Autore: Redazione
20/03/2020

Fieg, con il decreto “Cura Italia” aumenta il credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari

Lo sgravio passa dal 75% del budget incrementale al 30% del complessivo; il direttore generale della Federazione Fabrizio Carotti: «Misura prociclica, utile nel momento della ripartenza»

Fieg, con il decreto “Cura Italia” aumenta il credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari

Andrea Riffeser Monti, presidente Fieg

Con il decreto “Cura Italia” aumenta l’impegno dello Stato in termini di sgravi fiscali nei confronti del comparto dell’editoria, che già gode del dispositivo sul credito d’imposta riconosciuto per gli investimenti incrementali, sulla base del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n.90 del 16 maggio 2018.

Il provvedimento del Governo per l’emergenza, entrato in vigore martedì 17 marzo 2020, prevede infatti all’articolo 98 incentivi fiscali per il 30% dell’intero importo degli investimenti pubblicitari effettuati in un anno, superando quindi il dispositivo del maggio 2018 che riconosce invece uno sgravio sul 75% dei budget aggiuntivi rispetto all’anno precedente.

«E’ un provvedimento molto positivo – spiega a DailyMedia Fabrizio Carotti, direttore generale della Federazione Italiana Editori Giornali – perché fino a ieri il credito si applicava solo sull’incremento, da oggi sull’investimento pubblicitario complessivo. Inoltre, è una misura molto interessante perché è prociclica, ossia sarà utile al mercato quando dovrà ripartire». 

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Fabrizio Carotti, direttore generale Fieg
 
Le risorse messe a disposizione

Intanto, il mercato della comunicazione è in attesa delle graduatorie del Dipartimento dell’editoria per l’assegnazione dei fondi relativi al 2019, che dovrebbero uscire nei prossimi giorni. Il provvedimento del 2018 dispone infatti un tetto di risorse che vengono ripartite in base a quanti soggetti chiedono il credito: «Un meccanismo già collaudato che utilizziamo già da due anni» e che potrà essere attivato anche in questa situazione straordinaria.

«Nel nuovo provvedimento – segnala Carotti – manca però l’indicazione sulle risorse che saranno destinate a questa misura». L’indicazione non mancava invece nella bozza di decreto che prevedeva infatti un tetto di spesa di 60 milioni, da coprire mediante le risorse del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, di cui 40 milioni di euro spettano alla Presidenza del Consiglio dei ministri e sono destinati all’editoria stampa e online, e 20 milioni di euro al Ministero dello sviluppo economico. 

A questo proposito la Fieg resta in attesa di chiarimenti, auspicando che questo dispositivo metta a disposizione degli editori risorse aggiuntive oltre al Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione.