Autore: Redazione
20/11/2020

FCP-Assotv: nella giornata mondiale della televisione sottolinea il ruolo del media come “bene di cittadinanza” per famiglie e aziende

Si celebra il 21 novembre 2020 il World Tv Day promosso dalle Nazioni Unite; i broadcaster mandano in onda un video che riprende la campagna internazionale per ricordare agli italiani l’importanza del mezzo

FCP-Assotv: nella giornata mondiale della televisione sottolinea il ruolo del media come “bene di cittadinanza” per famiglie e aziende

Si celebra il 21 novembre 2020 il World Tv Day, giornata mondiale dedicata alla televisione promossa dalle Nazioni Unite con la collaborazione di ACT, EGTA e The Global TV Group. Quest’anno la celebrazione del mezzo televisivo deve fare i conti con le condizioni create dalla pandemia da Covid-19, che si ripercuotono sul mercato dei mezzi di comunicazione e sulla pubblicità.

La FCP- Assotv, l'associazione delle concessionarie di pubblicità televisive, in rappresentanza dei broadcaster italiani partecipa all’evento mondiale dedicato al tema “Tv makes a difference”, con l’obiettivo di sottolineare alcuni aspetti che caratterizzano questo media e che sono stati ulteriormente messi in evidenza in questi mesi. Per l’occasione, le emittenti rappresentate da FCP-Assotv trasmetteranno durante la giornata un filmato tratto dalla campagna internazionale, che ribadisce e invita a riflettere su questi aspetti.

La centralità della tv

In primo luogo, la televisione è sempre più centrale nel consumo mediale e nelle scelte di comunicazione. Il 2020 è un anno “indimenticabile” con cambiamenti e accelerazioni definite “secolari”. I media sono stati profondamente colpiti e la tv è stata sempre presente durante tutte le difficili fasi attraversate con un totale ascolto in crescita, complessivamente a doppia cifra (+11%) e ancora di più durante le fasi del lockdown di primavera (+35/40%). Nelle differenti condizioni i “gradi di libertà” concessi dalla situazione sanitaria ed economica, la tv ha dimostrato di essere ogni giorno un’utile risorsa, un companion media per le persone e al tempo stesso un media asset per le imprese per dialogare in continuità coi propri consumatori.

Ruolo sociale

Ma non solo. La tv è una scelta a forti valenze sociali con informazione e intrattenimento. Da sempre è attenta ai grandi temi sociali, dal cambiamento climatico alle disparità razziali o di genere, e soprattutto fornisce ogni giorno un reale e continuo sostegno alle persone e alle aziende, contribuendo a fare la differenza. La tv ha continuato ad offrire un mix bilanciato di informazione di qualità, professionale e certificata in un mondo inflazionato di fake news, e produzioni originali di intrattenimento, permettendo la necessaria distensione. Ha così affermato il proprio ruolo “sociale” nei momenti di maggiore bisogno.

Trasformazione digitale e switch off 2022

Questa pandemia ha accelerato l’adozione del digitale per fare fronte alle più disparate necessità, velocizzando la traformazione digitale che per la tv è già in atto e si completerà con lo switch off del 2022. Le nuove forme di fruizione sempre più personalizzate, multimodale (live o livestreaming o on demand) e multischermo (tv, smart TV, smartphone, tablet, desktop) sono destinate a durare nel tempo, spingendo le concessionarie a sviluppare le proprie offerte di advanced advertising, veicolando formati  innovativi sugli schermi diffusi, per estendere la reach e migliorare le campagne stesse.

Tv come “bene di cittadinanza”

Nel 2020 la tv ha dimostrato di essere allo stesso tempo una risorsa di sistema per le aziende per sostenere i propri business e un bene di cittadinanza fondamentale nella società contemporanea, da sostenere e tutelare che dovrebbe avere nell’agenda politica almeno la stessa importanza data alla banda larga. A meno di due anni allo switch off del 2022 (passaggio delle frequenze 700 Mhz alla banda larga mobile 5G) che obbliga tutti gli italiani ad avere almeno un televisore high definition pronto per la tecnologia DVB-T2, è possibile affermare (RDB Auditel/Ipsos) che quasi 4 milioni di famiglie italiane su 24 sono ancora in standard definition. La normale rotazione di apparecchi non è sufficiente per garantire la totale sostituzione del parco tv e nemmeno l’attuale destinazione di risorse pubbliche per sostenere questo passaggio appare sufficiente. Il rischio è che al momento del passaggio definitivo molte famiglie italiane si trovino tagliate fuori: per questo gli editori televisivi chiedono una maggiore attenzione a livello istituzionale sull’argomento.