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FCP Assotv: il mezzo televisivo resta centrale in Italia, Auditel annuncia i dati sulle audience da app per metà dicembre

Autore: S Antonini

Matteo Cardani, presidente di FCP-Assotv


Gli operatori del mercato a confronto nel convegno promosso dalla associazione delle concessionarie tv presieduta da Matteo Cardani; dal 2020 arriva il Codice univoco degli spot

La tv resta centrale nella dieta mediatica degli italiani e nelle sue forme più contemporanee, anche grazie alla modalità second screen, si afferma presso un target considerato lontano dal mezzo televisivo come la generazione Z che sviluppa 10 milioni di ore al giorno di consumo televisivo. Anche i bambini rappresentano un pubblico avido di tv, con 13 milioni di ore quotidiane, e insieme alla GenZ producono indici di concentrazione degli ascolti fino al 140%. Sono alcune delle evidenze illustrate nel corso del convegno “Love the value of tv” organizzato venerdì 22 novembre 2019 a Milano da FCP-Assotv, l’associazione delle concessionarie televisive all’interno di di FCP (Federazione Concessionarie Pubblicità) presieduta da Matteo Cardani.

In apertura di convegno il Presidente di FCP Massimo Martellini ha ricordato la funzione aggregante della Federazione rispetto al sistema dei mezzi, funzione che esercita dal 1951, anno di fondazione della Federazione. I dati presentati al convegno mostrano come l’invecchiamento della popolazione italiana non scalfisca la tenuta del mezzo, il quale peraltro non soffre nemmeno per la maggiore diffusione degli schermi “mobili”. Nel 2018 per la prima volta la presenza di smartphone nelle case degli italiani ha superato quella degli apparecchi televisivi con 43,6 milioni di pezzi contro 42,3 milioni delle tv, queste ultime in calo dell’1,1% rispetto al 2017. Insieme a pc (18,9 milioni) e tablet (7 milioni) fanno 11,8 milioni di schermi, con una crescita dello 0,5% sul 2017.

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Massimo Martellini

 

Con il ruolo di “aggregatore” che le è proprio, la visione lineare è ancora molto diffusa se è vero che degli 8 milioni di smart tv presenti nelle famiglie – pari a una penetrazione del 27,5%, in crescita del 6% - solo il 16,4% sono effettivamente connesse. Complessivamente, i device connessi sono il 22,3% sul 35,9% delle famiglie in cui sono presenti. E’ la total tv, diffusa su vari schermi, e potenziata dalla fruizione attraverso i device connessi. 

Le novità di Auditel

La misurazione degli ascolti televisivi generati tramite device digitali - mobile, pc, smart tv e console -effettuata da Auditel rende possibile una ulteriore valorizzazione del mezzo sul fronte pubblicitario. Il presidente Andrea Imperiali ha illustrato la portata di questo panel censuario, attivo dallo scorso giugno al lato di quello campionario dedicato alle audience tradizionali, che in cinque mesi su 600 property considerate ha misurato 3,2 miliardi di visualizzazioni video di cui il 42% è pubblicità, con tassi di crescita del 41% a settembre rispetto a giugno e del 100% a ottobre. Per rendere ancora più completa questa misurazione in termini di total audience, Auditel pubblicherà probabilmente già da metà dicembre i dati sugli ascolti tramite app, sia da tv connesse sia da mobile, ma soprattutto è in procinto di lanciare, a partire dal 2020, il Codice univoco degli spot, una specie di anagrafe delle inserzioni che permetterà di tracciare l’erogazione di pubblicità su tutti i device attraverso un tag che contraddistingue ogni commercial.

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Andrea Imperiali

 

A completamento del processo, Auditel sta elaborando una libreria dei contenuti che allo stesso modo consentirà il tracciamento corretto dei contenuti trasmessi attribuendoli agli editori che li hanno prodotti. Secondo i dati presentati da Imperiali, la tv via internet non ha la stagionalità della tv tradizionale, e naturalmente prevale la fruizione on demand con il 94% delle visualizzazioni, mentre la fruizione tramite mobile è al 55%, numeri che suggeriscono agli editori strategie future incentrate sulla produzione pensata per questo tipo di consumi. Particolarmente bassa è la percentuale di affollamento, pari al 5% del tempo speso mentre il tasso di completamento della visione (completion rate) si attesta al 70% per i post roll, e al 94% per i pre roll. Informazione, questa, che assume un particolare significato tenuto conto che la visione di questi contenuti tv è totalmente intenzionale. 

Gli OTT del web grandi utenti tv

Nonostante la tv sia il mezzo predominante in termini di time budget, il web continua a raccogliere, in proporzione, maggiori investimenti pubblicitari. Cardani ha illustrato questo paradosso: se il 66,7% del tempo media di un individuo viene speso sul mezzo televisivo, quest’ultimo raccoglie il 45,7% degli investimenti mentre il web ne raccoglie il 37,2% con il 23,1% del tempo speso. Ma sono proprio i colossi del web e le società native digitali a crescere come investitori televisivi, rappresentando oggi l’8% della spesa sul mezzo in Italia. Inoltre Cardani ha sottolineato come a oggi non ci sia trasparenza sulle misurazioni del settore digital non rappresentato da FCP che secondo le stime dovrebbe valere 3,3 miliardi in termini di adv.

Altri elementi importanti che il digital “non publisher” non garantisce del tutto sono la brand safety e la cura dei contenuti che invece offre la Advanced Tv sviluppata variamente dai broadcaster tv italiani unita alla precisione nella targetizzazione del digital in un contesto di massima visibilità, senza gli “inconvenienti” (ad fraud, traffico non umano, etc.) spesso rinvenuti dagli utenti nel mondo del digital “non publisher”. Sarà questo tema ad animare l’incontro del 2020, realizzato con il supporto di UPA e UNA

La tv centrale nell’ecosistema dei media

Dalle analisi del Censis emerge come la tv, o meglio le televisioni tra lineare, on demand, piattaforme digitali e quant’altro, resti centrale nell’ecosistema dei media partendo dalle rilevazioni della ricerca di base Auditel. Il direttore Massimiliano Valerii ha dimostrato che la tv è tutt’altro che morta, come vorrebbe qualcuno; un mezzo resiliente nonostante l’affollamento degli schermi perché capace di rinnovarsi rendendo sempre più accessibili i propri contenuti su smart tv, internet tv, mobile tv. Inoltre, la tv rinnovata è capace di fare da collante laddove lo smartphone – che pure in tempo di crisi dei consumi resta la spesa di gran lunga più importante in Italia – stimola una disgregazione dell’ascolto.

Questa dinamica allunga il ciclo di vita dei contenuti tv oltre la dimensione lineare, aumentando quindi i contatti e le potenzialità del mezzo stesso soprattutto in vista dello switch off verso l’mpeg4 previsto nei prossimi tre anni, che comporterà la conversione degli apparecchi verso le smart tv evolute.

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Massimiliano Valerii

 

La tv della diversity

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Massimo Scaglioni

 

Al convegno è intervenuto anche Massimo Scaglioni, Professore Ordinario in Storia ed Economia dei Media all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano per parlare di tv della diversity, che fa circolare i contenuti in modalità inimmaginabili fino a pochi anni fa, e attraversando tutti i generi televisivi tocca tutti gli schermi, esplodendo il concetto di “spreadability” del contenuto. Si aggiunge una dimensione di “tempo esteso” per cui il contenuto tv ha un ciclo di vita che si allunga nel tempo e nello spazio. Accanto alla diversity di generi e programmi, convive la diversity dei modelli editoriali di produzione e distribuzione dei contenuti, dalla tv della sincronia che può evolvere nella tv dell’anticipazione o prolungarsi nella tv de-sincronizzata della catch-up e della clip spalmabile fino alla tv a-sincrona dell’archivio e del frammento.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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