Questi tre elementi saranno coordinati da un sistema di AI, con lo scopo di fornire ai clienti un servizio in grado di garantire un advertising pulito, mantenendo la fiducia e l’attenzione dei consumatori. Dall’evento di Mykonos un punto sulle idee e sulle novità della società guidata da Dario Caiazzo
La convergenza è la nuova dimensione ideologica che seguirà Teads nei prossimi mesi. In un evento dal chiaro richiamo a questa idea, Teads Converge, il managing director per l’Italia Dario Caiazzo ha spiegato tra le bianchissime casette di Mykonos che gli elementi che confluiranno nella vision saranno «inventory, creatività e il mondo dei dati. I tre fattori avranno poi un denominatore comune, l’AI, che metterà insieme questi silos». Ognuno di questi rappresenta un asset alla base del business della società: il primo offre una reach di 1,5 miliardi di utenti unici mensili raccolta dai siti premium del suo network internazionale, il secondo è presidiato dalla unit Teads Studio e le tecnologie di ottimizzazione delle creatività e di testing al suo interno, l’ultimo comprende Audience Solutions, uno strumento capace di costruire segmenti su misura, brand personas e audience di prima parte. «Quando parliamo di Convergence, intendiamo la convergenza di tecnologia, media, creatività e dati. Con alla base il nostro cuore, che sono i formati e i nostri publisher, grazie a cui possiamo erogare in contesti premium i prodotti di questa convergenza», aggiunge Caiazzo.
Utenti, fiducia e attenzione
L’obiettivo del Teads-pensiero è aumentare l’engagement degli utenti verso i messaggi dei brand, e per farlo, continua il managing director, bisogna lavorare su due driver: fiducia e attenzione. Per fiducia si intende quella che gli utenti ripongono in un brand, e la sua importanza è evidenziata dalle ricerche. «L’81% dei consumatori si basa su questo per i suoi acquisti. Inoltre, le persone vogliono mantenere il controllo su ciò che accade sui device, e per questo è necessario essere chiari nei loro confronti e in alcuni casi protettivi. Secondo la ricerca Edelman Trust Barometer 2018, il 71% dei consumatori hanno indicato i brand come i soggetti più indicati per fare pressioni sui social media affinché si impegnino a gestire meglio la questione dei dati e della loro sicurezza, il 70% si rivolge ai brand per dare impulso al contrasto delle fake news e il 47% crede che i punti di vista espressi dai marchi su questioni laterali rispetto a marketing e advertising siano un indicatore dei valori dei brand stessi». Il Clean Advertising di Teads lavora già in questa direzione, proponendo contesti di qualità che fanno da contraltare ai difficili ambienti social, che devono fare i conti con gli UGC e per loro stessa ammissione non riescono a garantire una brand safety assoluta. L’attenzione è materia altrettanto ostica. «Solo un quinto delle ads in-view sono davvero viste, solo il 16% delle inserzioni mobile raccolgono l’attenzione per più di 1 secondo e due terzi delle ads su smartphone sono viste per almeno 0,4 secondi. Questo perché le creatività e i formati possono seguire due dinamiche: forzare l’attenzione dell’utente, direzionandola sul contenuto pubblicitario, oppure stimolarne l’attenzione, invogliando l’utente a interessarsi della creatività, senza costrizioni. In questo secondo caso l’utente sarà in controllo della situazione e più propenso a farsi coinvolgere». Le campagne che seguono questa strategia, dunque, raggiungono risultati migliori.
Teads e la performance
Partita dalla parte alta del funnel, Teads ha allargato le sue competenze alla consideration e alla action, fino ad arrivare alla brandformance”, ovvero campagne di branding con metriche a performance. Ma questo ancora non basta: «Già oggi, rispetto a un anno fa, abbiamo registrato una crescita importante sulla parte media del funnel che ci permette ora di iniziare a lavorare sulla parte più bassa. Il percorso verso la performance passerà dallo sviluppo, in corso, di un algoritmo adatto e dei pixel necessari. L’obiettivo è quello di proporre un’offerta a performance più completa nel periodo che va dalla fine di quest’anno all’inizio del 2020. Uno step, questo, che ci permetterà di essere valutati sull’azione finale compiuta dall’utente», spiega Caiazzo. Queste novità saranno anticipate da alcuni aggiornamenti relativi all’ottimizzazione delle metriche relative a visite incrementali e leads – attese anch’esse per il Q4 – e seguono l’annuncio della partnership con Moat dello scorso luglio, che aggiunge una certificazione di terza parte alla viewability delle impression disponibili sulla piattaforma Ad Manager: «La partnership con Moat offre ai clienti di Teads Ad Manager la possibilità di acquistare impression con viewability garantita, certificata dalla stessa Moat. Questo significa avere a disposizione uno strumento capace di ottimizzare al massimo gli investimenti, evitando così le dispersioni su spazi non viewable, con la garanzia data dalla certificazione di uno dei leader del settore», conclude Caiazzo.