Autore: Redazione
08/04/2020

Expo Dubai 2020 verso il rinvio, manterrà il nome ma si riprogramma dall’1 ottobre 2021 al 31 marzo 2022. L’Italia d’accordo, il 21 l’approvazione

Il governo degli Emirati Arabi Uniti ha chiesto di cambiare le date causa coronavirus; il nostro Commissario, Paolo Glisenti, favorevole allo slittamento, assicura che la macchina organizzativa continua a procedere

Expo Dubai 2020 verso il rinvio, manterrà il nome ma si riprogramma dall’1 ottobre 2021 al 31 marzo 2022. L’Italia d’accordo, il 21 l’approvazione

Un’altra brutta tegola si abbatte sull’economia e anche sulla industry della comunicazione impegnata nelle varie gare già in corso per le relative attività di marketing, promozione ed eventi della manifestazione, che doveva tenersi dal 20 ottobre 2020 al 10 aprile 2021. Stiamo parlando di Expo 2020 Dubai che quasi sicuramente, causa coronavirus, verrà posticipata di un anno. Il governo degli Emirati Arabi Uniti ha ufficialmente fatto richiesta infatti di rinviarla di 12 mesi. Le date proposte sono quelle che vanno dal primo ottobre 2021 al 31 marzo 2022. Ora i 160 paesi membri del Bureau international des Expositions, l’organismo intergovernativo che regola le esposizioni universali, dovranno pronunciarsi e approvare o respingere con i due terzi della maggioranza, ciò che avverrà il 21 aprile, ma l’orientamento generalizzato (tranne forse la Cina) è per il rinvio. “Il governo degli Emirati Arabi Uniti - si legge sul sito del BIE - ha formalmente richiesto il rinvio del World Expo 2020 Dubai in una lettera indirizzata a Dimitri S. Kerkentzes, Segretario Generale del Bureau International des Expositions”. Nella lettera, Abdullah bin Zayed Al Nahyan, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale degli Emirati Arabi Uniti, chiede il rinvio dell'Expo mondiale a seguito di discussioni approfondite da parte del Comitato Direttivo di Expo 2020 Dubai con l'Organizzatore e il BIE su l'impatto della pandemia Covid-19 e in solidarietà con i Paesi partecipanti. La lettera specifica inoltre che il Governo degli Emirati Arabi Uniti richiede l'approvazione per continuare a utilizzare "Expo 2020 Dubai" come nome ufficiale dell'evento.

L’Italia

L'Italia ha già manifestato la propria intenzione di votare a favore di questo slittamento di date e dichiarato che, intanto, prosegue il proprio percorso verso l'Esposizione Universale “che si presenta più che mai come una chance di rilancio per le istituzioni scolastiche, accademiche, culturali e scientifiche partner del Commissariato, oltre che per l'economia nazionale – ha dichiarato il Commissario per la partecipazione dell'Italia a Expo 2020 Dubai, Paolo Glisenti -. Il progetto italiano sta andando avanti, stiamo seguendo la costruzione del Padiglione prestando la massima attenzione alla salute e alla sicurezza degli operai sul nostro cantiere a Dubai. Nel frattempo, con i nostri partner istituzionali, i ministeri, le Università e i centri ricerca, le scuole, le comunità scientifiche, culturali e artistiche, stiamo cominciando a ripensare quali dovranno essere le caratteristiche degli elementi portanti della partecipazione italiana, qualora venisse confermato il rinvio al 2021. Sarà un'occasione imperdibile per il rilancio dell'economia italiana, del Made in Italy all'estero, del turismo e dell'attrazione di investimenti stranieri verso le nostre piccole e medie imprese innovative e le start-up italiane, che in questo momento stanno soffrendo".

Le testimonianze

Il percorso di avvicinamento verso l'Expo con i partner in effetti prosegue: alle testimonianze pubblicate nei giorni scorsi sul sito del Commissariato (www.italyexpo2020.it), si aggiungono quelle di altre personalità. "Il difficile periodo che stiamo attraversando ci ha portato a stimolare intelligenza e fantasia dando vita a progetti nuovi per innovare i modelli di insegnamento", così Paola Severino, Vice Presidente dell'Università Luiss Guido Carli pone l'accento sulle sfide che il mondo accademico si trova ad affrontare. Cambiamenti epocali che per Paolo Galli, professore ordinario di Ecologia e direttore del MaRHE Center presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca, vanno affrontati "costituendo una rete orizzontale, con ricercatori e atenei stranieri, ma anche verticale, in cui studenti di vari gradi e professori si confronteranno alla ricerca di soluzioni comuni". Per Enrico Giovannini, portavoce di ASviS, in questi mesi che ci separano da Expo si avrà il tempo di "disegnare il futuro che vogliamo": un obiettivo che non può prescindere da una crescita economica sostenibile, basata sulla ricerca e l'innovazione. Elementi indispensabili anche per il sistema agroalimentare del Paese, ricorda infine Luigi Scordamaglia, Presidente Cluster CL.A.N.