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Gruppo GEDI: nel primo trimestre 2020 ricavi in calo dell’11% circa rispetto al 2019, la raccolta scende del 16,7%

Autore: Redazione

John Elkann


La presidenza di John Elkann si apre con risultati di esercizio fortemente influenzati dalla crisi dovuta all’emergenza sanitaria; contrazioni dell’adv a doppia cifra per stampa e radio, internet flette del 6,2%

L’emergenza sanitaria e il conseguente rallentamento delle attività economiche hanno esercitato un forte impatto sui conti del Gruppo GEDI, che chiude il primo trimestre 2020 con un risultato netto negativo per 52,9 milioni di euro e fatturati complessivi a quota 129,8 milioni di euro, in calo dell’10,8% circa rispetto allo stesso periodo del 2019. Con questi dati si apre la presidenza di John Elkann, da poco insediato così come il nuovo Amministratore Delegato Maurizio Scanavino. L’andamento dei ricavi editoriali risente del calo del fatturato diffusionale, a quota 63,8 milioni di euro con una contrazione del 4,9%, e della raccolta pubblicitaria, che perde il 16,7% e si attesta a 56,3 milioni di euro.

I ricavi del Gruppo

Nell’ambito dei ricavi consolidati quelli derivanti dalle attività digitali rappresentano complessivamente il 13,5% del fatturato consolidato (17,4% sul brand Repubblica). La riduzione dei ricavi diffusionali si inquadra in un andamento di mercato che registra, nel periodo, un calo delle vendite dei quotidiani in edicola e in abbonamento pari al 6,8% sull’anno prima. In particolare, gli effetti del Covid-19 e delle misure restrittive introdotte a livello regionale e nazionale hanno influito anche sull’andamento delle vendite in edicola che nel mese di marzo hanno subito un calo decisamente più significativo rispetto a quello registrato nei primi due mesi dell’anno. Per contro, l’attività di vendita degli abbonamenti digitali ha confermato il trend positivo, sostenuta sia dal proseguimento delle azioni di massimizzazione della redditività della customer base sia dalle maggiori attivazioni conseguenti alla crescente attenzione dei lettori per le notizie riguardanti la diffusione del Covid-19. All’interno di questo contesto è stata avviata una politica promozionale sia sui prodotti solo digitali (Rep:, Topnews, Stai con Noi) sia sugli abbonamenti annuali alla copia replica. Tutte queste azioni hanno incrementato la customer base che a fine marzo ha superato i 216mila abbonati su tutte le testate del Gruppo. Per quanto riguarda i ricavi pubblicitari, nel bimestre gennaio-febbraio la raccolta sui mezzi del Gruppo è risultata in linea con il corrispondente periodo dell’esercizio precedente (-0,3%), riflettendo l’andamento dei rispettivi mercati di riferimento. La successiva emergenza sanitaria e le misure di lockdown avviate nel corso del mese di marzo hanno determinato una drastica riduzione della raccolta pubblicitaria che ha registrato un calo del 37,4%. Con riferimento ai diversi mezzi del Gruppo, nel trimestre la pubblicità su stampa è risultata in calo del 21,6% e quella sulle radio del 10,3%; più contenuta è stata la flessione della raccolta su internet, -6,2%. Questi andamenti si confrontano con un mercato che nel primo bimestre 2020 ha generato una lieve crescita dell’adv (+0,8%), con la tv a +2%, internet a +4,8% esclusi search e social, radio a +13,9%. La stampa, invece, ha fatto i -8,6%, con i quotidiani al -6,7% (-9,9% la raccolta nazionale e -4,9% quella locale) e i periodici al -12,2%. La diffusione dei quotidiani nel primo bimestre del 2020 è calata del 6,8% in edicola e in abbonamento (-5,0% i quotidiani nazionali e -9,0% i quotidiani locali). Includendo anche le copie digitali, la diffusione complessiva dei quotidiani si attesta al -6,5%.

I dati di bilancio

I costi, inclusi gli ammortamenti, sono inferiori del 4,2% rispetto al primo trimestre del 2019; sono diminuiti sia i costi del personale (-3,6%) che gli altri costi (-4,6%). Il margine operativo lordo consolidato è stato negativo per -0,3 milioni rispetto ai 8,4 milioni nel primo trimestre del 2019. Il risultato operativo consolidato è stato negativo per 67 milioni e include 58,9 milioni di svalutazioni di avviamenti di testate effettuate a seguito delle verifiche di impairment test. Senza considerare tali svalutazioni, il risultato operativo rettificato ammonta a -8,1 milioni rispetto a 1,5 milioni nel primo trimestre del 2019. Il risultato netto consolidato registra una perdita di 52,9 milioni recependo, come precedentemente illustrato, svalutazioni di avviamenti di testate effettuate a seguito delle verifiche di impairment test per 42,9 milioni al netto dell’effetto sulle imposte. Il risultato netto rettificato del primo trimestre 2020 è negativo per 9,9 milioni  rispetto ai 2,8 milioni del corrispondente periodo dell’esercizio precedente. L’indebitamento finanziario netto al 31 marzo 2020 prima dell’applicazione del principio contabile IFRS 16 ammonta a 47,7 milioni, in lieve aumento rispetto ai 44,1 milioni di fine 2019. Il flusso della gestione ordinaria è stato positivo per 1,9 milioni mentre i piani di riorganizzazione in corso hanno determinato esborsi per 5,3 milioni. L’applicazione dell’IFRS 16 ha comportato la rilevazione al 31 marzo 2020 di debiti finanziari per leasing e diritti d’uso pari a 52,5 milioni e pertanto l’indebitamento finanziario netto post IFRS 16 ammonta a 100,2 milioni. L’organico del Gruppo, inclusi i contratti a termine, ammontava a fine marzo 2020 a 2.185 dipendenti in riduzione di 36 unità rispetto al 31 dicembre 2019; l’organico medio del periodo è stato inferiore del 5,3% rispetto al primo trimestre dell’anno precedente.

Previsioni per la gestione in corso

Lo scorso 23 aprile 2020 è stata data esecuzione all’accordo del 2 dicembre 2019 tra CIR e EXOR per la compravendita di tutte le azioni ordinarie di GEDI di proprietà di CIR, pari al 43,78% del capitale sociale emesso di GEDI. La vendita della partecipazione CIR è stata perfezionata in favore di Giano Holding S.p.A. interamente detenuta da EXOR per un ammontare complessivo di 102,4 milioni di euro. A seguito del perfezionamento dell’acquisizione della partecipazione CIR, Giano Holding promuoverà un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria avente a oggetto le azioni GEDI in circolazione non detenute al medesimo prezzo per azione GEDI corrisposto a CIR e, pertanto, ad un prezzo unitario fisso pari a €0,46, ai sensi e per gli effetti dell’art. 106, comma primo, del Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, come successivamente modificato e integrato (il “TUF”).  In un contesto di visibilità estremamente ridotta, alcuni dei principali operatori del settore prevedono che nel 2020 il mercato della raccolta pubblicitaria possa subire un calo tra il 15% e il 19%, in funzione di diversi scenari sugli effetti del COVID-19. Un calo così significativo si era verificato in precedenza solo durante la crisi del 2012 quando il mercato aveva fatto registrare un -14,3%. Allo stato attuale tutti gli elementi che concorrono alla formulazione di previsioni per l’esercizio restano totalmente incerti. Il Gruppo è focalizzato nel fare tutto quanto in proprio potere per gestire la crisi: ha implementato ulteriori misure per ridurre i costi e contenere gli esborsi per investimenti non strettamente necessari, procede regolarmente ad assessment sulle posizioni di liquidità rapportandosi con i propri partner finanziari, con i quali ha concordato anche la sospensione temporanea dei covenant, e continua ad attuare tutte le misure di sicurezza sanitarie a tutela dei propri lavoratori definite e richieste dalle diverse autorità locali.

 

Maurizio Scanavino riorganizza il management, Gabriele Comuzzo diventa Chief Revenue Officer

Il nuovo amministratore delegato di GEDI Maurizio Scanavino mette mano anche alla riorganizzazione della prima linea del management, nell’ottica di individuare nuove fonti di ricavi e stimolare la digital trasnformation, secondo le indicazioni date a suo tempo dall’editore, John Elkann. Una delle novità è la nomina di Gabriele Comuzzo a Chief Revenue Officer, figura dedicata proprio allo sviluppo di nuove opportunità di crescita nelle aree di attività tradizionali del Gruppo, quali quotidiani, radio, digitale e pubblicità, così come partnership, accordi, prodotti, eventi, tutto questo in collaborazione con le direzioni di business. Comuzzo conserva la carica di Direttore Generale della concessionaria Manzoni, guidata dall’Amministratore Delegato Massimo Ghedini.

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Gabriele Comuzzo

 

La digital transformation

Per quanto riguarda i processi di digital transformation, si ampliano le competenze di Daniele Bianchi, Direttore Generale di GEDI Digital dove rientrano le funzioni dell’area Information Technology, Infrastrutture e Sistemi Editoriali e della direzione centrale, produzione, sistemi informativi e servizi generali già in capo a Pierangelo Calegari, che lascia il Gruppo. Bianchi si occuperà di rafforzare la leadership del portafoglio di prodotti del Gruppo e individuare modelli di business innovativi e nuovi approcci organizzativi a supporto delle redazioni per lo sviluppo dei contenuti a pagamento e nuove forme di ricavi. Al Direttore del Controllo di Gestione di Gruppo Michela Marani viene dato anche il ruolo di Program Manager di Gruppo, al quale compete il controllo di fattibilità e compatibilità economica dei nuovi progetti.

GEDI News Network

Fabiano Begal è il nuovo Amministratore Delegato di GEDI News Network, la società editrice de La Stampa e dei quotidiani locali. Prende il posto di Marco Moroni, anch’egli uscito dal Gruppo. Begal si occupava dei quotidiani GNN del nord-est. Intanto Corrado Corradi, che è Direttore Generale della Divisione Stampa Nazionale, assume anche la gestione e il coordinamento dell’attività di distribuzione e diffusione di tutte le testate del Gruppo. Alessandro Bianco si occuperà anche della gestione delle risorse umane di GNN nell’ambito della Direzione Centrale delle stesse. A Luigi Vanetti, Presidente di GNN, viene affidato anche l’incarico di Presidente e Amministratore delegato di GEDI Printing. Sempre in GNN, il condirettore editoriale Luigi Vicinanza ha comunicato di voler rimettere a disposizione l’incarico con l’obiettivo di concentrarsi sulla professione giornalistica. ​​​


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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