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Captify e Advertisier Perceptions rilevano poca fiducia nello standard contextual mktg

Autore: Redazione


Nonostante i due terzi dei professionisti intervistati asserisca che farà affidamento sul targeting contestuale, è chiaro come la domanda di soluzioni first-party data più evolute stia aumentando, con il 58% del campione che si dice preoccupato della propria capacità di risposta e il 52% che esprime dubbi sulla possibilità di raggiungere i KPI

Con la fine dei cookie di terze parti prevista per il 2022, i grandi inserzionisti pubblicitari stanno esprimendo preoccupazione riguardo la capacità di esecuzione di piani marketing a elevate performance. Inoltre, sta aumentando anche la domanda di soluzioni più evolute basate sui dati di prima parte. A dirlo è una nuova ricerca pubblicata da Captify, leader globale nella Search Intelligence, in partnership con Advertiser Perceptions. Il nuovo report di Captify “How to Ban the C-Word” è stato ideato per consentire ai professionisti del marketing di spostare la discussione dalla morte dei third-party cookie alle innovazioni e azioni da intraprendere in futuro. “How to Ban the C-Word” utilizza come fonti sia gli advertiser con i maggiori budget da ridistribuire tra i partner che non utilizzano cookie di terza parte, sia i principali centri media mondiali investiti dal compito di portare innovazione nel mondo cookieless, tra cui GroupM, Mindshare, UM. La relazione è il risultato di una ricerca che ha coinvolto oltre 50 marketer che lavorano in aziende con un budget annuale compreso tra i 5 e oltre 100 milioni di dollari e si focalizza sulle modalità di preparazione ed esecuzione di un piano media digitale in un mondo cookieless.

I risultati chiave

Non poche le evidenze maturate dallo studio, ecco una rapida panoramica.

●         Standard Contextual, manca la fiducia: la maggiore parte dei rispondenti - il 58% - ha manifestato dubbi riguardo la propria abilità di fare targeting in maniera accurata senza i first-party data, nonostante circa i due terzi creda che il contextual advertising accrescerà d’importanza nel giro dei prossimi 12 mesi.

●         Le performance sono la principale preoccupazione: il 69% dei marketer si attende un calo delle performance senza i cookie, il 62% è preoccupato per non poter fare più affidamento alla precisione del targeting data-driven.

●       I professionisti del marketing fanno affidamento sui partner per acquisire competenze: i due terzi degli intervistati ha dichiarato di essersi rivolto ad agenzie specializzate o partner per ottenere supporto in questa transizione.

●         Regna ancora un sentimento di incertezza: il 65% del campione deve ancora implementare nuove soluzioni di audience targeting alternative ai cookie.

●         Aumenta l’interesse verso i dati di prima parte: il 77% è convinto che la fine dei cookie di terza parte porterà ad un aumento dell’utilizzo dei first-party data dei brand. Il 54% pensa la stessa cosa riguardo ai first-party search data.

●         La Search Intelligence è fondamentale per comprendere le intenzioni dei consumatori: il 54% afferma che si affiderà maggiormente alla Search Intelligence per costruire audience qualificate.

●         I walled garden in secondo piano: solo il 40% prevede di orientarsi verso i walled garden con la dismissione dei cookie di terza parte. La ricerca rivela anche come 2 intervistati su 3 si rivolgeranno sicuramente alla propria agenzia e partner ad tech per ottenere risposte e soluzioni.

Le tendenze

Kathleen Kayse, Chief Media Strategy & Partnerships Officer, The Ad Council dichiara: “Il mercato sta affrontando una situazione che inizialmente può prospettarsi scoraggiante. Come industry, abbiamo un'opportunità unica per ridefinire le strategie di targeting e personalizzazione che rispettino il consumatore e portino trasparenza ad ogni interazione. I professionisti del marketing dovrebbero immediatamente prendersi del tempo per rivalutare ogni partner che lavora con dati di terze parti, in modo da garantire che quelle potenziali lacune nei dati dei clienti possano essere colmate attraverso nuove strategie di CRM. Occorre dunque dare la priorità alle piattaforme che hanno accesso ai dati di prima parte, concentrarsi sulla costruzione del proprio set di dati proprietari, e tornare a una soluzione più scalabile sotto forma di targeting contestuale". Aggiunge Brendan Condon, Chief Revenue Officer di Captif: “Questo periodo, utilizzato dagli spender per riallocare i budget, cercare nuovi partner e ridistribuire la spesa, mostra come gli investimenti stiano andando verso i first-party data, sia proprietari sia di partner strategici, e verso i player ‘contestuali’ capaci di offrire maggiore valore - come le alternative costruite sui dati di prima parte. Fortunatamente, operatori ad tech indipendenti come Captify, grazie a soluzioni uniche come il search contextual, hanno saputo innovare in una direzione che garantisce a marchi e advertiser di non dover cambiare i loro processi - e gli incubi e i mostri rievocati dai cookie nelle ultime notti saranno solo un lontano ricordo”. Stuart Schneiderman, SVP, Business Intelligence presso Advertiser Perceptions, conclude: “Nell’indagine viene sottolineata la necessità di rivolgersi a partner come agenzie, ad tech ed editori, per supportarli a trovare nuove audience, estrarre valore dai dati di prima parte, misurare le performance e ottimizzare in modo appropriato. Chi sarà in grado di farlo acquisirà un vantaggio competitivo significativo”.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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