Autore: Redazione
29/09/2020

Brand suitability e performance su YouTube: Channel Factory operativa anche in Italia

Il management composto dal Country Manager Luca Di Cesare, dal Sales Director Benvenuto Alfieri e dal Senior Account Manager, Giulio Giacometti prevede di ampliare il team italiano con nuovi ingressi nei prossimi mesi

Brand suitability e performance su YouTube: Channel Factory operativa anche in Italia

Da sinistra: Luca Di Cesare, Giuliano Giacometti e Benvenuto Alfieri

Channel Factory, la piattaforma globale e proprietaria di gestione dati e tecnologia disponibile in 39 lingue, che massimizza l’efficienza delle performance e i parametri di brand suitability su YouTube, ora è operativa direttamente in Italia con la nuova sede di Milano presso Copernico 38. Alla guida degli uffici italiani è stato chiamato Luca Di Cesare, Country Manager, affiancato da Benvenuto Alfieri, Sales Director e da Giulio Giacometti, Senior Account Manager. A loro il compito di creare il team italiano che, nei prossimi mesi, vedrà l’ingresso di altri professionisti. Presente in oltre 30 Paesi del mondo, Channel Factory ha avviato una nuova strategia di espansione nei mercati Europei e l’Italia va ad aggiungersi agli uffici già operativi nel Regno Unito, in Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania e Spagna.

Individuare, evitare, targetizzare

Prima e unica a introdurre un’offerta basata sui due pilastri della brand suitability e delle performance, Channel Factory è una tech & data platform globale che massimizza sia le performance sia la suitability, aiutando gli inserzionisti di YouTube a migliorare la propria contextual performance, ed è partner ufficiale dello YouTube Measurement Program. La piattaforma ritiene brand suitable, un contenuto sicuro e adatto al messaggio di un brand: considerata una evoluzione e una personalizzazione della brand safety, la suitability è diventata un concetto importante, poiché individua i contenuti perfetti per un brand e non si limita a evitare quelli non adatti. Inoltre, aiuta i brand ad assumere una diversa prospettiva, concentrata sia sul miglior contenuto sia sulle performance. Si tratta di un modello che richiede una personalizzazione che varia da brand a brand e non può essere considerato una soluzione generale, applicabile in modo standardizzato a tutti gli inserzionisti. L’obiettivo di Channel Factory, infatti, è identificare e targetizzare il contenuto in base alle linee guida di ciascuna azienda e di ogni singolo progetto di comunicazione per dar vita a campagne basate sul miglior contenuto e sulle migliori performance. Grazie a sofisticati dati di contestualizzazione e avanzati algoritmi di targetizzazione, gli inserzionisti possono costruire piani media estremamente personalizzati, contestuali e orientati alle migliori performance.

Dietro la brand suitability

Categorie di contenuti, toni del linguaggio, sentiment di un video, presenza o meno di news, qualità della produzione sono alcuni degli elementi che un progetto di brand suitability prende in considerazione per garantire la brand protection, la brand relevance e le performance, oltre alla percezione e all’engagement dei consumatori. La piattaforma proprietaria di Channel Factory, ViewIQ, analizza tutti i contenuti di YouTube in tempo reale, attraverso i dati forniti dai creator, l’analisi dei testi, i dati di performance e i filtri umani, aiutando gli investitori pubblicitari a pianificare le proprie campagne sui contenuti ideali tenendo sotto controllo l’investimento. Efficienza (grazie all’analisi di una mole di dati storici delle performance di migliaia di campagne), monitoraggio, ottimizzazione continua e trasparenza dei placement garantiscono la scalabilità dei progetti e il raggiungimento dei KPI.

Tre uomini alla guida

Il management di Channel Factory Italia è composto da tre professionisti: Luca Di Cesare, il manager con più esperienza alle spalle, ha fondato aziende (Dooyoo.it, Effecting, iWikiPhone, DATV) e ha contribuito allo sviluppo del business tricolore di imprese internazionali (smartclip, SpotX, Doubleclick International, per citarne alcune); Benvenuto Alfieri, specialista in ambito sales e ha ricoperto incarichi in molte aziende nazionali ed estere come S4M, Teradata, AdKaora e ha lavorato per editori digitali come Alfemminile; così come Giulio Giacometti che ha iniziato la sua carriera in Secondamano per successivamente approdare in altre società del mondo tech (MovingUp, Teads.tv, AdPepper Media, Mapp), dove ha ricoperto incarichi via via più importanti.

Rivoluzione

«Una campagna brand suitable è garanzia di raggiungimento dei risultati», afferma Luca Di Cesare, Country Manager di Channel Factory Italia. «Questo approccio rivoluziona i modelli finora adottati su YouTube, perché sposta il focus. Per esempio, un contenuto che un brand considera appropriato al messaggio che vuole trasmettere alla sua audience potrebbe non essere considerato tale da un’azienda che opera in un altro settore, anzi l’altro inserzionista potrebbe anche catalogarlo come unsafe. Non è più sufficiente, e soprattutto pone dei limiti, suddividere tra content sicuri e pericolosi, occorre un’analisi più approfondita delle correlazioni tra la pubblicità di un servizio o di un prodotto e il contesto in cui è inserito, per raggiungere il proprio target ovunque si trovi».

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L'intervista

La marcia in più che fa contenti tutti

Luca Di Cesare, Country Manager di Channel Factory Italia, ci racconta le differenze tra safety e suitability, tra evitare gli elementi non appropriati e trovare quelli giusti, per soddisfare editori, piattaforme, agenzie, brand e utenti

C’era una volta il problema della brand safety, non che sia spartito, tutt’altro, ma nel corso degli anni è stato via via controllato, anche domato e tutti … vissero felici e contenti. Mica vero. Togli il dente e il dolore passa, dicevano i trisavoli, ma poi che cosa rimane? Uno spazio vuoto da riempire, un contenuto appropriato, giusto, aderente a marchio che si sta promuovendo all’interno della più grande piattaforma social del mondo: YouTube. Arrivano i nostri, che poi sono i tipi di Channel Factory, dei quali abbiamo raccontato lo sbarco italiano nella pagina precedente. Diamo per scontati un sacco di elementi, forse perché li fanno gli altri, diamo quindi per scontata, appurata, regolata la safety e poi? E poi ce lo racconta Luca Di Cesare, Country Manager di Channel Factory Italia.

Safety e suitability non sono la stessa cosa…

«No, esiste una netta differenza ed è lì che operiamo noi di Channel Factory. La brand safety serve per evitare tutti quei contenuti che sono ritenuti sconvenienti, quando non apertamente illegali. Una volta che si è raggiunta questa dimensione di pulizia, interviene la suitability, attrraverso la quale è possibile scovare, rintracciare, presentare i contenuti più adatti al brand. Questo non vuol dire che un contenuto non adatto non sia safe, tutt’altro, semplicemente non si confà al vissuto del marchio. Un esempio facile facile: un gelato e il suo messaggio pubblicitario si ritrovano preceduti da una notizia drammatica, siamo al cospetto di un contenuto non giusto; lo stesso brand mi chiede una soluzione, le immagini di una gita in braca? Channel Factory trova le migliori gite in barca che possano venire associate alla pubblicità del gelato, con tutti i plus che ne possono seguire legati all’awareness».

Un progresso sostanzioso

«Un passo in più: non solo eviti, ma trovi anche quello che vuoi. Channel Factory sta introducendo una soluzione per un problema che fino a oggi non era misurabile».

Come funziona? Voi lavorate con YouTube

«Noi siamo partner di YouTube e Google e questo ci consente di avere un accesso totale a una serie di informazioni privilegiate, il che ci offre la possibilità di analizzare un testo nei suoi minimi particolari: contenuto, parlato, commenti, tag, tutto, il contesto che gira intorno, insomma. Il View IQ è uno strumento che ha al suo interno tutto l’inventario della piattaforma video per antonomasia, e si aggiorna ogni 4 ore. Mettiamo poi il caso di trovarci di fronte a un brand che si muove su due linee emozionali differenti, che ha due messaggi da portare avanti. Da qui nasce il sistema Contestual Performance, con il quale non diamo solo garanzie di suitability, ma anche tutte le metriche quantitative di una performance riuscita. Pianificare un messaggio nel giusto contesto, secondo i dati di una nostra recente ricerca, fa crescere del 90% l’awareness. Quindi, Channel Factory offre ottime performance in un contesto appropriato. Evidenziamo un problema ma troviamo anche la soluzione, così da fare contenti tutti: editore, brand, agenzie e anche utenti, che non rischiano più di vedere interrotta una visione piacevole da contenuti non appropriati».

Quali sono i vostri prossimi obiettivi?

«Crescere. Abbiamo aperto nel momento di totale chiusura e questo significa che abbiamo molta fiducia e consapevolezza nella nostra offerta. Nei prossimi mesi assumeremo altre 4-5 figure. Le risposte non stanno tardando ad arrivare. Senza fare nomi, ci sono due clienti che con noi ha cominciato/ripreso a investire su YouTube».