Autore: Redazione
05/02/2019

Spotify punta ai podcast e prepara un’offerta da 200 milioni di dollari per Gimlet Media

La company che - si dice - sarà al centro di una proposta di acquisto è una delle società più importanti nello sviluppo di programmi audio on. Intanto la società guidata da Daniel Ek allarga le soluzioni di targeting a segmenti come “appassionati di fitness” o “mamme

Spotify punta ai podcast e prepara un’offerta da 200 milioni di dollari per Gimlet Media

Dopo aver conquistato e poi consolidato la posizione dominante nel mercato musicale digitale, Spotify punta a completare la reggenza nei contenuti audio digitali attraverso un investimento che gli consegni potere nel podcasting. Alcune voci che circolano sul mercato americano indicano infatti che la società stia pianificando un’offerta da 200 milioni di dollari per l’acquisto di Gimlet Media – company specializzata nella produzione di podcast e riconosciuta come una delle realtà più affermate in questo territorio, grazie alla produzione di show come “Reply All” e programmi branded come quello sviluppato per Gatorade. È una mossa logica, che andrebbe ad allargare l’offerta di Spotify fuori dai confini di un mercato ingolfato da tre grandi player e che potrebbe sbloccarsi grazie al licensing dei contenuti. Apple, attualmente dominante nel segmento, non sembra intenzionata ad investirci grosse cifre, nonostante il mondo del podcasting stia prendendo il volo a livello di utenza e ad revenue.
Nuove soluzioni di targeting
Lo sviluppo di una nuova area contenutistica, però, è accompagnato dall’offerta di nuove possibilità di targeting basate sugli interessi e disponibili nella piattaforma self-service. Le revenue provenienti dagli abbonamenti non sono sufficienti, e così la società ha deciso di puntare sull’adv, e in particolare sulla segmentazione dei dati di prima parte offerti all’interno di Ad Studio, basate sulle tradizionali socio-demo e sull’introduzione di categorie - come “appassionati di fitness” o “mamme” - estratte dalle abitudini d’ascolto. La società inoltre sta sviluppando un aggiornamento attraverso cui gli advertiser selezionati saranno in grado di coordinare i dati sugli utenti conosciuti e quelli dell’audience della piattaforma. Spotify ha trovato difficoltà nell’aumentare le entrate provenienti dagli abbonamenti, ormai stabili dal 2017 e nell’orbita del 10,5% sul totale. Il 57,1% degli utenti attivi mensilmente però accedono alla versione free, e molti di questi montano ad blocker sui loro dispositivi. Aprire nuove vie pubblicitarie può risultare dunque decisivo per la crescita del servizio e della sua appetibilità agli occhi degli advertiser.