Autore: Redazione
16/12/2020

Nasce Pedalitaly, il neverending cycling nel Bel Paese

Dall’incontro tra ENDU e Gabriele Mirra, già senior manager nel mondo internet e imprenditore nel settore del ciclo-turismo, nasce una start-up specializzata in format sportivi e di intrattenimento in grado di combinare il ciclismo virtuale con le pedalate “reali” in tutta Italia. A raccontarcelo proprio Mirra

Nasce Pedalitaly, il neverending cycling nel Bel Paese

In sella, senza timori, senza vergogna, anche perché un’abitudine, un classico della nostra esistenza motoria, nonché una delle passioni sportive più celebrate nel nostro Paese, quest’anno ha assunto dimensioni inimmaginabili, quasi incommentabili, spesso persino impagabili, visto che anche potendo disporre di un discreto portafoglio, le bici non si trovano più. Ed è sempre colpa sua, di questo dannato 2020 che ha spezzato le reni un po’ a tutti, a eccezione dei ciclisti, verrebbe da dire. La voglia matta di uscire, di socializzare, di rendere l’aria più respirabile ha mosso il popolo. Avanti o popolo alla forcella! Ma, ovviamente, non è stato così facile, come dimostrano le grandi corse a tappe o quelle di un giorno, rinviare, cancellate, malmenate. Qualcuno si è rassegnato, qualcun altro non ci ha neanche pensato a fare un passo indietro, perché la passione è unica e la forma fisica non si riconquista in un batter d’occhio.

I presupposti

Ed ecco che il 2020, sempre lui, passerà alla storia anche come la stagione in cui il ciclismo virtuale ha assunto una sua precisa identità: una bicicletta, un rullo di ultima generazione e un computer che lo collega alla rete e il ciclista entra in un nuovo mondo dalle straordinarie opportunità. È sulla base di questo presupposto che nasce Pedalitaly, la prima start-up che si pone come obiettivo l’ideazione, la realizzazione e la commercializzazione di format di ciclismo virtuale che invitino gli appassionati di tutto il mondo a pedalare in Italia tutto l’anno, indipendentemente dalle condizioni esterne che rendono il ciclismo un’attività esclusivamente stagionale. L’iniziativa nasce dall’incontro tra Engagigo, azienda proprietaria di ENDU, piattaforma digitale di riferimento della community degli sport endurance, e Gabriele Mirra, già senior manager nel mondo internet e imprenditore nel settore del ciclo-turismo. “Virtual and real cycling” è il claim di Pedalitaly, perché l’obiettivo è trasformare il cicloturismo tricolore in una attività estesa per dodici mesi all’anno, combinando format virtuali con tour reali. Abbiamo raggiunto proprio il co-founder e CEO Gabriele Mirra, ovviamente prima che la strada si impennasse e ci siamo fatti raccontare qualche aneddoto in più.

Chi è Gabriele Mirra? Il nuovo vate del ciclismo italiano, un semplice appassionato un imprenditore illuminato?

«Un professionista della rete, tra l’altro della prima ora del web, con un primo lustro di lavoro in quel di Buongiorno.it, poi il passaggio a Wind e la gestione di Libero.it, poi la  fusione con Matrix, e la  costituzione di Italiaonline versione 2.0 di cui sono stato  Direttore Generale. Poi l’avventura in Triboo Media come Amministratore Delegato. Ma a un certo punto, sono tornato sui miei passi e, anche per motivi familiari, eccomi a Lucca, città perfetta per chi pedala. Ho cominciato a organizzare veri e propri tour cicloturistici anche legati ad importanti eventi come le Strade Bianche a Siena. Tutto procedeva a gonfie vele ma poi ad un certo punto   è arrivata la pandemia, il lockdown. L’obiettivo di promuovere l’Italia in bicicletta veniva bloccato, ma nel mentre veniva siglata una partnership con ENDU, e si cominciava a ragionare su un nuovo format digitale».

Ed ecco arrivare la primavera…

«Proprio così: a maggio abbiamo lanciato i primi format di gran fondo e di tour virtuali, appoggiandoci alla piattaforma di cycling Rouvy, di cui siamo diventati partner esclusivi per l’Italia, che permette, attraverso l’utilizzo casalingo di rulli, ossia quegli strumenti adoperati dai professionisti per l’allenamento, di collegarsi alla rete e pedalare su tracciati reali. E il termine reale non è messo a caso: i rulli rispondono alle sollecitazioni imposte dai tracciati e quindi sul percorso il ciclista casalingo soffre come se fosse proprio lì».

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Gabriele Mirra

 

L’ultimo step in ordine di tempo è la nascita di una nuova società

«Si chiama NEXP, ossia Neverending Experience, di cui sono A.D., che è proprietaria del brand Pedalitaly. Il nostro posizionamento prevede virtual e real cycling. Abbiamo un format che vendiamo nel mondo intero, caratterizzato da tour privati e da eventi  aperti a tutti. Un prodotto che, in quanto tale, è un veicolo di comunicazione, con la presenza di sponsor e di una community internazionale che ora pedala virtualmente ma che poi verrà invitata, quando sarà il momento, a gareggiare e a pedalare fisicamente nei luoghi che hanno scoperto grazie al digitale e alla realtà aumentata. Nasce così una nuova offerta di cicloturismo che presentiamo e raccontiamo attraverso i vari social, Facebook, Twitch, YouTube e, a breve, anche in tv. L’offerta è doppia: da una parte eventi in grado di riprodurre manifestazioni ciclistiche a cui tutti possono accedere, con tanto di pacco gara digitale, una partenza in linea con countdown come un vero pro, una telecronaca in tempo reale, la presenza di ambassador e personaggi conosciuti. Tutte le gare sfruttano la realtà aumentata per permettere ai corridori di vivere un’esperienza immersiva e vengono trasmesse in live streaming sia su Twitch sia su Facebook; dall’altra parte, l’organizzazione di pedalate in piccoli gruppi con guide che illustrano, per esempio, le bellezze dei percorsi cicloturistici, rispondendo alle domande dei partecipanti e snocciolando curiosità storiche e artistiche sul patrimonio italiano. Per garantire la miglior fruizione possibile del format entertainment, il percorso digitale sarà a numero chiuso, così da permettere ai partecipanti un alto livello di interazione».

E le selle si sono già scaldate con i primi appuntamenti: quali sono stati?

«Abbiamo iniziato il 18 novembre con il Pedalitaly Cinque Terre Virtual Race a partecipazione libera e completamente gratuita. Gli appuntamenti successivi sono stati il 20 novembre con la Pedalitaly Monte Serra Virtual Race, in cui i ciclisti hanno potuto scoprire i Monti Pisani e le bellezze toscane, a seguire, il 25 novembre, il Pedalitaly Mortirolo Virtual Race, alla scoperta di una delle più iconiche salite del ciclismo e, infine, il 29 novembre Pedalitaly ha ospitato la DEEJAY100 Virtual Race, la famosa gara organizzata da Radio Deejay, andata in scena sulle strade emiliane dove si sono svolti gli ultimi Mondiali di Ciclismo su strada con circa 1.700 partecipanti. Oggi è in programma la Pedalitaly Campiglio Virtual Race alla presenza, tra gli altri dei campioni del mondo Maurizio Fondriest e Marco Melandri con diretta a partire dalle 18:30. Poi sarà la volta di Verona il 20, del Tonale il 27 e della Toscana il 30 per metterci alle spalle questo anno complicato che però ci ha costretto ad innovare».

Appare evidente che l’aspetto turistico possa rappresentare una parte fondamentale dell’intero progetto

«È centrale, un modo per promuovere l’Italia, i suoi tragitti, la storia, la cultura, il food. Un’esperienza virtuale, che arricchisce di per sé ma che diventa anche un’anticipazione del viaggio reale. L’obiettivo è coinvolgere anche tutti quei soggetti economici e culturali che dei territori sono valori aggiunti, come i produttori di tipicità enogastronomiche, artigiani, operatori culturali e turistici che arricchiscono di ingredienti la nostra offerta ciclistica».

Qual è il vostro business model?

«Operiamo in regime di B2C con il pagamento di un normale biglietto, e in B2B, con l’ingresso di sponsor a tema, come è stato per esempio per Toyota che ha deciso di sostenere la Deejay100  visto il suo interesse sull’ecosostenibilità, o tutta la filiera del ciclismo o il citato sistema turistico, non a caso Pedalitaly ha ottenuto il patrocinio di ENIT, l’agenzia nazionale del turismo».

Gli obiettivi futuri?

«Creare un’offerta capillare, in tutto il mondo, di Pedalitaly, quindi andare oltre l’Italia, proprio così. Costruire un marketplace delle esperienze ciclistiche reali, con una rete di operatori locali che magari avrebbero problemi nel promuoversi da soli si scala globale. Vogliamo che Pedalitaly diventi un’operazione di sistema e un importante veicolo di comunicazione per sponsor, territori e per gli operatori della filiera cicloturistica italiana».

E poi, magari, virtualizzare il circuito prefessionistico, un Grande Giro, le Classiche…

«Chissà… Al momento il focus, il primo, ha un respiro triennale: costruire un sistema cicloturistico italiano forte e riconosciuto nel mondo»