Autore: Redazione
13/04/2019

Giovani e sesso: 1 su 2 “bocciato” sulle malattie sessualmente trasmissibili

Rapporti non protetti e poca conoscenza delle malattie sessualmente trasmissibili: questa la sessualità tra i giovani, secondo l’indagine annuale di Skuola.net, svolta in collaborazione con Durex e Università di Firenze. Circa la metà dei ragazzi sessualmente attivi non usa il preservativo, altrettanti non conoscono quali siano le MST

Giovani e sesso: 1 su 2 “bocciato” sulle malattie sessualmente trasmissibili

Nudi alla meta: così i giovani si approcciano alla sessualità, sia in senso letterale che metaforico. Le conoscenze su rischi e pericoli per la salute sono spesso sommarie: ad esempio, delle oltre 30 malattie sessualmente trasmissibili, la maggior parte ne arriva ad elencare 2 o 3 oltre l’AIDS.  Questo anche perché, per qualsiasi dubbio sul tema, al 60% di loro risponde soprattutto Google e, solo in misura minore, un medico o la famiglia. Neanche la scuola interviene più di tanto (succede solo in 3 casi su 5). Eppure, dati alla mano, dove si fa ‘educazione sessuale’ la consapevolezza migliora. Anche se bisognerebbe lavorare sulla qualità dei corsi e dei formatori, alla luce della crescente dimensione digitale dell’affettività, che sta scoprendo fenomeni nuovi (sexting) e relative conseguenze (revenge porn). Queste sono solo alcune delle evidenze dell’indagine 2019 dell’Osservatorio “Giovani e Sessualità’ di Skuola.net, svolta in collaborazione con Durex e con il Laboratorio di studi longitudinali in Psicologia dello sviluppo dell’Università di Firenze, intervistando 10.507 ragazzi dagli 11 anni in su. 

Prima dei 18 anni

Ma andiamo con ordine. Quelli che hanno avuto un rapporto completo sono circa 1 su 3. Ma quasi la metà di loro (40%) lo ha fatto abbastanza precocemente: tra i 15 e i 16 anni. Praticamente l’intero campione, inoltre, si distribuisce nell’età adolescenziale: il 29% lo ha avuto tra i 17 e i 18 anni; il 13% addirittura tra 13 e 14 anni. Insomma 4 su 5 hanno perso la verginità entro i 18 anni. Il dato più interessante (e apparentemente confortante), però, è che i primi rapporti coincidono anche con il primo utilizzo degli strumenti di protezione, preservativo su tutti. Anche se, poi, solo poco più della metà (52%) continua a usarlo sempre. 

Recrudescenze

Non deve quindi stupirci la recrudescenza tra i giovani delle Malattie Sessualmente Trasmissibili (MST). Non fanno paura semplicemente perché non si conoscono: 1 su 4 ignora che possano essere asintomatiche, 2 su 5 che possano portare all’infertilità. Complessivamente, la metà dei 10mila giovani intervistati non supera le domande chiave sulla conoscenza delle MST (non sapendo distinguere tra MST e infezioni non veneree). Ancora peggio se li si lascia senza rete, chiedendo loro di elencare tutte le MST che conoscono: quasi tutti indicano al massimo un paio di patologie oltre alla più famosa AIDS/HIV. 

Il corpo che mistero

Lacune che, inevitabilmente, si riflettono in una scarsa cura del proprio corpo. Più di 2 giovani su 3 – il 67% - non si sono mai sottoposti a una visita ginecologica/andrologica, il 21% lo ha fatto una volta sola, solamente per il 12% è una consuetudine. Ma cosa aspettarsi da una ‘popolazione’ che ha nel web l’insegnante di educazione sessuale: è così per il 64% dei ragazzi. Le alternative prese in considerazione? I coetanei (38%) o il partner (27%); fonti parziali e spesso poco attendibili.  Quasi mai nell’elenco delle persone da consultare ci sono i genitori (li menziona solo il 27

La scuola

Da dove partire per invertire la rotta ed evitare la deriva? Sicuramente dalla scuola. I risultati sono evidenti. Chi ha svolto un corso di educazione sessuale a scuola è decisamente più preparato degli altri ad affrontare questi argomenti: un miglioramento che oscilla dal 10 al 20 per cento a seconda degli argomenti. Non sono numeri eccezionali, ma è comunque un inizio. Peccato che parecchi ragazzi siano a digiuno di questi concetti: 2 su 5 non hanno mai affrontato l’argomento a scuola. E oltre la metà di chi l’ha fatto non vi ha trovato alcuna utilità. 

Porno

Scuole che, parallelamente, potrebbero arginare anche due pericolose ‘devianze’, figlie del nostro tempo, che affliggono sempre più giovani: la pornografia e il cosiddetto sexting. Attualmente, infatti, oltre il 60% dei ragazzi che hanno partecipato alla ricerca ha visto video o materiali porno; 1 su 5 si dichiara consumatore abituale. Del resto le reti veloci hanno amplificato la portata del fenomeno, rendendolo molto più accessibile di un tempo. A farlo nettamente di più i maschi (76%) delle femmine (52%). L’apice (67% di fruitori) si registra proprio nel momento della presa di consapevolezza della propria sessualità (15-18 anni). 

Sexting

Ancor più legata alle nuove tecnologie – smartphone su tutte – la seconda insidia: il sexting, ovvero lo scambio di materiale intimo (foto, video, ecc) attraverso chat e social network. Il 40% del campione afferma di averlo fatto (inviando e/o ricevendo contenuti) almeno una volta. E, vero dato allarmante, il 15% lo ha fatto anche con degli sconosciuti (il 52%, invece, lo ha fatto solo con il partner; il restante 33% con persone che conosceva). 

Skuola.net e Durex, processi di educazione

La collaborazione tra Skuola.net e Durex non si limita però solo alla ricerca, che costituisce il punto di partenza per un programma di educazione sessuale, sia offline nelle scuole sia online attraverso i canali web e social di Skuola.net. Partito nel 2018 e confermato nel 2019, in soli 12 mesi ha già raggiunto oltre 4.5 milioni di studenti attraverso i contenuti digitali e centinaia di studenti con incontri fisici nelle scuole italiane.