica sta diventando sempre più importante nel mercato post-Covid in Cina. Hylink Italy può aiutare i brand italiani passo dopo passo, realizzando un piano ad-hoc che parte dalla valutazione delle opportunità di mercato, dei rischi e benefici fino alla creazione di una strategia di ingresso adeguata all'ecosistema digitale e alle peculiarità di mercato, che faccia leva su un piano di comunicazione e marketing olistico».

Uno dei temi cool del momento: come opera Hylink opera nel metaverso?

«Innanzitutto, è importante evidenziare che il metaverso in Cina presenta caratteristiche diverse in termini di gestione e regolamentazione rispetto ai corrispettivi occidentali. Il governo cinese ha infatti creato il proprio sistema di blockchain e di NFT - chiamati digital collectibles - e non consente l'uso di criptovalute straniere. Queste peculiarità rendono il metaverso cinese un ambiente chiuso e che con molta probabilità sarà soggetto a ulteriori normative da parte delle autorità in termini di contenuti, standard tecnici e formati. Hylink supporta già alcuni clienti nello sviluppo di NFT in Cina o in progetti con virtual idol, grazie ai nostri progressi in questo ambito. L’obiettivo principale è quello di accompagnare i clienti in queste nuove realtà parallele, supportandoli tramite la tecnologia e aiutandoli a raggiungere i loro traguardi e aspirazioni. Tuttavia, poiché non siamo un player tecnologico, per il momento non intendiamo creare nulla di originale all’interno di un nostro ipotetico metaverso».

Quale sarà il focus dei prossimi due anni

«Nei prossimi due anni ci concentreremo su quello che è stato fino ad ora il nostro obiettivo principale: aiutare i brand italiani nei settori del lusso, della moda, del lifestyle, del food&beverage e del design ad avere successo nel mercato cinese, supportandoli nella strategia di comunicazione e marketing, nell'esecuzione delle campagne e nella pianificazione media. Al contempo, metteremo la nostra expertise cross-culturale a supporto delle imprese provenienti dalla Cina intenzionate a entrare nel mercato italiano, aiutandole a comunicare attraverso i canali online e offline e ad avere successo sul mercato».


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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