Autore: Redazione
23/12/2021

Programmatic, tra problematiche e opportunità, le soluzioni di EikonTech

La concessionaria di prodotti legati al settore fotografa uno scenario forse sin troppo ricco che ha bisogno di essere maggiormente segmentato e inquadrato. Ecco cosa sta succedendo e cosa potrà accadere nelle parole Davide Tarabelloni, EMEA Commercial Director del gruppo che chiude la stagione con un fatturato di 7 milioni

Programmatic, tra problematiche e opportunità, le soluzioni di EikonTech

Davide Tarabelloni

Quando si parla di Programmatic Buying non si può non fare riferimento a EikonTech, concessionaria di prodotti legati al settore, sbarcata sul mercato italiano nel 2019 come reseller esclusivo della DSP di Zeta (ex RocketFuel/Sizmek), uno dei top player globali per copertura dati (CRM-CDP-DMP) e per sviluppo di soluzioni all’avanguardia, si è posta come obiettivo principale quello di rendere la propria proposta cookieless e offrire ai business del settore soluzioni di identità multipla per sopravvivere e prosperare anche nella nuova era del digital advertising. Un triennio di gradi operatività e di soddisfazioni, ma anche di aspettative, programmi e attese relative al nuovo anno. Ci siamo fatti raccontare tutto da Davide Tarabelloni, EMEA Commercial Director del gruppo.

Quali sono state le soluzioni proposte da EikonTech, le loro caratteristiche e quali di queste sono maggiormente richieste e perché?

«Sebbene il focus principale di EikonTech sia sulla DSP di Zeta e su tutti i prodotti Performance, nell’ultimo anno abbiamo ampliato la nostra proposizione di vendita anche ad altri temi, integrando prodotti come Flashtalking (per quanto riguarda la parte di AdServing e DCO) e R3code (relativamente a tutti i formati impattanti e brand, come Liquid Skin, Native/RNU - reach native unit, Smartitial e molti altri..), che ci hanno permesso di iniziare a lavorare con clienti che non facevano parte del pacchetto Rocketfuel/Sizmek originale e avvicinandoci così a un segmento di mercato ibrido tra Performance (rimasto comunque il focus del nostro lavoro) e Brand. Ancora oggi di certo il prodotto DCO è molto richiesto, così come i formati Video (visti in un’ottica soprattutto di awareness)».

Una fotografia del programmatic adv nel 2021: progressi, punti fermi, occasioni mancate?

«Esistono numerosi canali di cui si parla ancora nel campo del Programmatic ma che al giorno d’oggi risultano crescere a rilento (OOH, Mobile, etc.). Dal mio punto di vista l’unica criticità di questa realtà, che spesso viene definita come “poco trasparente”, è che i diversi prodotti del mercato faticano a comunicare efficacemente tra loro e a integrarsi totalmente con tutti i vari partner. Questo è dovuto al fatto che per ogni prodotto esistono numerosi competitor, che spesso differiscono solo per piccoli aspetti, portando i clienti a non sapere che prodotto scegliere e spingendoli così a ricorrere ai player più blasonati invece che “rischiare” testando nuove tecnologie. Ecco perché credo che in un mercato come il Programmatic sia sempre più importante riuscire a segmentare i prodotti, inquadrandoli nei diversi step della filiera ed esser sicuri che queste parti lavorino all’unisono, garantendo completa integrazione con le soluzioni presenti sul mercato e una totale trasparenza».

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Il team della concessionaria

 

Capitolo trend: podcast, ad in-game e social display, il sempre più chiacchierato contextual, come si muovono, che vantaggi portano, in quali settori funzionano meglio? Chi prevarrà? C'è qualcos'altro che bolle in pentola, che prova a farsi largo?

«Queste strategie si stanno sicuramente evolvendo, poiché il mercato della pubblicità va sempre più nella direzione della personalizzazione. L’obiettivo è quello di raggiungere i giusti utenti al momento e nel posto opportuni, con una comunicazione che possa risultargli utile e apprezzabile. La tendenza è quindi quella di seguire il consumatore in ogni aspetto della sua vita, anche nei momenti di svago, includendo stimoli visivi e uditivi a seconda del canale di riferimento. Se da una parte questa strategia può creare, grazie al contextual, un’interazione interessante con un contenuto tailor-made, dall’altra il rischio è di ottenere il cosiddetto “effetto elastico”. A seguito della pandemia e dei primi lockdown, infatti, abbiamo notato come le persone si siano allontanate dai precedenti stili di vita, riscoprendo un vissuto più pratico e libero da eccessivi stimoli - aspetto evidente nella preferenza, che spesso ancora persiste, per lo smart working, il travel working, il digital-detox, ecc. È fondamentale, quindi, che - nel presidiare ogni momento del funnel - le aziende approccino il consumatore con attenzione e costruzione adattiva, per evitare di mandare in burnout il fruitore».       

Cookieless: la vostra idea, le vostre proposte?

«In definitiva, per conseguenza della dismissione dei cookie prevista dal 2023, in futuro le decisioni si baseranno su un numero inferiore di dati, ma più precisi. La nuova era del digital advertising cookieless può preoccupare le aziende, oltre a essere vista come un paradosso. Se ci pensiamo, infatti, i protagonisti di questa rivoluzione sono anche gli stessi che detengono i dati più specifici e precisi sui propri utenti. In realtà, comunque, possiamo considerarla una sfida positiva, che aiuterà i brand a concentrare gli sforzi su obiettivi di marketing più definiti. Il primo passo per le aziende del settore è quindi prendere coscienza del cambiamento in arrivo ed elaborare una nuova strategia per l’acquisizione e la retention dei clienti, focalizzando l’attenzione sulla fidelizzazione di quelli già acquisiti. Nella maggior parte dei casi, lavorare in partnership con il giusto provider di soluzioni marketing può offrire a un business i dati di cui necessita per ampliare la propria base clienti. EikonTech, per esempio, offre soluzioni di multiple identity resolution, in cui i cookie rappresentano solo uno dei tanti identificatori in grado di aiutare le aziende nella delivery dei messaggi in modo efficace su tutti i canali. Grazie a queste tecnologie, le imprese ricevono approfondimenti e dati di intelligence per migliorare le proprie campagne, le strategie e la misurazione, potendo così focalizzare la propria attenzione sull’offerta di una user experience di eccellenza ai propri clienti».

Quali sono stati i principali traguardi tagliati nel 2021, come prevedete di chiudere la stagione, quali saranno i focus per il 2022?

«Siamo orgogliosi dei risultati che siamo riusciti a raggiungere nel 2021, nonostante il contesto critico in cui si è trovato il nostro settore, come moltissimi altri. EikonTech ha registrato una crescita complessiva di più del 50% rispetto all’anno precedente e chiuderà il 2021 con un fatturato complessivo oltre i 7 milioni di euro. Nel corso dell’anno, abbiamo consolidato la nostra presenza sul mercato italiano, in cui siamo presenti dal 2019, con un ampliamento progressivo dell’offerta verso soluzioni di DCO, Audience Profiling and Analytics e CDP e una crescita del team e del fatturato locale del 60% anno su anno.        Inoltre, abbiamo rafforzato il business sul mercato spagnolo con la nomina di Karina Ugarte Durán a Programmatic Sales Manager di Eikontech Spagna e a breve la nomina di un altro Sales in loco. A dicembre siamo sbarcati anche nei Paesi Nordici (Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Islanda). Il principale goal del 2022 sarà quello di ampliare la nostra presenza a nuovi mercati europei ed extra-europei, sviluppando ulteriormente i team già esistenti».