Autore: Redazione
08/03/2019

Italiaonline, l’a.d. Roberto Giacchi: «Il nostro modello di business si arricchirà con servizi transazionali»

La Digital Factory di Torino, inaugurata nella giornata di ieri, sarà un supporto per le attività digitali delle PMI, ma non sarà l’unica. Tra gli obiettivi, l’internalizzazione delle attività di sviluppo, dalla presenza aziendale online alla gestione di campagne

Italiaonline, l’a.d. Roberto Giacchi: «Il nostro modello di business si arricchirà con servizi transazionali»

Il taglio del nastro con Roberto Giacchi, a.d. di Italiaonline

Più che il taglio del nastro per inaugurare la sua nuova Digital Factory di Torino, quello di Italiaonline è sembrato il taglio di un traguardo. L’evento di ieri è stato una cerimonia che ha unito le 48 persone del team della company, coese nel percorso verso il compimento di questo progetto come nella partecipazione alla celebrazione della sua riuscita. La nuova struttura - centro di eccellenza produttivo digitale - favorirà la digitalizzazione delle piccole e medie imprese, principale motore di crescita del Paese, mettendo a loro disposizione competenze trasversali: dalla creazione di una presenza online, passando dallo sviluppo di siti web ed ecommerce, sino alla gestione di campagne di comunicazione digitali.

Ma non solo. Favorirà anche il rilancio di Italiaonline, che attraverso il nuovo polo torinese concretizza «un nuovo progetto industriale per l’azienda, che prevede di riportare in Italia delle attività ad altissimo valore aggiunto, legate principalmente allo sviluppo del software, che sino ad oggi abbiamo fatto fare all’estero, appoggiandoci a delle multinazionali. Tra queste attività c’è lo sviluppo dei siti e delle attività di ecommerce. L’internalizzazione seguirà un percorso: comincerà con la produzione interna delle cose più semplici, a cui poi si aggiungeranno quelle più complesse. Sono attività di grande valore, che creano professionalità e che rappresentano un’avanguardia per questo mercato. Svilupparle in Italia ci permetterà di avere un time-to-market e una flessibilità maggiore rispetto ad ora. La sfida che ci poniamo è quella di raggiungere un prodotto migliore di quello ottenuto attraverso l’outsourcing all’estero», ha commentato Roberto Giacchi, CEO di Italiaonline.

Un team che si espande insieme agli obiettivi

La crescita va sostenuta con le risorse, che nella Digital Factory torinese, oggi, sono «poco meno di 50 e nel nostro piano industriale a scadenza 2020 è previsto l’ingresso di altre 30 persone. È un piano che ha tassi di crescita legati allo sviluppo del business, quindi potrà accadere che, se saremo più bravi di quello che pensiamo, le nuove entrate saranno più numerose», aggiunge. Queste risorse fungeranno da supporto per quelle PMI che ancora non hanno rapporti, o ne hanno troppo pochi, con il digitale. Sui 3,7 milioni di piccole e medie imprese italiane, infatti, solo il 22% è attivo nel digital marketing, il 33% non possiede un sito internet e la stessa percentuale non ha alcuna presenza sul digitale. È soltanto il 12,5% delle PMI con oltre 10 addetti a vendere i propri prodotti anche online (dati Report Cerved PMI 2017). Una fotografia, questa, in cui Italionline riesce a raggiungere oggi il 7% del mercato. I margini dunque sono molto alti.

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Una fabbrica digitale per entrambe le anime della company

«Siamo un gruppo che opera su due mercati diversi: Italiaonline e la digital factory sono orientate ai business, e propriamente alle PMI, mentre l’altra anima è legata al mondo consumer, con i nostri verticali. La fabbrica digitale nasce per accompagnare le PMI e per offrire ad esse soluzioni sempre più adatte e innovative per diventare digitali. Che per una piccola-media azienda significa non solo avere una vetrina reputazionale, ma sviluppare il loro business. Per quanto riguarda il mondo consumer, tutti i nostri portali sono basati sull’advertising, che noi vendiamo sulle nostre property e su quelle di terzi. La nostra sfida industriale ci porterà ad essere non solo un editore e una media company, ma di diventare un ambiente digitale su cui vengono erogati servizi. Servizi transazionali. Il nostro modello di business si dovrà arricchire con una componente di transaction internet, che si aggiungerà alla componente advertising di oggi. L’utente, sulle nostre property, non sarà solo esposto alla pubblicità, ma potrà acquistare direttamente il prodotto o il servizio promosso. Abbiamo oltre 30 milioni di visitatori al mese sui nostri portali digitali: questo significa che siamo un grandissimo negozio. Vanno trovati prodotti giusti, le marche giuste, va creato un catalogo giusto, ma c’è spazio per crescere», spiega ancora Giacchi.

IOL e l'advertising

Sul versante advertising, però, la crescita è assorbita principalmente dai colossi digitali. «Noi siamo la concessionaria digitale che genera il maggior volume di ricavi sul mercato italiano, e questa direttrice di business, già in crescita, deve continuare a crescere. A questo deve aggiungersi la parte di transaction - continua -. Se invece parliamo del nostro mercato, ovvero quello dei servizi alle PMI, è scontato dire che offre molte opportunità. Sono tante le aziende che non hanno ancora una presenza online, altrettante non hanno un sito, non usano l’ecommerce e non fanno marketing digitale. Questo è un limite per loro e contemporaneamente un’opportunità per noi».

Il nuovo piano aziendale

«Nel 2020, poi, verranno messe in atto le linee strategiche parte del nuovo piano industriale: presenteremo a metà anno un nuovo piano industriale, da cui trasparirà la prima concretizzazione di queste linee guida. Si riferirà al periodo compreso tra il 2020 e il 2022. In questo momento non sono previste acquisizioni, ma non perché non ci siano opportunità sul mercato. Adesso dobbiamo fare un po’ di compiti a casa, sfruttare al meglio delle idee interne che abbiamo, e una volta resa solida la struttura sicuramente si apriranno possibilità di M&A». La company, ad oggi, fattura 330 milioni di euro, conta 1650 dipendenti e comprende sotto il suo cappello brand come Virgilio, Pagine Gialle, Pagine Bianche, Tuttocittà e Libero. Oltre a possedere la concessionaria Iol Advertising. «Siamo un’azienda senza debiti, con una cassa e una liquidità importante e una marginalità ampiamente positiva», ha concluso Giacchi.