Autore: Redazione
20/09/2021

Samsung Italia, la via dei podcast è rosa. Le strategie di un brand oltre la voce

L’azienda vara “Donne Connesse”, il nuovo progetto dopo il debutto “vocale” dello scorso anno. L’Head of Marketing and Communication, Francesco Cordani, racconta i segreti dietro il mezzo del momento, spiega l’evoluzione del media mix e le possibilità legate a eventi, partnership e sponsoring

Samsung Italia, la via dei podcast è rosa. Le strategie di un brand oltre la voce

Francesco Cordani

Sarà per via delle problematiche legate all’attuale epoca, o forse sarà l’improvvisa voglia di lasciare una testimonianza per i posteri o, ancora, potrebbe trattarsi di un’accresciuta spinta narrativa che potrebbe sfociare in un prossimo mondo popolato, addirittura gremito, sovraffolato di parole. Utopie e realtà distopiche? Chissà… Sta di fatto che tutt’intorno è un vociare, un richiamare l’attenzione, un raccontare e raccontarsi, un profluvio di podcast. Il media del momento, l’invito che diventa ricorrente “Dai, andiamo a fare un podcast!”. Ovviamente, dietro tutti i trend, le novità, le rivoluzioni, i fenomeni subito accolti da approvazione, quando non da autentico delirio, si celano i “ma”, studi, segreti, ricette, motivazioni e tante occasioni buttate la vento. Ma anche non poche pregevolezze. Samsung Italia, per fare un esempio prestigioso, ha da poco inaugurato la sua seconda stagione “votata alla Voce”, dopo il debutto avvenuto lo scorso anno con “Elio e le Storie Tech”, con “Donne Connesse”: in sei episodi, 14 donne protagoniste del mondo digitale e una presentatrice d’eccezione si confrontano sulle loro sfide quotidiane e sul ruolo della tecnologia. Un momento? Donne e tecnologia? Subito si fanno largo, tra spintoni e prepotenze i soliti pregiudizi. E allora sfatiamoli insieme all’Head of Marketing and Communication dell’azienda, Francesco Cordani.

Perché un focus sulle donne?

«Il nostro marchio è tradizionalmente parte dell’universo maschile, ma quello delle donne è un target molto importante a cui teniamo molto, come del resto testimoniano alcuni recenti lanci di prodotto. Sfatiamolo questo mito che vede l’universo femminile non particolarmente affezionato alla tecnologia: non è vero».

Chi sono queste donne? Siano esse le protagoniste del format, siano le fruitrici?

«Ci rivolgiamo a una fascia che denominiamo MZ, i millennials, ma anche gli esponenti della Generazione Z. Un target anagrafico che parte dai 16 anni e arriva ai 28».

Un ascolto giovane e quindi, come direbbe qualcuno, un po’ frivolo…

«Un altro mito da sfatare. E viene più facile farlo quando ci si imbatte in un media quale è il podcast che trasporta l’utente, qualunque egli sia, in una dimensione differente, molto personale, guidata solo da una voce, non arricchita da altri sensi; si crea così una situazione di attenzione e riflessione, gestita in solitario. Un mezzo che non intimorisce».

Ma quale deve essere l’obiettivo di un podcast e quindi anche di “Donne Connesse”?

«Prima di tutto, deve intrattenere, poi raccontare e ingaggiare. Il podcast si muove anche attraverso logiche di word of mouth, dal quale, alla fine, traspare un altro elemento basilare: l’attitudine del singolo progetto e la sua capacità di attirare e accompagnare, anche in maniera molto seria e approfondita».

Per funzionare quanti minuti deve durare?

«Oggi come oggi, la realtà media ci dice che non si dovrebbe andare oltre i 25 minuti. Si tratta di una vera e propria sfida, ossia raccontare, approfondire ma senza mai risultare prolissi».

Samsung potrebbe valutare un giorno di rendere il podcast il proprio formato pubblicitario principale?

«No, si tratta di due ambiti differenti. Piuttosto, si tratta di uno dei nostri touch point. Anche qui, arriva in soccorso un esempio: si parla spesso di digital, che imperversa e che a breve si prenderà il gradino più alto del podio della comunicazione adv; ma non è così: le immagini proiettate da uno schermo tv, la sua aura tradizionale non sono sostituibili, come pure il digital non può avere la stessa carica emotiva di una maxi affissione».

Quale sarà il prossimo argomento?

«Top secret, ma riguarderà sempre il target MZ».

Il vostro 2020-21, oltre la voce?

«Siamo tra le poche aziende che hanno continuato a investire e che hanno intensificato le operazioni. Dopo tutto dobbiamo accompagnare i tanti lanci di prodotto che caratterizzano le nostre stagioni. E poi, mai come negli ultimi due anni la tecnologia è stata premiata. Abbiamo arricchito il media mix, strutturato in modo da allargare i target. Il budget 2020 è cresciuto di un 8/10% e crediamo di replicare in questo 2021. Ci attendono prima degli appuntamenti fondamentali: il Black Friday, il Natale, ma anche le attività di sponsorizzazione: siamo legati alla nazionale e tra il 6 e il 10 ottobre si svolgeranno le battute finali della Nation League. Siamo partner del Coni, siamo stati protagonisti principali agli Europei di calcio e alle Olimpiadi. Siamo Main Sponsor, e per la prima volta, di XFactor. Ci attendono settimane, mesi di grande entusiasmo, insieme ai nostri partenr Cheil, Starcom, BCube e Burson».

Il format

Sviluppato in 6 episodi, Donne Connesse è il progetto dedicato all’universo femminile che racconta cosa si nasconda dietro lo schermo di 14 protagoniste, tra cui imprenditrici digitali, creator ed influencer, svelando come la tecnologia ogni giorno le supporti nel conciliare passioni, lavoro, affetti, vita sociale e privata. Le creator coinvolte nel podcast sono Rossella Migliaccio, I Trentenni, Lea Cuccaroni, Lavinia Biancalani, L’Armadio di Grace, Diletta Secco, Michela Coppa, LaSabri, Ludovica Pandolfo, Martina Pinto, Kessy e Mely. I racconti sono moderati dalla conduttrice televisiva e radiofonica Melissa Greta.