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Outbrain, quando l’adv non mente

Autore: D Sechi

Sebastiano Cappa, Managing Director per l’Italia


Chiacchierata a due, con Sebastiano Cappa, Managing Director per l’Italia, e Antonello Sessa, nuovo Head of Sales per riassumere la stagione ricca di novità della struttura che porta avanti la causa della pubblicità nativa di qualità: la partecipazione a IAB Forum, i focus, le novità, le previsioni

Si può finalmente dire che sia tramontata l’era di un mercato pubblicitario “Un tanto al chilo”, in cui a prevalere siano solo gli aspetti quantitativi? Oppure, vista la situazione creatasi in questo famigerato 2020, qualche passo indietro verso i numeri puri e crudi potrebbe riportare le lancette indietro? Un mercato in difficoltà, per forza di cose, ma anche sempre più dedito all’innovazione, ricco di suggestioni sempre inedite. Ma è un mercato realmente consapevole delle sue esigenze, possibilità, cosciente di un’offerta variegata come non mai? Anche qui, il rischio di un ripiegamento su canoni sicuri perché già conosciuti. I leader però non attendono, non possono, questioni filosofiche, esigenze anche fisiche. Outbrain è da anni in pole postion nel campo della pubblicità nativa, dei contenuti di qualità, capace di costruire un’annata piena di novità, di lanci di prodotto, di riscontri anche immediati. Ne abbiamo parlato con Sebastiano Cappa, Managing Director per l’Italia, e Antonello Sessa, nuovo Head of Sales.

Outbrain allo IAB Forum, cosa è successo?

«Outbrain si è presentata allo IAB Forum per discutere sul connubio tra native adv e digital trust e per presentare gli ingredienti principali per affrontare le sfide digitali. Con un focus su fake news e crescita della disinformazione. Abbiamo presentato soluzioni utili per i brand, per potersi tenere sempre più vicini ai clienti e mantenere alto il tasso di engagement, con prodotti appropriati in un contesto editoriale premium».

Quali novità hanno caratterizzato il vostro 2020?

«In ordine: abbiamo lanciato a metà febbraio il formato Carousel, a seguire c’è stata l’inaugurazione della nuova piattaforma, Native Awareness+, con i suoi tre formati principali, native social, native display, native video. A tal proposito, in sede di Forum, abbiamo raccontato un caso di successo conseguito con il brand Samsung e il suo centro media Starcom. L’obiettivo del marchio era promuovere la cabina armadio Airdresser; un progetto che ci ha visto raggiungere, attraverso il formato Native Social, un'alta viewability con una media superiore al 75% ed un CTR medio di 0,34%, ben 240% superiore a un formato standard native. Questo ci fa capire come Outbrain non si posizioni più con una logica solo performance e consideration, ma sia ormai un full funnel partner, con mezzi tecnologici in grado di passare dalla awareness, alla consideration fino alla performance, con kpi chiari e programmati e senza dover interrompere la customer journey del cliente. Oggi siamo in grado di lavorare su diversi formati legati ai tre punti su citati e possiamo consigliare varie soluzioni. La parola chiave è Trust, fiducia, per far sì che i consumatori possano vivere un'esperienza positiva con il brand online. La brand safety deve essere reale, il contenuto pubblicitario deve essere all’interno di un ambito sano. Recenti ricerche hanno evidenziato come la fiducia nei social continui a diminuire, sono situazioni sempre più chiuse e gli utenti sembrano essere più interessati ai siti premium. Noi siamo sempre più focalizzati sulla personalizzazione, sullo storytelling, elementi che spesso mancano sulle piattaforme social».

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Antonello Sessa, Head of Sales

 

Qual è quindi il futuro prossimo venturo?

«Il futuro sarà sicuramente native adv, nell’open web, ma basato su partnership davvero strategiche. Un esempio importante in questo senso: abbiamo stretto un accordo con Opera, abbiamo avuto accesso all’inventory dell’ad network, attraverso la nostra piattaforma pubblicitaria, Amplify. I buyer possono accedere direttamente a Opera Ad Exchange, un marketplace pubblicitario, focalizzato su mobile e in-app. Un’operazione che ci ha collegato a oltre 280 milioni di utenti nel mondo».

In sintesi: i topic di Outbrain per il 2020?

«Prima di tutto, focus su tutto il funnel di acquisto. Poi, diverse tipologie di formato: per l’awareness abbiamo lanciato il Native Awareness+, suite che comprende il display native, il social e il video. Per la consideration, il Carousel e il Click-to-Watch, altamente ingaggianti. Abbiamo anche inaugurato un formato App Install. Si tratta di situazioni che lo scorso anno non esistevano e che hanno avuto un tale responso di pubblico da portare a decisive crescite di revenue».

Una curiosità: da chi viene la spinta per l’ideazione, la progettazione e il lancio dei vari prodotti, da voi o dalle aziende?

«Lavoriamo a stretto contatto con agenzie e brand. Il format migliore è quello studiato insieme, dal cliente, tenendo conto delle sue richieste, ma anche dalla visione delle agenzie che ci permettono lo sviluppo dei prodotti. Negli ultimi 5 anni abbiamo assistito a grande spinta sperimentale. Noi puntiamo su un lavoro non intrusivo, con formati qualitativi. Nel 2021 lanceremo prodotti incentrati sia sul branding sia sulla performance».

Ma quindi esistono settori che non puntano espressamente sulla qualità?

«La qualità paga sempre, ma esistono segmenti di mercato, settori specifici che non hanno quello come obiettivo primario. Noi punteremo sempre sull’innovazione e investiremo sempre più sul team».

Forse viviamo un momento storico in cui ci sono meno risorse utili per pagare la qualità?

«Capita, ma anche una questione di strategia, con il cliente che magari non è perfettamente consapevole di quello che cerca. Outbrain si muove in considerazione dei singoli obiettivi: lead generation, conversione, traffico, reach, nuovi user etc… Ogni problema ha bisogno di strategie differenti, di tattiche appropriate».

La vostra è anche un’attività consulenziale?

«Sempre di più, per capire gli obiettivi, guidare il cliente su questi, per poter creare una sinergia e vederla crescere insieme».

Quali sono o saranno i prossimi temi di mercato?

«Il Podcast, l’audio in generale sono sempre più in crescita, ma non solo. Ricordiamo che siamo sempre più in ottica programmatic, con il native che crescerà ancora. Daremo sempre maggior spazio alla parte strategica. Un altro obiettivo: la commistione sempre più stretta tra dati, creatività e delivery. Alzeremo sempre l’asticella. In giro c’è grande voglia di riscatto, di riportarsi ai livelli di prima, sulla strada che inglobi online e offline, per una costumer journey che non faccia differenze».

Ma… se l’emergenza mettesse in evidenza soprattutto la quantità, voi come reagireste?

«Non crediamo che prenderà una via di tipo quantitativo. I clienti, oggi più di ieri, puntano a ottimizzare le risorse, farlo seguendo un approccio solo quantitativo si corre il rischio di non allocare correttamente i propri budget. Il ritorno dell’investimento è fondamentale. Il rischio è fare non uno ma tre passi indietro. Rammentiamo che anche il programmatic partì con approccio tanto a poco, con acquisto smisurato di impression. Poi si capì che non era così che si doveva lavorare, ma con qualità e trasparenza sempre maggiori».

Come chiuderete il 2020?

«Con una crescita a due cifre».

Che figure state cercando?

«Lato publisher, per acquisire nuovi editori».


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incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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